SAPPIAMO CHE SIETE IN CASA
NairaSono sul divano, in dormiveglia, da parecchie ore.
La conversazione avuta con Xander ancora mi rimbomba nella testa, costringendomi a mettere in discussione Naira in ogni aspetto della sua vita.
Non credevo che sarei mai arrivata a domandarmi se e quanto somigliassi a mio padre Iván.
Pensavo di potermi considerare altro, rispetto a lui, ma evidentemente così non è mai stato...
Dove sei finita Naira?Improvvisamente una mano gelida mi si poggia sul braccio, facendomi trasalire.
Apro gli occhi di scatto e trovo Devi col corpo piegato verso il mio «ti sei addormentata di nuovo sul divano» mi fa notare mentre, ancora intontita, poggio i piedi nudi sul pavimento sentendo un brivido pervadermi il corpo.
Stropiccio gli occhi, ancora assonnata, e fatico a mettere a fuoco ciò che mi circonda «come fai a sapere che mi sono addormentata altre volte sul divano?» le domando, inarcando un sopracciglio.
«L'altro giorno ti ho vista...» lascia in sospeso la frase indecisa su come proseguire «ma mi sono accorta di quanto il tuo sonno fosse tormentato e non me la sono sentita di svegliarti» dalla sua bocca esce un sospiro.
Annuisco consapevole di quanto ha appena detto e, dopo qualche secondo di silenzio, aggrotto le sopracciglia «e adesso per quale motivo mi hai svegliata?» provo a capire, cercando di nascondere il mio fastidio.
Lei, accorgendosi della mia espressione scocciata, mi dà un buffetto sul naso «principessina, i suoi ritmi di sonno-veglia sono totalmente alterati da quello che le sta accadendo» mi fa notare ed io non posso che essere d'accordo con lei «ma questo non è l'unico motivo» dice, abbassando la testa, con un'espressione colpevole dipinta sul volto.
«Cosa sta succedendo?» domando, preoccupata, alzandomi di scatto.
«Forse è meglio che tu ti sieda di nuovo» mi poggia una mano sul braccio, invitandomi a tornare nuovamente seduta.Un rumoroso sospiro esce dalle mie labbra mentre, con attenzione, osservo ogni movimento che compie: prende il telecomando poggiato sul tavolino e accende la televisione.
«Devi ti prego non ho voglia di giocare, cosa dobbiamo vedere?» mi porto il pollice alle labbra, iniziando a mordere nervosamente le pellicine.
«Guarda tu stessa» replica, indicandomi lo schermo, ormai acceso.
Dopo pochi secondi di attesa compare il volto di un presentatore che, lette alcune notizie, dà la linea a un giornalista: quest'ultimo fa una breve introduzione prima di chiedere al cameraman di zoommare verso un preciso punto.E, non appena l'inquadratura cambia, compare il volto di mio padre Iván in primo piano.
Merda!
«Dimmi che non è vero» sussurro, sentendo gli occhi riempirmisi di lacrime.
Sul volto di Devi si dipinge un'espressione sconfitta «continua a guardare» mi dice, stringendo le mie mani tra le sue.
«Naira so che puoi sentirmi...» prende a parlare e il respiro mi si ferma automaticamente in gola «ti prego, torna a casa» si asciuga teatralmente una lacrima, fingendo di interessarsi alla mia sparizione.
«Siamo in pena per te» prosegue, guardando drittoverso la camera.
Possibile che il suo sguardo oltrepassi lo schermo arrivando direttamente a me?
«Non lasciare che piccoli e insignificanti screzi ci dividano» a fatica trattengo il grido che scalpita per uscire dalle mie labbra.
Rapidamente mi alzo in piedi e scaravento a terra il tavolino del salotto, insieme a tutto il suo contenuto: un piatto, con il mio pranzo ormai freddo e un paio di bicchieri.«Dimmi com'è possibile che quell'uomo sia un così abile calcolatore» chiedo, retoricamente, passandomi le mani tra i capelli.
«È assurdo che le persone credano alle sue moine e a qualche parola dolce accompagnata da gesti teatrali» dico, cominciando a camminare avanti e indietro per il salotto.
«Forse è meglio che ti fermi, perché non è finita qui» e il cuore mi finisce definitivamente in gola al sentirla pronunciare queste parole.
«La polizia è sulle sue tracce da quando è scomparsa» sgancia la bomba.
Il respiro si blocca «gli agenti inizieranno a bussare a ogni porta del paese per trovarla» e il suo sguardo sembra incrociarsi nuovamente col mio quando pronuncia queste parole.
Inaspettatamente gli occhi mi si riempiono di lacrime, la bocca sembra essere stata privata di saliva, il petto di sospiri bloccati tra le costole e il cuore di battiti frenetici.
«Non può essere, non può essere, non può essere» sussurro riprendendo a camminare avanti e indietro.
«Ade non può lasciare che mi riporti a casa» una lacrima mi riga il volto.
Mai prima d'ora avevo preso in considerazione questa possibilità, dalla mia fuga mi sono sempre sentita al sicuro, ma ora che sembra diventare sempre più reale inizio a sentirmi in pericolo.
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Cinderella's Dead
Chick-LitNaira, figlia di un importante imprenditore della Costa Rica, Iván Idalgo, da quando è nata è una perfetta principessa alle direttive del padre. Tuttavia, quando lui vuole incastrarla stipulando un accordo che prevede un'unione matrimoniale col figl...