Negare a volte non basta.

Capitolo 5.

Guardare la luna, per me, era sempre stato un momento di liberata e serenità.
La luna rappresentava la mia confort zone.

Internet direbbe, scientificamente, che è un satellite della Terra e che risplende grazie alla luce riflessa del Sole
Oppure, che è per eccellenza, il simbolo legato dell'immagine femminile, un simbolo d'intuizione e di fecondità, di purezza e di ombra, di eternità e luce divina.
E addirittura, se cercate su internet, troverete sicura scritto, che la luna ha le sue fasi- crescente, piena, calante e nuova-, e ognuna di esse stabilisce un movimento continuo e perenne di rigenerazione.

Con quest' ultimo punto sono d'accordo. Per me stare a guardare la luna per tutta la notte, sulla passerella o nel giuridino dello chatou, era anche rigenerazione.

Ma per me la luna era anche altro.
Con il suo scintilló argentato e splendente, magico e, soprattutto, pulito, mi dava un senso di tranquillità e di chiarezza incredibile.

La notte era sempre stata il mio momento preferito, e la luna l'unica fonte di luce che mi capiva in mezzo al buio, e quanto avrei voluto una persona che mi capisse quanto la mia amata e splendida luna.

"El." Sussurrò una voce dolcemente. Sorrisi tra me e me sapendo a chi appartenesse quella cauta e gentile sinfonia.

"Sorellina." Sussurrò ancora, molto più vicina al mio orecchio.

Aprii immediatamente gli occhi risvegliandomi dal mio dormiveglia.

Ero ancora seduta sul legno del pontile ma ero finita con la testa appoggiata al palo di legno, mentre le gambe penzolavano giù dal pontile e mi stavo quasi addormentato.

Voltai lo sguardo verso John B proprio nell' esatto momento in cui mi posó la sua camicia sulle spalle, a qul punto la infilai riuscendo a coprire le mie spalle e la mia schiena scoperti dal top nero che avevi indosso. Lui intanto si sedette proprio accanto a me.

"C' è vento piccola, dovresti tornare in casa." Mi ricordò premuroso mio fratello.
"Cinque minuti dai." Cantilenai mentre spostavo la mia testa sulla sua spalla e sorridevo. Il biondo mi circondó le spalle con il suo braccio possente e abbronzato, e poggiò la testa sulla mia.

"Mi spiace che tu ti sia arrabbiato questa mattina, ma ti giuro che non è successo niente, conosco Jj!" Dissi improvvisamente, cercando di sistemare la rabbia di mio fratello quella mattina, visto che ancora non ne avevamo parlato come si deve.

"Ei El", si scostó dalla mia testa accarezzandomi una guancia con il pollice, "Non sono arrabbiato, davvero. Anzi sono felice che tu non abbia litigato con Jj." Disse poggiando la fronte sulla mia e sorridendo.
E quel gesto simboleggió che era tutto vero, che mi credeva e che era dalla mia parte. Una cosa solo nostra, nata quando eravamo piccoli, che simboleggia a il nostro legame. Fronte contro fronte, una promessa, un gesto fraterno, solo nostro.

"E comunqueee, piccola Ellen" Disse tirandosi indietro e guardandomi mentre rideva, "Tu e Kira siete diventate amiche finemente!" Completò la sua frase guardandomi fiero di me, e non avevo dubbi, John B lo era sempre stato, indipendentemente da tutto.

"Beh si. È Simpatica." Dissi sorridendo.
"Anzi no, è proprio come l' avevi sempre descritta, è meravigliosa!" Aggiunse poi.

"Beh, ne sono felice Sorellina, molto felice." Annunciò poi, prima di stringermi in un caloroso abbraccio.

La mattina seguente- o dovrei dire pomeriggio dato che mi svegliami alle quattro-, subito dopo essermi fatta una rilassantissima doccia, mi arrivò un messaggio inaspettato, che stavo aspettando dalla festa in spiaggia però, e non potei fare a meno di sorridere.

"Salve!" Esclamó la mia nuova amica non appena misi piede nella mia cucina.

Alzai gli occhi dal cellulare e notai Kira Carrera seduta su una sedia che armeggiava con il cellulare, sul tavolo c'erano due birre e mio fratello era seduto dalla parte opposta.