ERRORE

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«Secondo voi, allora, cos'è l'amore?»

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«Secondo voi, allora, cos'è l'amore?».

Il professor Coverti pone il quesito che non ha risposta e ne è consapevole quando lo esterna, tanto che un sorriso si dipinge sulle sue labbra.

È in piedi davanti alla distesa bianca dove tutto è iniziato, laddove nasceva la mappa della vergogna.

Ogni cosa è stata nascosta e celata, ora.

L'uomo indica comunque quella lastra incolore e poi rivolge lo sguardo agli alunni della 4^B, durante l'ultima lezione prevista di educazione sessuale.

Simone non ha idea con che coraggio ci si è presentato, neppure con quale forza si è trascinato a scuola negli ultimi giorni, che corrispondono ad un incubo dal quale vorrebbe svegliarsi.

Non vuole vivere in una realtà dove Manuel lo ignora, dove è tornato a non esistere per lui.

Prega sempre affinché una mattina appaia un biglietto con una poesia sotto al suo banco, ma lo trova vuoto ed è solo un peso in più sul piatto della bilancia a lui opposto.

Che schifo.

Anche in quel momento, non sta davvero ascoltando le parole del professore che tenta di spiegare come sesso e amore siano collegati, come si debba coltivare quel sentimento, portare la connessione fisica su un piano molto più spirituale rispetto al solo atto.

Gli sembrano una serie di frasi fatte per spiegare qualcosa che una spiegazione non ce l'ha.

«La cosa più importante rimane una sola» la voce dell'insegnante arriva alle sue orecchie e fa parte di un discorso di cui non ha tenuto il filo «che in qualunque modo esprimiate il vostro amore, dovete sentirvi bene, dovete sentirvi liberi, su ogni fronte. I giudizi della gente arriveranno comunque, ma fintanto che ogni vostro gesto è mosso dall'amore, quel che dicono gli altri vi deve scivolare addosso, che sia scritto su un muro o meno».

Manuel dista soltanto qualche metro da Simone. Tiene lo sguardo basso e nemmeno lui sta per davvero ascoltando il monologo di Coverti.

Gli occhi di Simone, invece, sono fissi sulla figura dell'altro ragazzo. Sa che gli basterebbe poco per creare un contatto tra di loro, solo allungare una mano per sfiorare la sua.

È assurdo come percepirlo al tatto gli manchi e sia diventato essenziale quanto lo è l'atto di respirare.

Solo che si trattiene e può solo guardarlo.

Non può fare altro poiché, in quegli ultimi giorni, Manuel lo ha ignorato, non lo ha lasciato parlare, esporre le sue ragioni e Simone è convinto che, se solo lo ascoltasse, capirebbe.

Ne è certo.

No, crede.

Pensa.

Che casino, Simone.

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