Gli alunni della 4^B sono troppo impegnati a commentare le scritte sul muro della vergogna.
Hanno scattato delle foto per analizzarlo meglio, se le scambiano tramite AirDrop.
(..) Simone si sente impotente perché vorrebbe scoprire l'artefice di tutt...
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Quando Simone apre gli occhi quella mattina, si sente ancora stanco come se non avesse davvero dormito. Ed in effetti, lo ha fatto per soltanto qualche ora - tre, massimo quattro.
Ricorda cosa è successo la sera precedente: Manuel si è fermato a dormire a villa Balestra, avvisando Dante e la nonna Virginia della sua permanenza - così come è successo la sera prima, del resto.
Hanno tirato fuori il secondo materasso accanto al letto principale, hanno dato la buonanotte a tutti.
Poi, una volta chiusa a chiave la porta, tenere due letti non è servito molto, poiché Manuel è sgusciato con facilità sotto le coperte con Simone. Si sono baciati, si sono toccati, in silenzio, cercando di fare il meno rumore possibile, hanno sorriso.
Ed è stato bello.
Ma quella mattina, Simone si sveglia da solo.
Non ne rimane deluso, non troppo: fa parte del loro accordo il non arrivare a scuola insieme, il non farsi vedere uno accanto all'altro in quel luogo.
Agli occhi degli studenti del Da Vinci, devono sembrare il più distante possibile - sperando sempre nell'assenza di gaffe da parte del loro professore di filosofia, ma Simone è convinto abbia troppe cose a cui pensare che menzionare loro due collegati a scuola, davanti ad una classe intera, quindi, per ora, va bene così.
Così, Simone si trascina giù dal letto con gli occhi ancora appiccicati dal sonno. Fa una rapida doccia, si veste con ancora i capelli umidi.
In casa c'è soltanto nonna Virginia: vede la sua chioma nivea in cucina, mentre prepara il caffè. Ne approfitta per recarsi in tal luogo e salutarla con un bacio sulla guancia.
Si è abituato ormai ad avere la nonna in giro per la villa, anche se all'inizio un po' è stato strano, ma adesso non potrebbe immaginarsi senza.
«Simone!» esclama la donna «Dai, vieni a fare colazione».
«No, grazie, nonna, prendo qualcosa al bar prima di entrare a scuola».
«Ma Manuel?».
«Eh, doveva fa' 'na commissione per la madre, è uscito presto stamattina».
«Mh-m, vabbè! Tu almeno a cena ci sei?».
«Sempre, non mi perderei mai un altro pasticcio di carne».
«Gateau! Si chiama gateau ed è di patate».
Simone ride. Le schiocca un bacio sulla guancia opposta rispetto al precedente. «Ci vediamo stasera!».
Si congeda in tal modo, abbandonando la cucina e poi la casa, lasciandosi dietro l'eco della risata divertita di Virginia.
È presto.
Arriva a scuola che è abbastanza presto, un po' di proposito.
C'è un chiosco di fronte al portone spalancato dell'edificio scolastico: piccolo, col bancone di legno e l'insegna azzurra e bianca. È lì che Simone si dirige: c'è una ragazza dai capelli ramati a servire.