⚠️IMPORTANTE⚠️
In questo capitolo si accennerá a cose che accadono in un determinato locale di natura violenta ed immorale, se ciò che leggete non vi piace, vi disturba o reca fastidio, vi consiglio d'interrompere la lettura della storia🩷
...perché infondo mi conoscete🤡 amo i dettagli e se ad esempio accennerò ad ✨orgie ✨ (non è questo il caso ma è per farvi un esempio), posso assicurarvi che vi descriverò precisamente cosa vedono gli occhi di Arty come se ci foste anche voi lì con lei.[🧍🏻♂️] Non posso etichettare la storia come Dark Romance poiché la storia d'amore non lo è, ma saranno dark e perversi tanti temi che tratterà.
[🌀] Detto questo, vi consiglio di rileggervi il primo capitolo nel caso in cui vi sia sfuggito un dettaglio che verrà ripreso in questo!
Buona lettura cuori💛
𝙰𝚛𝚝𝚎𝚖𝚒𝚜𝚒𝚊
«Escludendo secondo l'opinione prevalente i virus, è la cellula l'unità morfologico-funzionale degli organismi a rappresentare la più piccola struttura ad essere classificabile come vivente.» dal computer, la voce della professoressa mi arriva affievolita mentre passo il filo sul blocco di pelle sintetica per esercitarmi sulle suture. Mi avvicino la lampada col gomito e provo a passare l'ago all'interno delle pareti del taglio.
Il cellulare squilla sul letto facendomi perdere la concentrazione, provo a ignorarlo avanzando con la fronte rivolta verso il blocco per guardare meglio quello che sto facendo. L'ago è andato troppo in profondità, non va bene, così sono costretta a sfilarlo con le pinzette. Provo a inserirlo di nuovo ma il telefono prende a squillare un'altra volta facendomi sbagliare punto. Dannazione! Mi alzo e rispondo: «Rea mi sto esercitando con le suture, che ti serve?» blatero stringendo il cellulare fra l'orecchio e la spalla per lasciarmi le mani libere.
«Ti stai già preparando per la prossima volta in cui qualcuno di noi farà a cazzotti? Gentile da parte tua principessina, gentile assai.» I miei genitori mi chiamano sempre la mattina e mia sorella è l'unica altra persona con cui scambio due parole al telefono, non mi aspettavo che a rispondermi di mercoledì sera fosse di certo Neil.
«Koreatown, undicesima strada, numero ventiquattro. Ti stiamo aspettando qui.» ammicca riattaccando senza darmi il tempo di scusarmi per averlo confuso con Rea.
Come se mi avesse proposto un viaggio alle Hawaii, i miei piedi si muovono verso il corridoio da soli. Agguanto una felpa dal mucchio di quelle trasandate di mia sorella e l'indosso sopra il reggiseno, visto le temperature stranamente basse di stanotte.
Quando dopo mezz'ora inizio ad addentrarmi in un vicolo poco angusto e con scarsa illuminazione, mi chiedo se l'indirizzo sia giusto accusando la mia stessa memoria. Rallento e mi guardo intorno fin quando non intravedo quattro figure alte sovrastarne due minute. Il primo fisico di spalle che riconosco è quello di Nyx, il più aitante dei quattro, seguito dall'altezza simile alla sua di Blaze.
Davanti ad una costruzione vecchio stile con una facciata di mattoni rossi sbiaditi e finestre sporche, ridacchiano indicando la scritta sul portone così scolorita da uniformarsi al legno dell'insegna.
STAI LEGGENDO
Polaris
RomanceNyx. Tripla Enne, Libro primo. "I miei muri sono troppo alti per essere raggiunti da qualcuno? O forse, nessuno ha mai voluto davvero arrivarci?" Avete mai sentito parlare di Skid Row? Scommetto di no. Si trova ad un quarto d'ora da Beverly Hills...