Capitolo 1.

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Lì all'orizzonte, nell'esatto punto dove la luna si scontra con il mare, è in quel breve momento che si amano l'un l'altro.
-marti

Scivolai sul sedile del twinkie subito dopo la fine delle lezioni, mentre John B si sedette affianco a me per aspettare gli altri.

Il penultimo giorno di scuola era, per tutti gli studenti delle Outer Banks, uno dei giorni più belli. Si iniziavano a preparare le feste in spiaggia del giorno dopo e le uscite nei giorni prossimi all'inizio dell'estate.
Ovviamente io lo odiavo. Come odiavo le vacanze estive.

Dopo tre anni di liceo non mi ero ancora fatta un' amico, e sapevo già che vedere mio fratello e i suoi amici divertirsi sarebbe stato, come ogni anno, molto frustrante.
Certo, avrei potuto stare con loro, ma con il biondino non facevo altro che litigare, con Pope non ci parlavo neanche più e Kiara Carrera, l'ultima arrivata tre anni prima, era in realtà una Kooks ed io sapevo benissimo di starle antipatica. Effettivamente non sapevo neanche perché uscisse con loro, per un periodo ero convinta che andasse a letto con uno di loro, ma mio fratello aveva forato che la loro regola era che non si flerta e non si va a letto tra pouges.
Forse era anche per questo che la riccia era loro amica, era così bella che non capivo come potesse non avere un ragazzo.

"Ei spostati moody." disse qualcuno spintonandomi un po' verso John B, e quel qualcuno era palesemente Jj Maybank.
Sbuffai e lo spinsi a mia volta.
"Sai benissimo che questo è il mio posto, rompipalle!" Ribattei guardandolo con uno sguardo di sfida.

Jj sbuffó e poi con un sorriso beffardo mi tiró una ciocca di capelli mentre saliva nei posti dietro, ovviamente 'per sbaglio'.

Me ne stetti in silenzio, non avevo nessuna voglia di ribattere e far entrare mio fratello nella conversazione.

"Allora ragazzi, che si fa oggi?" Domandó John B appena tutti i pouges furono sul twinkie. Sbuffai e portai gli occhi fuori dal finestrino, inserendo le cuffiette nelle orecchie e alzando il volume al massimo.

Volevo solamente trasferirmi in una zona gelida e montuosa finona che l'estate non fosse finita, vole andarmene da li.

I miei occhi si chiusero all'improvviso, mentre una mano alquanto calda mi accarezzava i capelli e la spalla destra, e si si riaprirono solamente arrivati a casa.

"Ellen!" Mi sbraitó qualcuno nelle orecchie, e quel qualcuno era sempre lui oh.
"Che vuoi J?" biascicai mentre mi stiracchiavo la schiena. "Lasciami in pace stronza." Lo zittì subito appena aprì bocca con quei suo sorrisetto smagliante e malizioso.

Recuperai lo zaino e superai il biondino seguendo gli altri dentro lo Chatou, mi buttai immediatamente sul letto inerme e stanca.
Ero esageratamente stanca, ed era ovvio io perché! La sera precedente ero rimasta fino a notte fonda seduta sul porticciolo del mio giardino a fissare la luna per un tempo indeterminato, fino a quando mio fratello mi aveva risvegliata dal mio stato di trance ad occhi aperti per accompagnarmi letto.

Presi un libro dalla mia, ormai disordinatissima, libreria e mi posizionati seduta sul letto con le spalle rivolte verso il muro, a leggerlo.
Devo ammettere che il mio libro preferito era ormai molto ingiallito e le pagine persino sgilualcite, ma amavo la trama e niente poteva distogliermi dal leggerlo una quinta volta.

