AFFONDARE

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Uno dei biscotti con cui Manuel sta facendo colazione si spezza e fa schizzare il suo latte e caffè sulla tovaglia bianca e pulita

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Uno dei biscotti con cui Manuel sta facendo colazione si spezza e fa schizzare il suo latte e caffè sulla tovaglia bianca e pulita.

Il ragazzo sospira, sconfortato, raccattando un cucchiaino per poter recuperare il pezzo caduto dentro al liquido.

È una di quelle giornate che può soltanto peggiorare, se inizia così.

«Che fai, oggi ce torni a scuola?» glielo domanda Anita, in piedi e in affanno ad aggiustarsi i capelli e le pieghe che ha sulla camicia. Deve andare al lavoro ed è già in ritardo.

Manuel non risponde subito, continua a fissare un punto vuoto davanti a sé, sperando che il biscotto che mantiene tra indice e pollice non si spezzi ulteriormente.

«Oh?» la madre insiste e gli schiocca le dita davanti. Soltanto allora lui si desta e scuote il capo, in cenno di diniego. «No, non credo...» replica.

«Manuel...».

«Hai detto che andava bene se cambiavo scuola».

«Seh, e me sto a informa' pe' questo, ma mica è tanto bello se entri da n'artra parte con un richiamo pe' le troppe assenze, mh?».

«Tanto l'anno lo perdo comunque».

«Non è detto».

«Sì, è così e manco me interessa». Il biscotto lo molla, rotto per metà, sopra alla tovaglia. «Posso torna' a dormì?».

Anita lo fissa, la sua espressione risulta inquieta, impensierita. «Stai sempre buttato su quel letto», fa notare «'o sai che non te fa bene».

Nel frattempo, Manuel scansa la sedia per allontanarsi dal tavolo e si rimette in piedi con leggera fatica, a causa delle fitte di dolore che ancora lo attanagliano in ogni punto del corpo.

Non proferisce parola, si limita a trascinare i piedi ricoperti solo da un sottile calzino sul pavimento per poter essere in grado di raggiungere la sua stanza.

Tuttavia, prima che possa davvero farlo, Anita la frena piazzando una mano sulla sua spalla.

«Devi parlarne con qualcuno, Manuel» gli dice, seria.

Il ragazzo accenna un sorriso spento. «Ne ho parlato co' te, no?» ribatte.

Non c'è necessità di specificare di cosa e con chi, lo sanno entrambi.

«Ne devi parla' co' qualcuno che ne capisce di più di me».

«Non mi va».

«Appunto perché non ti va, non puoi...».

La frase della donna non trova una fine.

Manuel lascia perdere quella conversazione, la taglia di netto. Ignora pure l'eco della voce della madre quando si chiude la porta alle spalle, con un tonfo.

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