Una Foglia Trascinata Dal Vento Invernale

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Tutto si era silenziato.
Le parole, il cuore e quel respiro che sembrava non portare più ossigeno ai miei polmoni. Tutto si era fermato da quando ero entrato in auto senza una meta per tutta la notte. Potevo sentire solo il ticchettio della freccia e i tergicristalli che entravano in funzione tramite il sensore di pioggia. Il lunotto appannato alle estremità, mi dava un senso di solitudine e di chiusura verso l'esterno quasi piacevole, mentre il mondo continuava la sua corsa senza fermarsi a guardare. Non ero nuovo a quel tipo di sensazione, e non ero di certo intimorito, ma sapere di aver perso tutto e di aver fatto il.gioco di Adriano, aveva resettato quella parte di me che si era lasciata trasportare dalla paura e aveva azionato lo Stefano menefreghista e combattivo. Arrivai a casa convinto di fare le valige quando notai il copri tastiera del pianoforte alzata. Mi soffermai a guardare i tasti e il suo luccichio donato dal suo colore nero con un pizzico di nostalgia. Su quel piano avevo passato la mia gioventù, ma anche i momenti più intimi con Nicole. Mi sedetti sullo sgabello sfiorando i tasti con le dita, sperando di percepire l'odore e il ricordo. Tutto mi ricordava lei. Tutto aveva un senso con lei. Lei, era tutto per me. Passai entrambe le mani sui capelli cercando di capire il da farsi e come potevo annientare Adriano una volta per tutte. Iniziai a pensare chi poteva aiutarmi e come avrei potuto recuperare tempo su di lui. Strinsi le meningi mentre nella mia mente si susseguivano i pensieri piu nascosti, recuperando un ricordo che avevo tralasciato per tutto quel tempo. Un ricordo che avevo proprio cancellato e avrebbe forse risolto i miei problemi: Marzia De Rossi.
Mi alzai di scatto con un sorriso sornione sul volto, e con lo stesso sorriso, presi il cellulare e cercai su internet il numero della sua agenzia per prenotare un appuntamento. Stranamente e con la velocità che non mi aspettavo, le carinissime signorine dell'altro capo del telefono, mi diedero subito un appuntamento con la suddetta avvocatessa nel suo grande palazzo al centro di Trieste. Senza farmelo ripetere due volte e con una velocità che non sapevo di avere mi ritrovai prima davanti alla reception e poi davanti ad una porta maestosa in legno massello. Un po 'intimidito e con le mani sudate, mi ritrovai ad attendere dietro di essa dopo aver bussato con delicatezza.

« Avanti. », riconobbi subito la sua voce e il suo tono autoritario sentendomi quasi invincibile e con la vittoria in pugno.

Non appena entrai e incontrai I suoi occhi, una strana sensazione mi pervase. Come se quell'incontro non avesse sortito l'effetto sperato.

« Andiamo belloccio, hai già perso le speranze? », domandò allungando la mano destra verso di me e tenendosi il tailleur rosa cipria con l'altra.

« No, e che gli studi degli avvocati mi fanno sempre un certo effetto. », affernai stringendole la mano per poi sedermi in una delle due poltrone posizionate davanti all'imponente scrivania.

« Meglio così, perché abbiamo molto da lavare Stefano Giorgi. », sorrise lei aprendo un fascicolo giallo paglierino.

« Perché ho come l'impressione che tu sappia già tutto? », domandai con mezzo sorriso addossandomi alla poltrona.

« Partiamo dal presupposto mio caro Stefano, che io so sempre tutto. E poi, la tua storia romantica mi ha sempre intrigato molto. »

« La mia storia romantica? »

« Ma certo. Da quando ci siamo incontrati al party esclusivo dell'imbecille, ho fatto delle ricerche su di te, e devo dire che non sei messo bene a parte l'amore che provi per questa ragazza. »

« Quindi sai... »

« Praticamente tutto, tranne quello che è successo ieri sera. In realtà, so che Adriano ha combinato qualcosa che stanno cercando di nascondere. Adesso, io non so cosa abbia combinato, ma la tua chiamata non mi è sembrata per nulla casuale. Dico bene? »

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