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«Io non ce credo a 'sta roba»

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«Io non ce credo a 'sta roba».

Il primo commento che sopraggiunge alle orecchie di Simone appena arriva in classe quella mattina proviene da Matteo.

Si siede al suo banco, mentre un gruppo ristretto di compagni è riunito attorno a quello di colui che ha parlato. Stanno discutendo sull'ultimo post pubblicato sul blog mappadellavergogna.

«Beh, perché no?» interviene Luna «Un po' la faccia da stronzo ce l'ha».

Matteo scuote il capo in cenno di diniego. «Un conto è fa' lo stronzo a scola, n'altro alza' e' mani sulla ragazza sua. Non è tipo».

«Perché, lo conosci?».

«Abbastanza e te giuro che non lo farebbe mai».

Simone ascolta in silenzio il loro dialogo. Stringe i pugni sul banco così forte da rischiare di farsi male.

«Beh, io delle volte l'anno scorso parlavo con Camilla», interviene Monica, accomodata su una sedia con le gambe accavallate «certi suoi comportamenti non è che fossero tanto—gentili». Abbassa lo sguardo e tira appena i collant che indossa con la punta delle dita. «Mi ricordavano un po' quelli del mio ex».

Il suo sguardo si fa malinconico, vuoto e spento. Porta ancora con sé traumi di una passata relazione tossica e la notizia che sta trapelando la tocca alquanto.

«Il tuo ex era 'no stronzo e lo sappiamo», ribatte Matteo, serrando la mandibola «cioè, c'avemo 'e prove da quando ha fatto gira' quel video. Michael no, ve lo sto a dì».

«So' du' cose diverse, Mattè» lo rimbecca Luna «qua se parla de uno che arza 'e mani alle donne sue, è pure peggio».

«Sono la stessa cosa» Monica rimarca e finge un colpo di tosse «due tipi forse diversi, ma si tratta sempre di violenza, di una superiorità che gli uomini pretendono di avere sulle donne».

A tale sua frase, Matteo aggrotta le sopracciglia e si lascia sfuggire una risata. «Capito, sei una di quelle femministe der cazzo che girano co' gli striscioni che schifo gli uomini» borbotta e pare anche piuttosto infastidito.

Monica gli rivolge un'occhiata tagliente. «Non mi pare di aver generalizzato,» attesta «ma anche se fosse, viviamo in una società misogina e questo è un fatto».

«Quindi è giusto pensa' che Michael è uno che mena 'e donne solo perché 'na pischella ha detto che non la trattava coi guanti?».

«Quindi è giusto non pensarlo solo perché lui si reputa innocente?».

«Vabbè, Mo', e vaffanculo».

«Perché t'affanni così tanto a difenderlo?» è solo a quel punto che Simone interviene. Lo fa dapprima fissando un punto davanti a sé, in seguito le proprie mani piene di graffi.

Soltanto alla fine si gira, inclina il capo su di un lato per fissare il compagno di classe, all'ultimo banco.

Quest'ultimo schiocca la lingua sul palato, intanto che un sorriso sbieco appare sulle sue labbra. «Perché è n'amico mio, l'ho detto» replica «e perché 'o state condannando pe' qualcosa che non sapete se è vera o no».

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