C'ERA UNA VOLTA
NairaC'era una volta, ma ora non più, una bellissima bambina dai capelli ramati che desiderava che suo padre la amasse, come un padre avrebbe dovuto fare con la propria figlia.
C'era una volta, ma ora non più, una meravigliosa principessa guerriera che aveva imparato a farsi forza da sola, protetta da una guida che nemmeno lei ricordava di aver avuto e silenziosamente amato.C'era una volta...
Ma ora non più.
Un tempo i colori della città in cui sono nata, la capitale della Costa Rica, mi facevano sorridere, mentre passeggiavo mano nella mano con mio padre che veniva inseguito dai paparazzi per una foto, un autografo o per scambiare qualche parola con l'uomo più ricco e potente di San José.
Ma ora che sono cresciuta e mi scorrono davanti agli occhi, mentre mi trovo seduta a bordo di una limousine nera, provo solamente disgusto e odio.«Vedi mi vida, io e tua madre abbiamo dovuto prendere alcune decisioni che ti risulteranno difficili da comprendere, ma se l'abbiamo fatto è stato solo per il tuo bene» mi ricorda, dopo aver indicato la nostra destinazione all'autista, mentre fingo di essere distratta nella speranza che mi lasci in pace.
«Non possiamo permettere che una banda di stupidi mocciosi si introduca nel mercato, spodestando il nostro dominio: mai prima d'ora i nostri prodotti avevano trovato una concorrenza spietata come questa. Dobbiamo invertire la rotta prima che intralcino le nostre vendite, soprattutto ora che stanno cercando di fare terra bruciata appiccando incendi in giro per la città» sollevo gli occhi al cielo, stanca di sentirlo ripetere queste parole.
«Mi stai ascoltando Naira?» cerca di attirare la mia attenzione mentre l'auto rallenta fino a fermarsi del tutto davanti a uno dei suoi atelier: il Cinderira.
E se dovessi chiedere alla bellissima principessa se "mai si sarebbe aspettata questo futuro per sè", probabilmente non avrebbe saputo cosa rispondere di fronte alla maestosità del viale Major.«Finalmente siamo arrivati!» esclama, scendendo per primo dalla limousine, Iván Idalgo ricco imprenditore cinquantenne, dalla straordinaria fama, seguito dalla sua fedele puta, nonché mia matrigna, Alma Solares donna dalla lunga chioma setosa e dall'aspetto curato nei minimi dettagli.
«Vedi Naira...» improvvisamente mio padre si ferma, con le mani appoggiate sui fianchi e un sorriso a dipingergli il volto, per ammirare il suo dominio.
«Tutto questo un giorno, non così lontano, diventerà tuo» resto immobile, qualche passo indietro a loro, con l'intenzione di fuggire il prima possibile da qui.E se ora la bellissima bambina dai capelli ramati mi chiedesse "per quale motivo esistono tutte queste lussuose vetrine" non potrei mentirle e ammetterei che servono per nascondere le attività illecite svolte all'interno degli atelier.
«Forse è meglio se entriamo, ci staranno sicuramente aspettando» riprende a parlare Iván accorgendosi del mio disinteresse.
«Chi dovrebbe aspettarci?» domando ricevendo un'occhiataccia da parte di Alma.
«Stai zitta ragazzina» mi ammonisce prima di stamparsi sul volto un sorriso di convenienza.
Varcata l'entrata dell'atelier il mio sguardo si sofferma sulle tre persone in attesa del nostro arrivo.
«Cosa diavolo sta succedendo papà» ringhio fra i denti per farmi sentire esclusivamente dal signor Idalgo.«Naira, ti presento Jorge Molina» ignora la mia richiesta di spiegazioni invitandomi, con la mano, a prendere posto sulla sedia posizionata davanti a loro.
«Io...» balbetto confusa, ma prima che possa proseguire un giovane ragazzo biondo, alto, dai brillanti occhi azzurri si avvicina per prendermi la mano e lasciare un bacio sul dorso.
«Lui sarà il tuo futuro marito» riprende a parlare Iván, spiazzandomi.
D'istinto sfilo la mano dalla stretta di Jorge e mi alzo.«E grazie alla vostra unione matrimoniale potremo fondere le nostre imprese» spiega mentre una saccente e fin troppo gioiosa espressione gli si dipinge sul volto.
«Cosa stai dicendo papà» domando, indirettamente, nella speranza che questa situazione sia parte di uno scherzo.
«Quello che hai sentito chiaramente mi vida, siete promessi sposi da alcuni anni e per noi è finalmente giunto il momento di presentarvi come una coppia ufficiale».
Cerca di avvicinare alla mia guancia una mano, che velocemente allontano dandogli uno schiaffo.«Spero che tu stia scherzando, mi avevi promesso altro per il mio futuro!» esclamo, infuriata, battendo ripetutamente la punta della scarpa sul pavimento.
«Naira non fare la bambina» mi rivolge un'occhiata infastidita.
«Le cose possono cambiare... e ora hai il dovere di rispettare la nostra decisione» sorride viscidamente verso i Signori Molina, rassicurandoli: gli accordi presi non sarebbero sfumati a causa mia.
«Durante la festa del Santo Patrono, organizzata nella nostra villa, comunicheremo a tutti il vostro fidanzamento» si assicura di avere la mia completa attenzione.
«Pensi solo a te stesso e ai tuoi affari» grido e prima che possa avvicinarmisi di nuovo mi sfilo le scomode décolleté e di corsa esco dal negozio mettendo quanta più distanza possibile tra me e loro.
Possibile che ogni azione compiuta da quest'uomo serva unicamente ad arricchirsi?
Tremo al solo pensiero di dover accettare un'unione tutt'altro che amorosa e mi fermo in un piccolo bar di periferia per escogitare un piano di rivolta contro la mia famiglia.«Ade, è scappata. Devi andare a prenderla».
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Meravigliosa copertina per la storia
realizzata da alessialbressi su Ig ❤️

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Cinderella's Dead
ChickLitNaira, figlia di un importante imprenditore della Costa Rica, Iván Idalgo, da quando è nata è una perfetta principessa alle direttive del padre. Tuttavia, quando lui vuole incastrarla stipulando un accordo che prevede un'unione matrimoniale col figl...