"El vieni a mangiare qualcosa." No, il protagonista non ha mani detto queste parole, riproviamo.
"El, se non ti alzi e vieni in cucina questa volta mi arrabbierà molto."
Mi voltai immediatamente verso la porta della mia stanza tornando finalmente nel mondo reale, appena notai mio fratello sulla porta al quanto serio però chiusi immediatamente il libro.
"Non hai mangiato a scuola." Disse piatto.
"Si invece." Risposi cercando di non distogliere gli occhi dal suo volto incazzato, se avessi mozzate lo sguardo avrebbe capito che mentiva.
"Jj ti ha vista buttare io pranzo El." Alzai gli occhi al cielo e sospiri, ma che cosa le importava a lui.
"Non avevo fame John." Dissi riposizionandomi seduta composta.
"Alzati e cammina." Annunciò spalancando la porta.

Sospirai per la millesima volta in quella orribile giornata e lo seguii fuori dalla mia stanza.

Non mangiare non sarebbe servito a niente sotto i loro nasi, erano come telecamere conni sensori e riferivano tutto ciò che vedevano a mio fratello, ma io volevo dannatamente essere bella come Kiara Carrera o le altre ragazze delle Outer Banks.

Mio fratello aprii il frigo e indicò il poco cibo che avevamo, presi qualcosa al volo e lo addentai alla svelta. Perché non potevano farsi i fatti loro.

Mi sedetti sul divano accanto al biondino - sotto ordine di mio fratello - e iniziai definitivamente a mangiare.

"Allora El, tu domani sera esci con noi!" Annunciò John B Rutledge, ovvero il primo genitore dei mie genitori.

"Emm... No!" Cantilenai ridendo.
Volevano prendermi in giorno?
Sapevo benissimo che sarebbero andati alla festa in spiaggia e non avevo intenzione di seguirli.

"Niente storie, è un ordine." Aggiunse poi sedendosi sulla sedia davanti a me con una birra appena aperta in mano.

Scossi il capo consapevole che tanto non ci sarei andata. Avrei trovato il modo.

"Okay ragazzi io devo tornarmene a casa, ci vediamo domani a scuola."
Kie ci salutò tutti con un bacio volante e poi uscì dallo Chatou in fretta.

"Mu faccio una doccia così poi andiamo in quel posto J." Disse mio fratello al suo migliore amico.

Rimasi seduta accanto a quest'ultimo sul divano, con Pope intento a fare chissà cosa sul suo computer e l'adrenalina che saliva in quel silenzio.

"Perché hai buttato il tuo pranzo a scuola?" Domandò improvvisamente rompendo il silenzio.
"Non sono affari tuoi, rompipalle."
Jj rise e poi avvicinó pericolosamente la sua bellissima mano ai miei capelli castani, ma senza avere il tempo di toccarli perché gli arrivo uno schiaffo sulla dorso della mano, risi a mia volta vittoriosa e riportati lo sguardo sul mio cibo.

"Non puoi sfuggirmi moody, ricorda che non hai onorato il nostro patto."
Disse prendendomi il mento, all'improvviso, tra due dita e girandomi il viso verso di lui.
Avevo il volto a pochi centimetri dal suo e i suoi occhi blu mi stavano attirando come una calamita, e improvvisamente il mio cervello perse la capacità di agire.
Respirai profondamente e schiusi le labbra allibita da me stessa.

"Wow moody, non credevo di farti questo effetto. C'è, so di essere affascinante ma non crede..."

"Sta zitto rompipalle!" Tuonaì alzandomi velocemente dal mio posto e facendolo sorridere fiero di se. Che cazzo avsva da ridere?

"E il fatto che io non mi sia fatta degli amici non ti da il diritto di darmi fastidio di continuo. Stammi Lontano Jj Maybank, ti è chiaro?" Dissi all'improvviso, più perché non volevo sentirmi di nuovo incapace come in quel momento, sotto ai suoi occhi, che perché non volessi più che mi desse ancora noia. Anzi, nel profondo lo desideravo troppo.

No, Jj non poteva affatto farmi quell'effetto, non doveva, era il mio peggior nemico, la mia nemesi ed io lo odiavo.

Negare a volte non basta. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora