Capitolo 7.

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Era notte fonda quando mi arrivò quel messaggio.
Rafe Cameron voleva uscire di nuovo con me, ed io ne ero estasiata.

Quando avevo capito di interessargli non ci credevo neppure io. Piacere ad un ragazzo, ad un Kook, ad un Cameron. Roba dell' altro mondo!

Per tutta la notte non chiusi occhio. L'ansia e l'agitazione del primo appuntamento mi stava divorando dall'interno.

Alle sette del mattino giravo già per lo chateau. Mi ero fatta una doccia, avevo fatto colazione e messa il miglior costume che avessi nell'armadio, era rosso e risaltava la mia abbronzantura.

«El...» Buascicó improvvisamente mio fratello, sbucando dentro la cucina assonnato.
Dovevo averlo svegliato nel preparare la roba da portare in spiaggia.
«Che cosa stai combinaaando?» domandò dentro ad uno sbadiglio, non appena alzai gli occhi verso di lui.

«Rafe Cameron mi ha chiesto di andare in spiaggia con lui.»Dissi velocemente, infilando nella borsa del mare il mio asciugamano, la spazzola e una bottiglia d'acqua. «Devo essere li tra tipo...» Alzai di nuovo gli occhi, ma ata volta verso l'orologio attaccato alla parete, notato lo sguardo accigliato di John B, «Tra venti minuti esatti? Devo sbrigarmi o non arriverò mai alla spiaggia dei Kooks in tempo» Urlai recuperarando tutto e correndo in camera mia per prendere il cellulare.

«C'è fammi capire: Ti ha invitata ad un appuntamento e nemmeno ti viene a prendere?»Chiese mio fratello piazzandosi davanti alla porta.

«Tranquillo fratellone non importa».
Il biondo alzó le spalle guardandomi con gli occhi leggermente frustrati e poi scosse la testa.

Aveva ragione lui: Rafe sarebbe dovuto venirmi a prendere, o almeno avrebbe dovuto scegliere una spiaggia più vicina, ma poco importava se gli piacevo sul serio.

Pedalai sulla mia bicicletta nera fino alla spiaggia dei kooks e la parcheggiai vicino alla staccionata della spiaggia.

Il mare era così incazzato che solo quando mi resi conto che le onde erano talmente alte da poter fare surf, notai che anche il cielo minacciva di far cadere giù la pioggia, la mia amata pioggia che stava per rovinare il mio "appuntamento".

Passò un'ora, poi due ed improvvisamente le otto del mattino diventarono le dieci, e poi si aggiunsero anche altri venti minuti.

Fu in quel momento che persi tutte le mie speranze ed iniziai ad incamminarmi verso la mia bici, notando un biondo abbastanza alto correre verso la riva e recuperare un pallone da pallavolo, ovviamente, neanche a dirlo, quel biondo era proprio Rafe,  che si divertiva noncurante insieme ai suoi amici in spiaggia.

Gli mandai un messaggio, curiosa di capire se voleva davvero vedermi.

Ei Rafe, tra quanto arriverai? Ti sto aspettando da ore ormai.
Scrissi velocemente, poi riposi il cellulare nella tasca posteriore degli shorts e tolsi la catena dalla bicicletta

Vidi una ragazza castana alzarsi dal suo asciugamano e passare qualcosa a Rafe, capii che era il suo cellulare solamente quando il mio squilló l'arrivo fi una nuova notifica.

Scusa bellissima ma sono malato, non riuscirò a venire.

Alzai gli occhi verso di lui e lo vidi ridere di gusto con la ragazza, a quel punto capii che mi aveva presa in giro sin dall'inizio.

Iniziai a pedalare verso casa, immaginando di avere la mia solita espressione incazzata sul viso. Volevo fargliela pagare a tutti i costi a quel cretino fi Rafe Cameron.

Lungo la strada mi fermai al supermercato per prendere qualcosa di commestibile da mettere sotto i denti, quella giornata afosa mi stava sfiancando.
Entrata all'interno salutai Enzo, un amico di mio fratello e Jj, che lavorava part time in quel supermercato e mi diressi verso le barrette di cioccolato, acchiappando la mia preferita, ma sfortunatamente, l'occhio mi cadde su una bottiglia di vetri trasparente, posizionata poco distante da me.
Approfittai di essere sola in negozio e dissi al ragazzo riccioluto che mi mandava mio featello, e perciò mi ritrovai a camminare storta, con la bici in una mano e la bottiglia di vodka nell'altra, mentre la sorseggiavo con nonchelance.

Poco prima di arrivare allo chatou capii il motivo di quell'affa malvagia, infatti delle goccioline smeore più veloci iniziarono a cadere maestose a terra e sul mio corpo, inzuppandomi i vestiti e il viso già bagnato dalle lacrime. Buttati la bicicletta nera a terra davanti alla porta d'entrata e spalancai la porta.

«Ei moody fa attenzione », sbraitò il biondino seduto sul divano dello chatou, degli altri nessuna traccia.

Risi guardandolo alzarsi e venire verso di me.

«Cazzo Ellen, che stai facendo? Sei impazzita?»Domandò poi accigliandosi, cercando di togliermi la bottiglia, ormai quasi vuota, dalle mani.
«Sto benissimo, non preoccuparti rompipalle.»
«Ma l' hai bevuta tutta?»Mi accusó alzando la bottiglia all'altezza del suo viso, poi la poggió sul tavolino.

«El, che succede?»Domandó calmo.
«Non ti riguarda, lascia perdere.» Urlai spintonandolo verso il divano con scarsi risultati, difatti, il biondino mi prese per un polso attirandomi verso di lui.

«Io non lascio perdere se si tratta di te, dovresti averlo capito» Mi sussurró a pochi centimetri dal viso. «Perciò, ora parla!»Mi impose facendomi sedere con lui sul divano e passandomi un bicchiere d'acqua che doveva aver preso prima che io arrivassi.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 22, 2023 ⏰

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