Sax For You

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Piazza Salinger, la piazza centrale di Verdemarina è un tripudio di colori e di aromi elettrizzanti.

I negozi di abbigliamento espongono costumi e vestiti leggeri, borse e magliette.

La pasticceria " Il gusto del cuore" sforna delizie al limone, ed è quel profumo, insieme a quello della salsedine, che mi fa capire che sono finalmente in vacanza.

Il negozio di strumenti musicali, dove deve andare Matteo è sotto i portici, vicino alla pasticceria.

Matteo spinge su gli occhiali sul naso. «È questo,» indica il sassofono in vetrina, «il mio nuovo obbiettivo, voglio imparare a suonare il sassofono.»

Lo scruto. «Sei sicuro? Non mi avevi mai parlato di quel coso.» Gli indico lo strumento.

«Non si chiama coso. È un Sax, e il figlio del proprietario mi insegnerà a suonarlo.»

«Mhmm. Chi speri di conquistare con quello?» Incrocio le braccia e piego la testa su un lato. Non me la racconta giusta, Matteo Arri ha in mente qualcosa. Lo conosco troppo bene. «Entriamo dai!» Spero di capire meglio quello che sta accadendo.

Il signore nel negozio è un uomo distinto; capelli ben pettinati con il ciuffo da un lato, una camicia bianca con le maniche arrotolate su sé stesse e un ascot damascato azzurro ben legato dentro il collo della camicia.

Non avrà caldo con quel coso al collo!

«Buongiorno.» Ci viene incontro con la mano protesa. «Matteo, se non erro.»

«Sì, sono io.» Matteo abbassa gli occhi, lui è molto timido con chi non conosce. Questo tratto del suo carattere ci rende molto simili, anche se io spesso mi limito a non sopportare le persone.

Il signor Bellicapelli si allarga l'ascot sul collo. Allora ha caldo. Ma perché non lo toglie? «Suo padre ha già sistemato tutto.»

Aldo Arri, il padre di Matteo, ex schermidore, campione olimpico individuale nella sciabola e proprietario della nota "Accademia Arri", l'uomo a cui nessuno può dire di no, perlomeno a Verdemarina, ha già sistemato tutto. Avrà comprato sax, custodia, spartiti, trespolo, l'insegnante e che so io, ma di sicuro tutto quello che occorre e anche di più.

Matteo alza le spalle. «Sì, immagino.»

Bellicapelli sorride. «Quando le piacerebbe iniziare?»

«Non so. Mi dica lei... Se non disturbo, vorrei iniziare prima possibile.» Si tira su gli occhiali sul naso.

«Avevi già parlato con mio figlio per le lezioni. Vero?» Si volta verso la stanza sul retro. «Gianluca.» Urla.

La porta accanto alla libreria con gli spartiti si apre. Un ragazzo con larghe spalle, alto, capelli lunghi legati in una stretta crocchia e con tratti lievemente orientali, arriva con passo leggero, portandosi dietro un alone di magia. È bellissimo. È molto giovane, avrà qualche anno in più di Matteo. Come può essere lui l'insegnante?

Lo guardo, probabilmente a bocca aperta. Sul collo ha tatuata una chiave di violino. Per l'imbarazzo mi soffermo su quel simbolo.

Qualcosa si accende nella mia testa. L'ho già visto, non mi ricordo dove, ma l'ho già visto. Chiudo gli occhi e cerco il ricordo, ma tutto è confuso.

Guardo Matteo, le sue guance sono diventate rosse. Esita, la voce trema «Ciao, ti ricordi di me?»

Il ragazzo allunga la mano, Matteo la ritrae, la sfrega sui pantaloni e poi la porge di nuovo.

Gianluca sorride, gli occhi nerissimi si stringono in una fessura. Quando sorride è ancora più bello.

«Chiamami Gianu.»

Separato dalla luceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora