Epilogo

725 47 76
                                    

TW: se chiava

«Aò, Simò, ma 'n do' stamo a 'nna?»
«Manuel, basta con questa domanda, è una sorpresa»
«No, Simone, sto dentro 'na macchina co' gli sportelli bloccati e 'na benda sull'occhi, è 'n rapimento»
«Cretino»
«Ah, so' pure cretino mo? Guarda che mi' madre 'n c'ha 'na lira, n'o po' paga il riscatto»
«Ma la smetti?»
«'N fa' gratta' 'e marce piuttosto, che Chicca te fa vende un rene pe' ricompraje 'a macchina»
«Io, la benda, te la dovevo mettere anche sulla bocca, Manuel»

Erano trascorsi tre mesi da quando Simone aveva tentato di togliersi la vita.

Da quando aveva trovato il coraggio di denunciare Alessandro.
Da quando Simone e Manuel erano tornati ad essere una coppia e quest'ultimo gli aveva fatto una proposta di matrimonio.

Erano stati tre mesi molto intensi.

I ricordi erano ancora vivi nella mente di Simone.

Alcune notti si svegliava madido di sudore, convinto di essere ancora in quella casa che, per lui era stata gabbia, con addosso le mani di Alessandro, per lui catene, con le lacrime a bagnargli il viso e i singhiozzi a squarciargli il petto.

Di giorno, invece, capitava che, nella mente, riaffiorassero momenti di vita passati e gli togliessero l'appetito o le forze per alzarsi dal letto e dare inizio alla giornata.

Eppure...

Eppure, i passi in avanti fatti da Simone erano tanti.

Aveva ripreso le sedute di psicoterapia e gradualmente era riuscito a mangiare un po' più del solito e a combattere l'istinto di farsi del male che, di tanto in tanto, tornava prepotente nella sua mente.

Aveva trovato lo stimolo per rimettersi a studiare e, ogni tanto, si occupava del figlio della signora del quinto piano, giusto per racimolare qualche euro e contribuire alle spese di casa.

E Manuel gli era stato accanto sempre.

Non aveva mai mancato di accompagnare Simone dal terapeuta, alle 17.00 in punto si stringevano forte davanti allo studio e, un'ora dopo, Manuel era ancora lì, ad aspettarlo, con due pezzi di pizza e due bibite, ché a volte, Simone usciva così distrutto dal peso dei ricordi che l'idea di vedere Manuel subito dopo la fine della seduta era l'unica cosa in grado di rincuorarlo.

Lo sosteneva quando la sua mente non ne voleva sapere di assimilare i concetti studiati e prevaleva la voglia di mollare tutto.

Se ne prendeva cura, la notte, quando i ricordi viaggiavano più veloci dei respiri, e non importava se avesse fatto un turno di due ore o di dieci, Manuel era lì, accanto a Simone, a ricordargli quanto, per lui, fosse la cosa più bella e importante del mondo.

Lo aveva capito e compreso quando, una sera, intenti a fare l'amore, Simone si bloccò e, sentendosi una persona incapace di soddisfare il proprio partner, sfogò la sua frustrazione urlando a Manuel di lasciarlo e quest'ultimo se lo strinse al petto, ribadendogli che loro erano tanto, tantissimo altro, e che c'era molto più amore e passione in tutto quello che si donavano giornalmente che nell'atto in sé.

E Simone gliene era estremamente grato, ché era consapevole che senza la vicinanza e il sostegno di Manuel, probabilmente, sarebbe stato tutto più difficile.

Avrebbe voluto, però, anche lui farà qualcosa di bello per Manuel.

E l'occasione si presentò, casualmente, poco prima del loro matrimonio.

Una sera, mentre navigava nel web, l'attenzione di Simone venne catturata da un banner pubblicitario.

Ultimi biglietti disponibili per il Tezenis Summer Festival a Rimini
Clicca qui per acquistare

Vite in giocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora