𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 42 : La Soffitta

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  𝑬ro davvero come un mendicante... Ho realizzato debolmente, guardando indietro al passato. Forse era molto meglio essere la "finta principessa" che ero adesso, piuttosto che la vecchia me.

  Non pensarci più, è tutto nel passato. Sono saltata giù dal letto. In momenti come questo, dovevo muovere il mio corpo. Stare ferma non faceva che peggiorare i miei cupi pensieri. Mi sono messa uno scialle e sono uscita dalla mia stanza. Fare una passeggiata all'esterno intorno alla villa sicuramente mi avrebbe schiarito le idee. Proprio mentre stavo scendendo le scale dall'altra parte del corridoio mi è capitato di imbattermi in Pennel, il maggiordomo, che scendeva dal piano di sopra.

  "Signorina..." Mi chiamò con stupore.

  "Dove state andando?"

  "Fuori casa."

  "Andate a East Hill a vedere i fuochi d'artificio?"

  "East Hill...?" Chiesi, prima di ricordare dov'era. Era la piccola collina dove ero stata portata da Derrick non molto tempo prima. Penelope deve essere andata lì per assistere ai fuochi d'artificio l'ultimo giorno del festival ogni anno. Improvvisamente ho capito perché il Duca me lo ha chiesto in sala da pranzo.

  "No." Scossi subito la testa. Non ero di umore abbastanza romantico da andare fino in fondo solo per vedere i fuochi d'artificio.

  "Allora dove state andando...?"

  "Mi annoio." Il viso di Pennel si contorse per la confusione. Potrebbe essere stato abbastanza incomprensibile vedere una ragazza immatura che era stata prevedibile fino a un certo punto cambiare improvvisamente atteggiamento senza una ragione apparente. Ma non importava. Una donna malvagia era obbligata ad agire come voleva per capriccio.

  "Per celebrare la vittoria in guerra, il finale di questo festival sarà molto più grande rispetto allo scorso anno. I fuochi d'artificio saranno ovunque." Non so perché il maggiordomo mi stava raccontando questa storia. Era molto scomodo affrontarlo perché anche lui era al pranzo prima.

  "Molto bene, allora..." Lo sfiorai.

  "Signorina Penelope." Ancora una volta mi venne impedito di scendere le scale a causa della voce incalzante del maggiordomo.

  "Cosa...?" Dopo essere già scesa di qualche gradino, mi sono fermata e ho alzato lo sguardo su di lui. Il vecchio maggiordomo esitò un attimo prima di aprire bocca.

  "Ho appena finito di organizzare la soffitta sotto la direzione del Duca. Stavo andando a consegnarvi la chiave..."

  "A me?" Mi chiedevo perché il maggiordomo mi stesse dicendo questo. Il passaggio alla soffitta era in fondo al corridoio del terzo piano. Quindi non ero mai stata lì da quando sono trasmigrata qui.

  "Perché?"

  "Non salivate spesso in soffitta quando eravate giovane? Quando siete arrivata per la prima volta nel ducato, amavate vedere i fuochi d'artificio dalla finestra della soffitta. Probabilmente il Duca mi ha detto di pulire la soffitta perché se lo ricordava."

  "Di cosa stai parlando, Pennel?" Lo interruppi freddamente, poi continuo sarcastica.

  "Non sono nella posizione in cui poter salire lassù anche se lo volessi. Grazie a una certa persona a cui non piace che mi avvicini al terzo piano, non posso avvicinarmi alla soffitta." Pennel chiuse la bocca. Normalmente non sarei stata così aggressiva, ma il maggiordomo mi aveva beccato in un brutto momento. Soprattutto perché mi aveva fermato mentre stavo cercando di calmare la mia rabbia che era stata amplificata dal fatto che si sovrapponeva strettamente alla situazione del passato. La fronte del maggiordomo si corrugò lasciando profonde rughe preoccupanti.

Death Is The Only Ending For The Villainess (Libro 1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora