7 | Favori reciproci

1.4K 106 247
                                    

Corsa
/cór·sa/
Modo di locomozione veloce per il quale si solleva un piede prima di aver posato l'altro.

Corsa/cór·sa/Modo di locomozione veloce per il quale si solleva un piede prima di aver posato l'altro

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

𝙰𝚛𝚝𝚎𝚖𝚒𝚜𝚒𝚊

«Per quanto ancora hai intenzione d'ignorarmi?» Rea mi segue in cucina, «E' già passata una settimana, potresti iniziare a parlarmi come una persona civile?»

«Sono passati nove giorni, non sette.»

«Ti prego Artemis, andiamo.»
Se mi avessero detto che avevano avuto un problema di qualsiasi natura, non avrei avuto dubbi nel ripensare alla loro assenza al mio compleanno come una lotta contro il tempo andata male. Ma quando mi hanno detto che si sono semplicemente rese conto che ormai era troppo tardi per festeggiare i primi minuti del giorno con me ed hanno deciso di rimanere lì, ho smesso loro di parlare.

«Erano già le una di notte, saremmo state in ritardo per farti gli auguri allo scoccare della mezzanotte.»

E' ridicolo come continui a portare avanti questa giustificazione. «Meglio un'ora dopo che la mattina successiva, non credi?» La supero dandole le spalle.

Dopo che quel gruppo di ladri è uscito e gli ormoni hanno smesso di rendermi vigile, ho avuto una crisi di pianto terrificante. Mi sono chiusa in camera per ore, tremando col naso che mi colava fino alle labbra. Non smettendo neanche quando ho riconosciuto la voce di mia sorella ridere nel corridoio. Era già mattina, ma ho aspettato tornasse ad occhi sbarrati raggomitolata sul materasso.

Non le ho detto niente di quello che è successo.

Volevo, ma quando mi hanno spiazzato con la cavolata del ''Era troppo tardi per tornare'', ho taciuto su ogni cosa.

La consapevolezza d'aver avuto la fortuna sfacciata di non aver incontrato persone che volevano farmi male, mi ha fatta crollare. E' stata quella certezza a rendermi così insofferente alla loro stupida scusa.

So che sarebbe potuto capitare in altre dieci occasioni, ma Rea doveva essere con me quella notte, doveva stare con me la notte del mio compleanno. Con me, non con Anastasia.

«Te l'ho detto che era meglio dirle qualcos'altro.» Commenta Stasia, come se io neanche fossi lì con loro.

Non so se a farmi arrabbiare di più sia la verità o il fatto che stia suggerendo che avrebbero dovuto dirmi un'altra bugia.

Non so quale delle due mi deluda di più.

«Non dovevate uscire?» le sollecito ad andarsene. Non ho voglia di discutere o di parlare ancora di questa storia.

PolarisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora