Quando Domenico, aveva proposto quei due venerdì liberi, mi era sembrato quasi un pazzo. Di solito lui non concedeva giorni senza un preavviso di almeno una settimana ed era anche molto pignolo per quanto riguarda il lavoro in generale, palesandosi di tanto in tanto negli uffici di noi malcapitati facendo domande a raffica e visionando il lavoro che stavamo svolgendo. Ma, in quel preciso istante, mentre le luci degli altri uffici si spegnevano ad uno ad uno, iniziai a capire che mi aveva raggirato per bene. Lui conosceva l'entità del danno. Non era neanche passato a salutarmi. Anzi, aveva attraversato il corridoio con nonchalance parlando con la sua segretaria e uno dei suoi cari amici venuto a trovarlo. Non so cosa ci vedevano Serena e Luca in tutto questo, ma di sicuro non era un approccio romantico il suo. Era più "fai tutto il lavoro sporco che poi me ne prendo il merito". Abbassai sconsolata lo sguardo che avevo perso guardando attraverso le vetrate, quando sentii la presenza di qualcuno davanti alla porta.
« Cos'è, quei cattivoni dei numeri ti hanno fatto la bua? », la voce di Stefano entrò nel mio condotto uditivo facendomi perdere subito un battito. Da quando ci eravamo lasciati in malo modo davanti allo studio di mio fratello, avevo cercando di capire nella mia solitudine se valesse davvero la pena ricominciare tutto da capo. Oppure iniziare e non ricominciare.
« No, sto solo facendo il lavoro di due mie colleghe che, con tutto il rispetto parlando, non sanno dove mettere le mani. », poggiai entrambe le mani sul foglio stanca e pentita per aver accettato quella proposta.
« Non c'è umiltà, mi piace. », continuò lui facendosi guardare in tutta la sua bellezza. Portava una maglia verde militare con sotto un jeans nero con fibia della cintura in bella vista, anfibi, e il solito giubbotto di pelle nera. I suoi capelli sempre più scompigliati gli ricadevano sugli occhi ricordandomi quando io amassi quello che stavo vedendo.
« E tu, come mai da queste parti? », domandai facendo finta di non sbavare per lui portando i capelli dietro le orecchie e appoggiando i gomiti sulla scrivania.
« Mi stavo annoiando. », ammise entrando nella stanza e slegando le braccia che aveva incrociate al petto. « Un paziente mi ha dato buca all'ultimo momento, quindi ho pensato di fare una visitina alla ragazza che l'altro giorno mi ha mandato a quel paese lasciandomi come un coglione », continuò chiudendo la porta alla sue spalle e avvicinandosi alla mia scrivania.
« Te lo sei meritato. », sorrisi alzandomi in piedi posando uno dei libri che avevo visionato un attimo prima nella libreria che avevo dietro di me.
« Wow, stile dolce innocentina, mi piace... », esclamò con voce calda guardandomi da capo a piedi, e accentuando con lo sguardo, il mio vestito fiorato blu che si era alzato un po' durante l'atto di conservazione.
« Dolce innocentina? », domandai sgranando gli occhi e guardandomi a mia volta. « Io sono così! »
« Attenta Nicole, potrei anche crederci... », continuò con quel tono di voce avvicinandosi a me come un felino. Indietreggiai addossandomi alla libreria dietro di me sentendomi in gabbia.
« Credere a cosa? », sibilai mentre lui appoggiava entrambe le mani sulla libreria dietro di me.
« Che non sei così innocente come mi vuoi fare credere, e che mi vuoi. E che lo vuoi. », sussurrò sulle mie labbra mentre con la sua mano conduceva la mia sulla sua erezione.
Annaspai mentre la mia mano, guidata dalla sua, accarezzava la sua erezione sentendola chiaramente. Non ero più quella ragazzina inesperta. Sapevo come muovermi e come dare piacere ad un uomo. Sapevo che muovendomi in un certo modo si sarebbe sciolto. E così fece.
Nonostante ci fossero i jeans, lo vidi preso dalla situazione mentre si appoggiava con le labbra sul mio collo. Ansimava sulla mia pelle mentre mi leccava.
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Dimenticare Te
RomancePuò un amore non vissuto a pieno in adolescenza cambiare il corso di una vita? Questo è quello che Nicole, si chiede da quando Stefano, il suo primo amore adolescenziale, si trasferisce in un'altra città facendole idealizzare quel rapporto turbolent...