Gli alunni della 4^B sono troppo impegnati a commentare le scritte sul muro della vergogna.
Hanno scattato delle foto per analizzarlo meglio, se le scambiano tramite AirDrop.
(..) Simone si sente impotente perché vorrebbe scoprire l'artefice di tutt...
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«Ma 'n che senso c'avete tre buchi?».
L'esclamazione di Matteo fa ridere tutta la classe.
Simone pensa non ci sia niente da ridere, ma tant'è.
Il loro nuovo insegnante si chiama Massimiliano Coverti, ha poco più di trent'anni, abbigliamento sportivo e folti capelli lisci e castani; tiene le labbra curvate in un sorriso, con la parte bassa della schiena appoggiata alla cattedra presente nella palestra - una di quelle più piccole - dove si svolge la prima lezione di educazione sessuale, fortemente volute dalla preside Smeriglio.
C'è una lavagna bianca dietro di lui, sulla quale ha scritto con un pennarello nero Anatomia femminile e maschile.
I componenti della 4^B sono accomodati su delle sedie di plastica rigida verde scuro, disposte su quattro file parallele; Simone occupa un posto in una delle ultime e cerca costantemente con lo sguardo Manuel che, invece, in maniera un po' insolita, si è piazzato tra le prime file - non capisce perché.
Ringrazia il fatto che la loro classe abbia il turno da singola e non si debba mischiare ad altre, come è successo in differenti sezioni.
«Ti sorprende questa cosa, Matteo?» chiede il professor Coverti, inarcando un sopracciglio.
«Boh, sì», replica il ragazzo, incrociando le braccia al petto «cioè, pensavo massimo due, mica tre».
«Vedi? La vostra preside direbbe che è proprio per questo che vi occorre questo corso!» Coverti ridacchia e gli punta un dito. «Pensavi uscisse tutto dallo stesso posto?».
«Uno davanti e uno dietro».
«Invece la natura ha voluto esagerare e alla donna ne ha dati tre: uretra, vagina e ano».
«Superiori anche anatomicamente» commenta Luna. Si trova in seconda fila, ha incrociato le gambe sulla sedia. Chicca è seduta al suo fianco, le batte il cinque con una mano.
Stanno prendendo tutto alla leggera: solo questo pensiero trafigge Simone, nonostante il muro non ci sia più; è stato riverniciato, i nomi sono spariti.
È trascorsa una settimana, però, e nessuno smette di parlarne.
Oltretutto, quelle lezioni non sono come si aspettava - non sa manco cosa davvero s'aspettasse - ma non riesce a provare altro che imbarazzo, misto di terrore e voglia di fuggire via.
Sarà che il loro insegnante ha un aspetto più che giovanile e non ha idea di quanto, in effetti, voglia imparare da lui.
Per sua fortuna, la lezione dura soltanto un'ora ed è un supplizio che riesce a sopportare - in quel caso, per altri cinque minuti.
Cinque minuti che paiono un'eternità.
Succede, quando ci si annoia - anche se Massimiliano Coverti è tutt'altro che noioso.