Le mie spalle al muro, le sue mani su quelle. I suoi fottutissimi occhi e le sua fottutissimi fossetta mentre sorride.
-Vorrei solo attaccarmi alle tue labbra e non staccarmi mai -
Appena dice questo un piccolo sorrido si forma sul mio viso e mi avvicino per lasciargli un bacio, poi due, poi tre, e poi non si contano più.
Ci spostiamo finché non incontriamo una porta che da direttamente all'esterno.
- Io non intendevo quelle labbra-
Mi vengono i brividi appena capisco le sue intenzione e, con tutta la mia forza di volontà, cerco di capire che è meglio lasciarlo qua e tornare dalle ragazze, ma ormai è troppo tardi e mi sta aprendo la porta.
Una volta fuori l'aria fredda mi congela e Harry ha lasciato la sua giacca al tavolo.
-Sarà meglio sbrigarci se vogliamo evitare di diventare due ghiaccioli -
Mi sussurra mettendomi un braccio sotto le ginocchia e tirandomi su.
-Dove stiamo andando? - domando.
-Tu dove vorresti andare? -
-Casa tua è distante? -
-Basta pensare a cosa ti farò provare e nulla ti sembrerà distanti -
Mi sorride sotto la luce dei lampioni.
Cerco ancora di dirmi che non è una buona idea. Fino a stamattina ci odiavamo. E forse ci odiamo ancora.
Dopo pochi minuti arriviamo sotto il portone di casa sua. Mi fa scendere e saliamo le scale fino davanti la sua porta.
In ogni singolo secondo non ha staccato le sue labbra dalle mie e le sue mani dai miei fianchi quasi a sollevarmi.
Non si stacca nemmeno per aprire la porta, ma lo fa non appena si accorge di non essere solo.
Luke e Brad ci guardano con gli occhi spalancati.
-Come avete fatto ad entrare? - sbuffa Harry.
-Con le chiavi che ci hai dato tu? - risponde ironico Luke.
-Allora è meglio che io vada.. - cerco di formulare una frase, ma la mano di
Harry mi sfiora il sedere e mi prende il polso, avvicinandomi a lui.
-Sono loro che ora se ne vanno. Non ho neanche iniziato con te. E abbiamo bisogno di un minimo di privacy, non credi? Oppure potrei posizionarti su quel tavolo con loro come spettatori, strapparti i vestiti di dosso uno ad uno e vederti.. -
-Okay ho capito! - lo interrompo e lui stringe la sua presa su di me -Facciamo uscire loro -
Un minuto dopo sono fuori di casa.
Le sue ultime parole mi hanno fatto provare talmente tanti brividi che non capisco se sono ancora in piedi.
Ha sempre fatto questi pensieri su di me?
-L'idea del tavolo non era abbastanza allettante per te? -
Mi guardo intorno senza rispondere.
Mi prende il polso e lentamente mi trascina in una stanza, probabilmente una specie di palestra, a giudicare dall arredamento.
In mezzo alla stanza c'è una grande palla rossa, una di quelle che si usano per fare alcuni esercizi di ginnastica.
Mi fa sedere davanti a quella e comincia a baciarmi, poi mi spinge all'indietro, facendomi stendere sopra la palla.
Il fatto di avere la testa all'indietro e di non poterlo vedere non mi attira molto.
Sento le sue mani scorrermi sul viso, sulle spalle, sui fianchi, sul bottone dei jeans, tirandoli molto lentamente fino alle ginocchia.
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•SUMMER PARADISE•
FanfictionTRATTO DALLA STORIA: ...-ti voglio. Qui, ora.- mi disse e io tremai alle sue parole. -baciami- dissi io con le lacrime agli occhi. -guardami- mi ripetè. -cazzo Vane guardami!- -io...io...- rimasi lì. Con lui. Accasciata al suo petto mentre mi strin...