5. il piano

676 23 5
                                    

Ciro
Ciò che temevo mio padre decidesse era giunto alle mie orecchie.
Dovetti accettare.
La prima regola è quella dell'appartenenza.
Anche tu mi appartenevi, ma non quanto mio padre.

L'unica persona della famiglia che ormai mi restava, non potevo rischiare di perdere anche lui.

Avevo accettato ma con dei compromessi che mio padre dovette per suo dispiacere accettare.

Mi sarei messo con un altra donna, da lui scelta.
Non ci saremmo mai sposati ufficialmente, ma sarebbe stato un finto matrimonio in quanto io non avrei mai divorziato da te.
L'avrei messa incinta.
Non avremmo mai condiviso la casa.
In casa mia potevamo abitarci solo noi due, e così sarebbe rimasto.

Ma tu, non ne saresti mai stata a conoscenza di ciò, o mi avresti scoperto.
Non potevo permetterlo.
Anche tu come gli altri dovevi credere che mi fossi davvero sposato con un altra.

Quea sera non tornai più a casa.
Non avevo il coraggio di vederti dopo ciò che avevo stabilito con mio padre e dopo ciò che avevo combinato quella mattina.
I sensi di colpa.

Papà ha sempre detto che l'amore rende deboli, non ho mai creduto fosse vero, non prima di conoscerti.
Mi hai reso forte e allo stesso tempo anche debole.

Elisabetta
Guardavo sul comò del salone quella piccola cornice con raffigurati noi due.
Facevamo davvero invidia al mondo.
Pagherei oro per rivivere quei momenti così spensierati.

Pagherei oro per rivivere quei momenti così spensierati

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Chissà se ricordi questa foto, o meglio, questa serata.
Fu il nostro primo appuntamento.

Mi sentivo sicura più che mai, sentivo che non potesse accadermi nulla perché tu lo avresti impedito.
Eppure ti conoscevo da soltanto due giorni.

Ciro
Mi ero rintanato a casa del mio più fedele amico, che in amore era messo peggio di me ma per sua scelta.
Aveva divorziato da Carmela per tradimento e Teresa non voleva saperne più nulla di lui.
Ora viveva solo e si occupava di suo figlio alternandosi con Carmela.

<oh Cirù comm staje fort!> ci salutammo alla solita maniera con un accenno di abbraccio.

<fratm.
C sta pur Ciruzziell ca.> sorridevo quando entrando in cucina vidi il mio bellissimo nipotino, che in mio onore aveva acquisito il nome.

<ogg finalmente m l agg tenè ij.
Allor tutt appost?> mi chiese schiattandosi completamente sul divano affianco a me.

Ci accendemmo una sigaretto e iniziammo a parlare, oltre te solo con lui riuscivo a confidarmi.
Eravamo amici dalla nascita, eravamo cresciuti insieme.

<papà, vo ca m spos cu nat.
Per la questione dell'erede.> sbuffai io cacciando fuori tutto il fumo bianco che mi rilassava un minimo.

<e tu, ch vuo fa?
Lass a Elisa?>

La domanda fatidica a cui non avrei mai voluto rispondere.

<ij vogl sta cu ess, nun a vogl lassà.
Ma comm facc?
Nun pozz tradì a papà.> dissi sinceramente.

<sacc ij ch può fa, ho un piano, però te sta accort.> aprì bocca dopo qualche minuto di puro silenzio.

Lo incitai a continuare, il suo piano era giusto.
Ma avrei tanto voluto non dover fare nulla e vivere il nostro amore in tranquillità.

<fai in modo ch ess nun o ven a sapè.
Insomma, la lasci uscire solo con te.
Non saprà mai nulla.
A Napoli comandiamo noi, a gent nun parl fuori posto nguoll a nuje.
Cia può fa?> mi illuminò la mente con la sua idea.

<c prov.
Ij nun a vogl lassà.
Ch situazion e merd!> imprecai dando un pugno al divano.

Elisa
Ero avvolta nelle coperte sull'enorme divano, guardavo un film su Netflix proiettato dall'enorme schermo del televisore.
Bussarono alla porta, tu non bussavi mai.
Così incuriosita mi alzai guardando dallo spioncino chi era lì fuori.
Temevo fosse qualcuno di scomodo, un tuo nemico.
Invece era tuo padre.

Cosa voleva lui da me?
Sapeva benissimo che non eri in casa, se era qui era per me.
E qualcosa mi diceva che non era alla nostra porta per qualcosa di buono.

Bussò nuovamente e così con una strana sensazione aprì la porta.

<buonasera Don Salvatore, cosa ci fate a quest'ora qui?> dissi cortesemente, era pur sempre sera.
Era così urgente?
Iniziavo a preoccuparmi.

<cià nennè, Ciro non è in casa eh?> mi domandò cercando di guardare alle mie spalle, in casa.

<no non è qui, è uscito da dopo pranzo.>

Lui non sapeva nulla della nostra attuale situazione, pensava fossimo sempre uniti e legati come la prima volta.
Peccato che non era più cosi.

<pozz trasì?
Voglio fare due chiacchiere con te.> mi dissecon un tono così serio da mettere i brividi.

Da lì a poco sarei venuta a conoscenza di qualcosa che mi avrebbe sconvolto.

Lo lasciai entrare in casa, e dopo avergli offerto qualcosa da bere ci sedemmo a tavola.

Non ero pronta ad ascoltare ciò che stava per dirmi.
Avrei preferito che tu, fossi onesto con me.

<nennè lo sai che mi sono affezionato pure io a te, e m dispiac assaje ca tu e Ciro nun putit avere figli.
Però per Ciro è importante avere un erede avanti, pronto a prendere il suo comando quando sarà.> iniziai già a sentire un nodo stretto in gola a quelle parole.
Le ferite si riaprivano.

<Don Salvatore non è colpa mia, non capisco cosa state cercando di dirmi?
Io vorrei tanto dei figli con Ciro, e ci soffro sempre.> fui sincera, e abbassai lo sguardo sentendomi intimorita dall'uomo avanti a me.

<Ciro si sposerà presto con un altra donna.
Nel giro di qualche mese, o forse settimana.
Tu devi farti da parte.
Nun putit sta chiù nziem.>

<cosa?
Impossibile.
Ciro non lo farebbe mai.> rimasi pietrificata, e sentivo il mio cuore spaccarsi in mille pezzi.

<iss o sap.
Ma vuole che tu rimani qua con lui.
La moglie non vivrà mai qua, iss nun vo.
E non vuole che tu lo sappia.
Picciò...facimm appost che quest incontro non c'è mai stato.
Vabbuo?> si alzò in piedi aggiustandosi la giacca pronto ad andare via.

Io annuì debolmente mentre cercavo di digerire la notizia.

<M dispiac, ma questo è il dovere.
Mo m vac, a breve torna Ciro, è megl ca nun m ver ca o po sospettà.> si voltò andando via mentre io ero immobile ancora seduta.

E così avevi deciso di sposare un altra.
Ma perché continuavi a volermi con te?

Con le lacrime agli occhi mi addormentai, così da non vederti una volta tornato.
Non ero affatto pronta a vederti in faccia.

lesioni al cuore// Ciro Ricci Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora