Quando Simone aprì gli occhi, per un momento, fece fatica a realizzare dove fosse e cosa fosse successo la sera precedente.
Ricordava che Manuel gli aveva detto di dormire sul letto.
Ricordava di aver visto Mr. Rain cantare Supereroi in TV.
Ricordava di aver poggiato la testa sulla spalla di Manuel, il quale si era seduto accanto a lui.E poi?
E poi, probabilmente, si era addormentato.
Forse aveva dormito una notte intera senza incubi.
O forse ero solo troppo stanco per accorgermene, pensò.
Tuttavia, sentì un odore di cornetti caldi invadergli le narici e ciò lo convinse, seppur dolorante, ad alzarsi.
Ché non aveva neanche fame, però sembrava educato alzarsi e sedersi a tavola con Manuel.
Fece per alzarsi ma la figura di Manuel davanti alla porta della stanza con un vassoio in mano lo fece desistere.
«Buongiorno principi'» esordì Manuel.
«Ma…Manuel non…»
«'N dovevo» lo interruppe Manuel, «'n c'hai fame, so già tutto, però devi magna' qualcosa, dai»Simone fissò quel vassoio come se contenesse tutti i mali del mondo.
La sola idea di ingerire cibo gli provocava nausea.
«N-non mi va»
«Io 'n te voglio forza', Simò»
«Grazie»Manuel gli sorrise.
Gli sembrava tutto così assurdo.
Era come se davanti a sé avesse il Simone sedicenne distrutto dal peso dei segreti.
Rimasero in silenzio, fin quando, mentre Manuel aveva iniziato a fare colazione, Simone prese parola.
«Perché lo fai?» chiese, mentre con le mani si decise a strappare un piccolo pezzo di cornetto al fine di mangiarlo.
«disperata ragazza mia, Marco Masini, 1991» rispose canticchiando, Manuel, fingendo di non capire dove volesse finire il discorso di Simone.
«Cretino» sorrise Simone, lanciando un tovagliolo accartocciato addosso a Manuel.Quant'è bello quanno ride, pensò Manuel.
«Sono serio» proseguì Simone, «Perché lo fai? Lo sai che dovrò tornare da lui, perché lo fai? Ti fai solo del male»
E ne era consapevole, Manuel, che le cose sarebbero andate esattamente come gli stava spiegando Simone, ma sentirlo con le sue orecchie gli provocava comunque dolore.
«'O so. 'O faccio perché semo amici mica perché voglio qualcosa da te»
Cazzaro.
«Grazie per questo»
Manuel abbassò lo sguardo.
Avrebbe voluto terminare la conversazione seduta stante.«Manu, guardami» continuò Simone, «dico davvero. Grazie. Quello che hai fatto non lo avrebbero fatto tutti. Non hai nessun obbligo nei miei confronti, non era affatto scontato che venissi da me e mi raccogliessi, letteralmente, da terra»
Ché sei l'unica persona per la quale cerco di farmi forza.
Ché sei l'unico motivo per il quale ho lasciato cadere quel coltello.«L'importante è che stai meglio, il resto 'n conta, Simò»
Ché per Manuel era sempre stato un problema reagire a complimenti, ai ringraziamenti e alle cose belle.
Ché lui era sempre stato considerato e si era sempre sentito uno scapestrato buono a nulla, e alle belle parole riferite a lui non ci credeva neanche.
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Vite in gioco
FanfictionDal testo: «La storia che stiamo per raccontarvi è la storia di Simone Balestra e di Manuel Ferro, corpi divisi ma anime inseparabili, cuori distanti legati da quell'invisibile filo rosso capace di tirare a sé il cuore in difficoltà e guarirlo come...