Apollo sapeva essere inclemente coi mortali, questo Simone glielo aveva sempre riconosciuto. Tirava avanti il suo carro nel cielo, incurante che c'era un mondo sotto che avrebbe solo desiderato prolungare la presenza della sorella nel cielo, che finché non veniva l'aurora c'era speranza per i sogni e il futuro non andava affrontato.
Purtroppo però, l'aurora arrivava sempre e cancellava le stelle, spazzando via sogni e speranze nei colori rosa con cui pitturava il cielo e preparava la culla al sole e ai suoi strali.
E pure quel giorno l'astro del mattino era sorto e si era levato in alto, prendendo a fare luce sul mondo, segnando l'inizio di un giorno nuovo e la fine di una storia che avrebbe dovuto avere tutt'altro epilogo, se vi fosse stata una giustizia reale nel mondo.
Lenti ma inesorabili, i raggi dorati penetrarono nella stanza, scivolando sul pavimento di marmo e cercando il ragazzo che più di tutti a loro era legato, quel Piccolo Apollo che si diceva fosse il figlio di Marte e che, invece, non era altro che un ragazzino cui la vita aveva deciso di presentare la più complessa delle prove nonostante tutto quanto già gli era capitato.
Dormiva, Manuel. Gli dormiva accanto con espressione tesa, come se la sua coscienza non riposasse come il resto delle membra e continuasse a torturarlo anche quando non la poteva imbrigliare con la sua volontà, tanto che più di una volta quella notte si era svegliato sentendolo mugugnare e farfugliare qualcosa scuotendosi agitato e, tutte le volte, lui lo aveva stretto di più a sé, carezzandogli ora la testa e ora il viso nella speranza che ciò bastasse a calmarlo, sebbene ciò avesse significato ritrovarsi col corpo intorpidito e rattrappito dalla posizione scomoda che era stato costretto ad assumere e presumibilmente pieno di lividi per via dei calci che Manuel aveva tirato nel sonno.
Ma a lui non importava. Per lui avrebbe sopportato anche la peggiore delle ordalie che la mente umana potesse concepire - che se significava rendere la vita del suo gladiatore più leggera, lui lo avrebbe fatto.
Il sole ultimò il suo corso, illuminandoli entrambi e bruciando sulla pelle. Tentò di spostarsi, di allungarsi altrove per coprire il ragazzo con il lenzuolo ed evitare che il sole rovente dell'estate lo arrostisse, ma scoprì di non poterlo fare.
Non appena osò intentare il movimento, infatti, allontanandosi dal ragazzo addormentato, questo si mosse a disagio, allungando le braccia muscolose nella sua direzione, cercandolo e afferrandolo non appena lo trovò e tirandolo indietro con tutta la forza erculea che il suo corpo plasmato dai ludi e dagli allenamenti costanti gli aveva lasciato. Lo strinse, lo strinse con forza quasi abbarbicandosi al suo torace, sollevandolo come fosse un gattino appena nato per poter inserire le braccia e chiuderle su di lui, incastrando la faccia in mezzo al suo petto e chiudendo anche le gambe attorno alle sue, così che non si muovesse più.
«No... No via...» farfugliò nel sonno, il suono ovattato dal fatto che la sua bocca stesse a contrasto con la sua pelle. «Anche tu... no via... Resta... Paura.»
«Io non vado da nessuna parte, amore mio» sussurrò mentre piegava la testa e gli lasciava un bacio sulla fronte. «Io resto. Finché gli dèi e le Moire me ne daranno facoltà e respiro, io rimarrò al tuo fianco, anche se ti diventerò indigesto per quanto spesso ci sarò. Ma tu hai finito di soffrire per colpe non tue. D'ora in poi, ci penso io a farti da scudo e da muro, non voglio più vedere una lacrima sul tuo viso.»
E forse Manuel lo sentì, nonostante fosse fra le braccia di Morfeo, perché la stretta si allentò e la sua espressione corrucciata si distese.
Lasciò un altro bacio sulla fronte del gladiatore e lo avvolse anche lui, avendo cura di porre il braccio più grosso vicino agli occhi così che gli facesse ombra e non venisse svegliato dai raggi della luce. Dopodiché, si distese al meglio che poté sul suo cuscino e vegliò sui sogni del ragazzo accanto a lui.
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Usque ad finem
FanfictionNon credo di dovervi dire molto per fare galoppare la vostra fantasia se vi dico Manuel, Simone, gladiatori e antica Roma. Vi giuro però che il giorno in cui ho iniziato a scriverla non era previsto che venisse fuori questa cosa decisamente non adat...