Pilot

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tre anni prima.

"Hey El, oggi vengono i ragazzi. Non li vedo dall'inizio dell'estate potresti cercare di non litigare con JJ?"

Alzai la testa verso mio fratello distaccando i miei occhi, e la mia attenzione, dal mio quaderno di matematica.
John B era davanti a me appoggiato al tavolo della cucina e mi atava guardando con i suo occhioni bellissimi e uguali ai miei.

"Potresti cercare di non farmi prendere in giro?" Domandai a mia volta alzando un angolo della bocca.

Mio fratello scosse la testa e camminó verso il frigo della cucina, prese una bottiglia d'acqua, la stappó e ne bevve un sorso.

"Io non capisco tutta questa voglia di litigare.
Tu hai tredici anni, lui quattordici, potreste anche smetterla, no?" Disse per l'ennesima volta. Quella frase me la ripeteva da praticamente cinque anni.

"Vallo a dire al tuo amichetto, io non inizio mai!" Risposi riportando la mia attenzione sui compiti di matematica che avrei dovuto fare durante l'estate, e non due giorni prima dell'inizio della scuola.

Ero stata così bene durante l'ultima estate senza gli amici di mio fratello sempre per casa, non avevo proprio voglia di tornare alla solita routine.

Conoscevo Jj Maybank e Pope Heyward da cinque anni. Entrambi erano amici di John B e stavano a casa nostra qusi ogni giorno, ed io non dovevo lamentarmi.

Pope era sempre stato abbastanza sopportabile, certo quando non si metteva a fare comunella con gli altri due. Ha sempre amato studiare ed è sempre stato un po' strano, ma comunque è un pouge, è lo rispetto!

A differenza di Jj. Quest'ultimo invece non mi è mai andato molto a genio. Sin da quando lo conosco abbiamo sempre litigato, ci siamo sempre presi in giro a vicenda e non ho mai capito perché stuzzicarci ci sia sempre piaciuto così tanto, perché è evidente che ci abbiamo sempre trovato gusto! Lui e mio fratello erano amici dalla terza elementare, il biondino non ha mai avuto una famiglia molto... presente diciamo, e perciò passa la maggior parte della sua vita allo chateau.

Durante quell' ultima estate, io e John B abbiamo seguito nostro padre in un viaggio di lavoro, stando su una barca più di quanto ci stessimo nelle Outer Banks, il mio rapporto com John B si era stretto ancora di più, e non ero pronta a condividerlo di nuovo con gli altri.

Per me averli sempre per cas era esaustivo e triste. Oltre al mio rapporto e esistente con i due, ero anche abbastanza invidioso.
Non avevo mai avuto un'amica, diversamente da mio fratello. Non mi piaceva molto legarmi alle persone, e forse era anche per questo che con Pope ed il biondino non avevo mai legato un granché, e probabilmente la colpa era di nostra madre, che, chissà dove si trovava.

Improvvisamente sentii qualcuno bussare alla porta e delle risate provenire dal medesimo posto.

"El, i ragazzi sono arrivati. Puoi aprire tu?"
Urlò ad un certo punto mio fratello dal bagno.

Mi alzai svogliatamente dalla sedia in legno del tavolo in cucina e mi diressi verso la porta, anch'essa in legno, di casa.
Appena l'aprii due occhi oceano si puntarono nei miei.
L'inferno era ufficialmente cominciato!

"Ma guarda un po' chi fa gli onori di casa!
Ciao Moody." Disse Jj entusiasta.

Lo guardai male, già esausta del suo comportamento.
Odiavo quando mi chiamava così.
Ma poi, perché mi chiamava così?

"Jj non iniziare." Puntalizzó mio fratello da dietro di me salutando poi il suo migliore amico con un cinque.

"Ciao Pope." Salutai l'unico intelligente nella stanza prima di tirare un'occhiataccia al biondino.

Annunciai che me ne tornavo in cucina per fare i compiti e poi mi avviai lì.

Mentre calcolavo espressioni a caso, senza capirne neanche il significato sentivo le loro voci e le loro coinvolgenti risate solleticarmi le orecchie, e in quel momento avrei tanto voluto fare parte anche io di un gruppo, avere semplicemente un'amica o un'amico.

"Speri di diventare più intelligente Moody?"
Oh no.
Alzai gli occhi al cielo e sospirai, nell' esatto istante in cui la voce squillante di Jj Maybank mi rimbombó nei timpani come un campanello d'allarme.

"Puoi lasciarmi in pace? Almeno per oggi." Chiedi cercando di evitare quei maledetti occhi.
"Aapetta, fammi pensare..." disse grattandosi il mento e alzando gli occhi al cielo, a quel punto seppi con precisione che la risposta era un 'no'.

"Okay, va bene." Aspetta cosa? Non aveva mai accettato una cosa del genere, il biondino.

Jj si chinó com la faccia vicino alla mia, e sfiorandomi le sue labbra sul' orecchio sussurrò qualcosa che avrei dovuto aspettarmi.

"Però ovviamente voglio qualcosa in cambio."

Lo spostai immediatamente spintonandolo con una mano poggiata sulla sua guancia e immediatamente sentii la mano a darmi a fuoco.

"Che cosa?" dissi sbuffando.
"Alzati." Lo guardai male e poi feci esattamente quello che voleva.

Appena fui in piedi il biondino appoggio la fronte sulla mia e sorrise. Il solito ghigno alla Jj.

Rimasi immobile, con il corpo
in fiamme e il respiro mozzato.
Perché stavo avendo quella reazione al contatto col suo corpo?
Provai in tutti i modi ad allontanare, ma il mio cervello non riusciva a comandare il corpo e le mie azioni.

"Vedi di farti degli amici quest' anno, ed io ti darò meno fastidio." Sussurrò sorridendo, fissandomi intensamente le labbra, o forse era solo una mia impressione.

"Jj, staccati." Dissi piatta, mettendo le mie mani sul suo petto e spingendolo via.
"Sai benissimo che non riesco a fare amicizia." Aggiunsi poi risedendomi sulla sedia e sistemandomi i capelli.

"Tu provaci!" Esclamò il biondino uscendo dalla cucina sorridendo.

Certo J, provare a fare amicizia.
Io non ero come te, non parlavo con chiunque, non mi fidavo di nessuno sopratutto.

Ero condannata a litigare ancora con il biondino, per sempre!

Negare a volte non basta. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora