compleanno
/com·ple·àn·no/
Il giorno anniversario della nascita, natalizio, genetliaco.𝙰𝚛𝚝𝚎𝚖𝚒𝚜𝚒𝚊
«Dei ladri ti sono entrati in casa?» guardo sconvolta Anastasia, mentre Rea beve l'acqua a grandi sorsate, quasi disinteressata. Sicuramente, non affatto stupita.
«Due settimane fa, non in quella principale ma in quella dei miei nonni. Nessuno sta più lì da anni ma mia mamma si è comunque rifiutata di venderla.» alza le spalle.
«E' la sua casa d'infanzia, ci sarà legata.» penso ad alta voce, ricordandomi l'affetto morboso che la signora Wilkinson mostra prematuramente verso chiunque le presti attenzione per più di cinque minuti. Doveva essere attaccata a sua madre in modi inconcepibili per noi tre.«Se ci teneva così tanto poteva almeno metterci dei cancelli. Quella villa è più accessibile delle gambe di tua sorella.»
La faccia di Rea assume un'espressione offesa, «Non davanti ad Artemis, meretrice che non sei altro.» la sfida, abbassando il tono di voce.
Anastasia fa una smorfia, «Ha diciott'anni, anzi, fra qualche ora diciannove. Non credi possa ascoltare qualche battutina? E poi, non provare a darmi della poco di buono...vuoi forse che ti ricordi come Sabato scorso ti abbia beccata chiusa in camera con due ragazzi?»
«Stavamo guardando un film.» la fulmina Rea arrossendo, in imbarazzo per essere stata esposta in questo modo davanti a me.
«Lo stavate guardando o registrand-» mia sorella l'attacca lanciandole un patatina dritta in gola facendola tossire.
Le guance le si sgonfiano e le diventano gli occhi lucidi. Detesto quando mia sorella si sente a disagio con me nel parlare di argomenti del genere, tanto da provare a soffocare la sua migliore amica. Trovo assurdo che porti a casa vestiti sporchi di sangue e poi si senta in imbarazzo nel confessarmi le sue avventure sessuali.
Rea la guarda soffocare trattenendo una risata, «Che hanno preso i ladri?» ritorna al discorso precedente, passandole dell'acqua.
«Col-lane, gioielli e le cose più di va-lore che c'erano.» risponde ansante tra un attacco di tosse e l'altro.
«Mi dispiace.» rientro della conversazione. Sia per gli oggetti rubati che per i modi barbari di mia sorella di gestire le cose.
Si toglie una lacrima all'angolo dell'occhio, «A me non cambia molto. E' morta quando avevo cinque mesi quindi è come se non l'avessi mai conosciuta. Ma i duecentomila dollari che mi ha lasciato dal testamento, quelli sì che me li ricordo.» sorride legandosi i capelli. «Soldi che tua sorella mi stava persino per far perdere a-» Rea smette di lanciarle occhiatacce e le blocca direttamente la bocca con la mano.
Alterno lo sguardo tra loro due facendo finta d'essere disinteressata, non insisto oltre sul sapere ciò che non mi vuole dire. Mi concentro a guardare le dita affusolate di Rea spiaccicate sulla bocca larga di Anastasia. «Dove andrete la prossima volta?» chiedo prendendo una patatina, scartando quelle classiche per aprire il pacchetto di quelle quadrate piene di pepe.
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Polaris
RomanceNyx. Tripla Enne, Libro primo. "I miei muri sono troppo alti per essere raggiunti da qualcuno? O forse, nessuno ha mai voluto davvero arrivarci?" Avete mai sentito parlare di Skid Row? Scommetto di no. Si trova ad un quarto d'ora da Beverly Hills...