Dopo l’incontro con Manuel, Simone tornò a casa leggermente più sereno, come non si sentiva ormai da qualche giorno e doveva ammettere che andare a quell'appuntamento, forse, era stata la cosa migliore che gli fosse capitata nell’ultimo periodo, forse gli aveva fatto bene quell’abbraccio e gli aveva fatto bene riavere Manuel così vicino dopo tanto tempo.
Il problema di Simone era uno solo: Alessandro.
O meglio, i suoi sensi di colpa verso Alessandro.Era stato bene con Manuel, ma non poteva dimenticare che in quel momento aveva nuovamente mancato di rispetto al suo fidanzato.
Alessandro lo aveva perdonato e lui era caduto nuovamente nello stesso sbaglio finendo, letteralmente, fra le braccia di Manuel.
Simone si sentì ancora una volta colpevole, si rese conto di quanto le sue scelte fossero sempre sbagliate, che non poteva essere così felice per aver sentito il calore di Manuel mentre aveva un fidanzato a cui pensare, doveva essere lui la persona da cui andare se stava male e non Manuel.
Manuel, purtroppo, pensò Simone, era il suo ex.
Simone ripiegava in Manuel la massima fiducia, era consapevole che non lo avrebbe mai lasciato solo, neanche da lontano, ma sapeva anche che non sarebbe più dovuto essere compito del suo ex prendersi cura di lui e farsi carico dei suoi problemi.
Aveva un’altra persona al suo fianco, una persona col quale avrebbe dovuto affrontare qualsiasi cosa. E questa persona era Alessandro.
Simone ancora una volta si maledì mentalmente per essere finito in quella situazione, ancora una volta si trovava in mezzo a due fuochi ed ancora una volta non riusciva a far a meno di soffocare il sentimento che provava per Manuel.
Si sentiva il solito coglione che non sapeva come reagire davanti alle situazioni difficili, il solito coglione che sapeva benissimo che l'unica cosa da fare sarebbe stata prendere le distanze da Manuel e pensare al suo presente ma che, semplicemente, non avrebbe mai avuto il coraggio di farlo davvero.
Egoista? Forse.
Simone preferiva chiamarlo spirito di sopravvivenza.
Manuel era la sua boccata d'aria dopo l'apnea che era la sua mente.
La sua mente che, imperterrita, continuava a mostrargli tutta quella situazione come un tradimento, facendogli aumentare a dismisura i sensi di colpa.
Forse per stare in pace con la coscienza, o forse perché davvero lo reputava giusto, decise quindi di chiamare Alessandro.
Compose il numero nonostante l'orologio segnasse le 2.33.
«Mh pronto?» rispose Alessandro con voce impastata dal sonno.
«Scusami stavi dormendo? Ti ho svegliato?»
«Simone sono le due e mezza. Le persone normali dormono a quest'ora, ovvio che lo stessi facendo anche io. Tu che ci fai ancora sveglio?»Ero a casa del mio ex, ho cercato rifugio tra le sue braccia e mi sono sentito bene, non ho fatto nemmeno caso all’orario, stavo così bene con lui che se non fosse stato per il mio buon senso sarei rimasto lì.
«Non… riuscivo a dormire, volevo sentirti, mi mancavi, tutto qui»
Bugiardo, è più facile raccontarsi cazzate anziché ammettere di essere uno sporco traditore.
«Lo apprezzo, ma stavo dormendo, sono stanco, io lavoro. Ci sentiamo domani, mh? Non me ne volere Simo ma a quest’ora non saprei proprio essere di compagnia»
Manuel non avrebbe fatto così, lui sarebbe corso da me anche alle cinque del mattino, lui non mi avrebbe mai lasciato da solo.
«S-sì, hai ragione, scusami se ti ho disturbato» si limitò solo a dire Simone.
«Vai a dormire, domani parliamo meglio, mh? Ora sono veramente stanco»
«O-okay, a domani allora. Buonanotte»
«Buonanotte Simone»
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Vite in gioco
FanfictionDal testo: «La storia che stiamo per raccontarvi è la storia di Simone Balestra e di Manuel Ferro, corpi divisi ma anime inseparabili, cuori distanti legati da quell'invisibile filo rosso capace di tirare a sé il cuore in difficoltà e guarirlo come...