Parte 1 senza titolo

8 0 0
                                    


Neji non era una persona particolarmente loquace. Non adorava neanche circondarsi di troppe persone.
Anzi, era un tipo piuttosto riflessivo si può dire, di quelli che preferiscono, a chiacchere e confronti verbali, un pomeriggio passato ad allenarsi o a svolgere mansioni pratiche.
In sostanza riteneva le parole abbastanza futili.
Essendo un tipo orgoglioso, un po' freddo e introverso poi, non amava particolarmente esporsi esprimendo emozioni tramite modulamenti della voce. Il suo tono di voce rimaneva, quindi, costantemente piatto, e persino il suo viso manteneva un espressione neutra, forse anche un po' corruciata.
Per questo a prima impressione Neji non dava mai l'idea di una persona particolarmente simpatica o disponibile.

Hinata non era una persona particolarmente loquace. Non adorava circondarsi di troppe persone.
A causa del suo carattere timido e perennemente impacciato, quando si ritrovava a dover parlare con persone che non fossero i suoi compagni di squadra (ossia i suoi amici più stretti) le sue gote si dipingevano di rosso e iniziava a balbettare in modo quasi fastidioso per chi la ascoltava.
Essendo una ragazza così esageratamente timida non le riusciva facile farsi degli amici, senza contare che, essendo anche particolarmente fragile, si abbatteva subito se non riusciva a fare amicizia con qualcuno o ad esprimersi come avrebbe voluto.

Neji e Hinata non erano dei gran chiaccheroni, ma nel loro mondo tutto era ben prestabilito da gesti, sguardi, e dalle piccole cose.
Quando Neji la mattina apriva la porta scorrevole e trovava sul tatami un vassoio con la colazione, sapeva perfettamente che quello era il buongiorno da parte di sua cugina.
Quando lui si offriva per aiutarla negli allenamenti, Hinata sapeva che quello era il suo modo per supportarla e per farle acquistare più fiducia in se stessa, come se le stasse dicendo "Non ti preoccupare, sicuramente se ti allenerai con perseveranza continua grazie a questi miei allenamenti diventerai forte e nessuno potrà più ferirti". Ed era così. Ogni volta Hinata acquistava esperienza, e ne traeva così beneficio e forza, oltre un po' più di fiducia in se stessa.

Chi li vedeva da fuori non poteva capire: semplicemente vedeva due persone troppo diverse tra loro, troppo "distanti". E come avrebbero mai fatto due persone del genere, cui la conversazione non andava al di la del "buongiorno come vanno gli allenamenti?", ad innamorarsi? Impossibile.
O forse no.
La gente infondo non era capace di captare i piccoli messaggi che costantemente i due si scambiavano, con i gesti: bastava una piccola gentilezza da parte di uno, a volte, per rendere felice l'altro. Non è sempre detto che le emozioni, i sentimenti, quello che proviamo veramente possa essere reso bene quanto vorremmo, a voce.
Come si dice? "Un gesto vale più di mille parole".

Alla sera, dopo cena, avevano preso l'abitudine di sedersi sulla passeggiata esterna alla casa in legno, di poco rialzata dal giardino dove erano soliti allenarsi. Stavano li, seduti, a guardare il cielo, con il naso all'insù. Non era necessario dirsi nulla: Neji non aveva molta voglia di parlare dell'ennesima stupidata inventata da Lee e Hinata non aveva neanche voglia di ascoltarla, probabilmente.
Semplicemente, si tenevano per mano, sotto le stelle.
E quello bastava per far battere i loro cuori all'impazzata.
Era un gesto puro e semplice, eppure per loro aveva lo stesso significato di un "ti voglio bene" o di un "sono qui per te".

Nessuno aveva mai capito nè Hinata nè Neji, che nel loro silenzio avevano sempre disperatamente urlato, cercando qualcuno che li capisse, che li facesse sentire amati.
Poi un giorno, semplicemente, avevano smesso di gridare a qualcuno che appariva loro così lontano, a qualcuno che non rispondeva mai.
E in quel momento, Hinata si era accorta che al suo fianco camminava già una persona.
E Neji aveva alzato lo sguardo ed era rimasto sgomento di fronte a lei, lei che le era sempre stata accanto, anche senza pretendere nulla, senza dire nulla.
I loro silenzi valevano più di mille parole.

Ed era così che avevano imparato ad udire con gli occhi quel loro amore così silenzioso.

037. UditoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora