15. la minaccia

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Carmela
Fortunatamente per me Edoardo si era leggermente ripreso, ora stava decisamente meglio.

<Eduà ho bisogno di sapere, non è solo per te.
Che succies tra Don Salvatore e Ciro?> chiesi insistentemente.

Ciro aveva riportato con se Elisa e io sentivo ci fosse qualcosa che entrambi cercavano di nascondere, qualcosa di molto serio.

<Carmè...sono fatti di Ciro ed Elisa.
Ij nun pozz parlà.> sbuffò mio marito, sapevo quanto ci tenesse alla fiducia di Ciro.

<ij nun dic nient, però ho bisogno di sapere che sta succedendo tra voi.
Don Salvatore non vi riduce accussì senza un valido motivo.
Ciro è semp o figl.> cercai di convincerlo, e ci riuscì.

<Don Salvatore è troppo accecato dagli affari, non è più lucido.
A minacciat a Cir.>

<ch signific che ha minacciato a Ciro?!> ero molto più che sbalordita.

<Vuole l'erede.
Ciro nun s vo spusa, vo sta cu Elisa.
Vuole ucciderla, se lui non si sposa a un altra.>

ElisabettaEravamo arrivati a casa nostra, non volevo scendere quindi mi avevi portata di forza in casa chiudendo ovviamente a chiave la porta

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Elisabetta
Eravamo arrivati a casa nostra, non volevo scendere quindi mi avevi portata di forza in casa chiudendo ovviamente a chiave la porta.

<Ciro perfavore non ricominciare, avevamo preso una decisione insieme per una volta!> mi lamentavo subito, era una tortura stare sola con te.
Non per qualcosa, ma perché nonostante ttto continuavo ad amarti e faceva male non poterti stare vicino come una semplice moglie.

<tu hai deciso, io ti ho solo accontentata!
Però mo bast.>

Una tua mano si posava dietro la mia schiena avvicinandomi più a te, dovetti inarcarmi per non finire labbra contro labbra.

<ij nun riesc a sta luntan a te.
P te accir pur o sang mij.>

Non capivo cosa volessi dire con quella frase, ma sentivo un nodo allo stomaco, qualcosa mi diceva che qualcosa non andava.

Il sesto senso di una donna, non sbaglia mai.

<Ciro che significa?
Dimmelo, mi fai preoccupare.
Cosa c'entro io?
La tua famiglia?> chiesi a raffica slerando di avere da te qualche spiegazione concreta su cosa stava accadendo.

<nun è nient, nun c pnsa.>

<Ciro dimmelo, che succede?> insistevo e insistevo, ho sempre odiato avere le cose nascoste.
Soprattutto se quel qualcosa trattava di me o di te.

<vasm, e po to spieg!>

Ti catapultasti improvvisamente sulle mie labbra, spingevo le mani sul tuo petto per liberami ma ciò che ottenni fu essere presa in braccio e inchiodata al muro.
Continuai comunque a dimenarmi.
Mi chiedesti l'accesso con la lingua e fu in quel momento che mi lasciai andare presa dalla passione.

Avresti tanto voluto continuare, anche io, ma non potevo permetterlo.

<Ciro, fermati.
Non posso perdonarti così.
Dimmi, che succede?> mi scostai dal tuo bellissimo viso scendendo da te tuffandomi nei tuoi occhi in cerca di una verità che non sapevo fosse molto crudele.

<riguarda te Elì.
Tu sei al sicuro solo con me.
Non devi avere paura se ci sto io, vabbuò?>
mi prendesti il volto tra le mani mentre ci guardavamo negli occhi.

Continuavo a non capire cosa stesse succedendo.
Ero nel mirino di qualcuno, colui che doveva essere mio suocero, un secondo padre per me.

<chi ce l'ha con me Ci?
Perché?> riuscì soltanto a dire mentre il mio cuore batteva all'impazzata.

<papà nun vo chiù ca sto cu te.
Vuole un erede.
Ma ij nun vogl sta luntan a te.
Ha minacciato di ucciderti se non faccio quello che vuole.> bastarono queste frasi a farmi morire dentro.
Ennesima delusione.

Sapevo ormai che Don Salvatore non volesse più me come compagna di suo figlio, ma non credevo arrivasse a minacciarlo di uccidermi.

<uccidermi?
Stai scherzando?> non riuscivo ancora a crederci, speravo con tutto il cuore fosse uno dei tuoi giochetti.

<oh, tu nun te preoccupà si staje cu me.
E capit?> cercavi di tranquillizzarmi ma era tutto inutile, e c'era una cosa che non mi era chiara.

<perché non lo ascolti?
Fai sempre quello cue vuole lui, perché ora no?
Vuoi che mi uccida?> potevo sembrare cattiva, ma non lo ero, era pura verità.
Mi avevi lasciato inserendomi in un tunnel di sofferenza solo per il volere di tuo padre.

<ij vogl sta cu te, patm s add fa e cazz suoje.
Io ti proteggerò sempre.
Iss nun t tocc nemmem.>

Mi allontanai di poco girando su me stessa, cercavo di sbollire la situazione.
Mi sentivo esausta.

<Elì...ij senz e te nun so nisciun.
Non vivo senza te.
Mo viè ca e facimm pac.>

Mi voltasti velocemente provando a baciarmi ma io mi scansai nuovamente.

<Ciro non puoi sistemare tutto così lo sai?
Non ti rendi conto del male che mi hai fatto.> dissi seriamente con un senso di amarezza.

<o sacc, so nu strunz.
Però  to giur mi farò perdonare ogni giorno.
Facc tutt chell ch vuò, però non vietarmi di amarci.>

lesioni al cuore// Ciro Ricci Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora