Cammino veloce... L'ansia mi accompagna ormai è un giorno intero che non accende il cellulare e lui normalmente è uno molto attivo.
Non si è presentato al lavoro altra cosa strana.
Arrivo di fronte al pub Underground l'appartamentino sopra il locale non ha luci accese, noto che lateralmente
c'è un scala stretta in ferro che porta su, salgo... È impervia e dà su un terrazzo di circa 30 mq su cui si affaccia una porta e una finestra.
Mi avvicino e busso... Il campanello non c'è e le luci sono spente forse non è in casa.
Busso ancora... Niente.
Provo la maniglia e contro ogni logica della sicurezza la porta si apre.
Quello che mi trovo davanti è sconcertante. La stanza è quasi vuota, muri grigi e sporchi la rendono triste e inaccogliente... un tavolo spoglio con una sola sedia e un fornello da campo su un vecchio mobile scalcinato, un letto sul quale sdraiato, dandomi le spalle, giace il ragazzo che sono venuto a cercare. È immobile respira piano a fatica.
-Jimin...?
Provo a chiamarlo.
Gli poggio una mano su una spalla tentando di girarlo.
Quello che vedo mi sconvolge è stato picchiato. Ha un occhio gonfio e ormai blu, la bocca con una colata di sangue rappreso che è scesa lungo il collo, un taglio gonfio su uno zigomo.
Lo giro piano supino.
Le braccia sono piene di botte, graffi.
Ho paura di quello che sto facendo ma gli sollevo la maglia sull'addome rendendomi conto che è pieno di lividi...
Cerco di chiamarlo.
-Jimin.... Jimin
Scuotendolo leggermente...
apre solo un occhio perché l'altro è troppo gonfio.
-vattene....
Dice soltanto con voce flebile.
-no... Non posso.
-cazzo ho detto vattene... Sto male...
Cerca di dire con più energia
-chi ti ha ridotto così?
-non sono affari tuoi...
Biascica dolorosamente
-non posso parlare.... Una costola.... Mi fa troppo male...
Mi rimetto in piedi e chiamo un'ambulanza ho aspettato anche troppo.
Arrivano dopo 17 minuti che a me sembrano interminabili.
Nel visitarlo si accorgono subito che fatica a respirare, sta talmente male che non reagisce li lascia fare.
-chi è lei?
Mi chiede un sanitario
Preso alla sprovvista rispondo sorprendendo me stesso.
-un amico... intimo.
L'uomo si rivolge a Jimin
-è stato lui a ridurti così?
Jimin scuote la testa.
Allora l'uomo sembra rilassarsi nei miei confronti mentre inizia una sommaria visita, un'infermiera si adopera subito mettendogli un flebo... Uno gli misura la pressione... L'altro fa un elettrocardiogramma.
Dopo poco...
-può seguirci... Deve avere una costola rotta o forse due... Dobbiamo ricoverarlo almeno stanotte per tutti gli accertamenti ha ricevuto diversi pugni o forse calci all'addome... Potrebbe esserci altro... Non ha vomitato e questo è un buon segno ma non si può mai sapere.
Può firmare lei per il ricovero e le spese sanitarie? Il ragazzo mi ha detto che non ha un'assicurazione altrimenti dovremo contattare qualche assicurazione benefica.
-firmo e pago io. Posso venire con voi? Non vorrei lasciarlo.
-certo nessun problema la segno come tutore se lei si dichiara tale.
-si lo farò... Non credo possa farlo nessuno per lui... Almeno non in questo momento.
L'uomo si gira verso Jimin
-allora Jimin... Ti chiami Jimin giusto?
Ti portiamo in ospedale, dobbiamo farti degli esami e un'ecografia, verrà anche il tuo fidanzato perciò stai tranquillo.
Poi ci raggiungerà la polizia comunque perché in casi come questi devono accertare chi ti ha fatto del male lo capisci questo?
Jimin annuisce.
-oltre al tuo ragazzo dobbiamo avvisare qualcuno?
-non è il mio ragazzo, no non c'è nessuno da avvisare mi basta lui.
E così lo caricano delicatamente su una lettiga e si accingono a portarlo giù per quella scala impervia.
Li seguo e visto che me l'hanno concesso entro in ambulanza con lui.
Passiamo diverse ore in ospedale Jimin ha due costole incrinate non rotte per fortuna e numerose ecchimosi, l'occhio nonostante la tumefazione non ha subito danni.
Alla polizia non ha rilasciato nessuna dichiarazione in particolare ... Se non che non conosceva le persone che l'hanno aggredito e che
Ne avrà per un paio di settimane.
Pago il conto dell'ospedale ritirando il referto e le ricette delle medicine da prendere, per il resto di questa notte per fortuna me le hanno date, domani provvederemo. E poi attendo che lo portino fuori.
Ho chiamato un taxi per venirci a prendere. Lo accompagnano fino all'auto con una sedia rotelle tipica per il trasporto dei pazienti. È sofferente...
Più delicatamente possibile lo aiuto a sedersi, per me è leggero come un fuscello non è un problema sollevarlo. Gli scappa un lamento... Per lui certo è meglio stare sdraiato.
Cerca di dire all'autista il suo indirizzo ma io l'ho già istruito e siamo sulla strada di casa mia.
In ascensore si appoggia a me fatica a stare in piedi, lo accompagno subito in camera mia e tiro fuori una delle mie magliette più grandi per lui sarà enorme e l'aiuto ad indossarla.
Dato l'antidolorifico si addormenta quasi subito... cedendo al dolore... non c'è nessun dialogo fra noi e lo comprendo perché sta davvero male.
Poi vado di là nel salone, in modo che non possa sentirmi e chiamo Tae.
-vieni qui ho un problema.
Arriva subito mezzo addormentato.
Guarda chi c'è in camera mia.
Quando ritorna ha l'aria sconvolta.
-è Jimin! Cosa gli è successo?
-non lo so... L'hanno picchiato ero in ospedale con lui.
-e dove l'hai trovato?
-dopo che siamo tornati a casa sono andato a cercarlo dove aveva accennato Jenny. Non ti dico in che posto sta...
-JK... Non dovevi andarci... Io dico sempre che ci proverei con lui... Una nottata ce la passerei così per puro godimento ma non mi ci immischierei troppo.
-ormai... Temo di essermi addentrato abbastanza...
Dico quasi fra me e me.
-chissà chi l'ha picchiato e perché... Cosa ha combinato... O a chi ha pestato i piedi.
Fai attenzione ti stai facendo coinvolgere dalla persona sbagliata... Se ti piaceva potevi fartelo e finiva lì...
-già fatto...
-cosaaa?
-Si ed è diventato più complicato di quanto credessi... Mi sento coinvolto.
-vedi tu JK... Fai quello che vuoi... Se hai bisogno di me... Sono qui amico.
-grazie... Forse avevo solo bisogno di sentirtelo dire.L'indomani mattina... Chiamo in ufficio avvisando che lavoro da casa questa settimana... Come scusa dico che devo concentrarmi sul nuovo gioco.. Che in realtà è quasi pronto manca pochissimo. Mentre Jimin dorme ancora scendo al negozio all'angolo a comprare un cellulare.
Quando risalgo sta ancora dormendo... Il suo respiro è regolare deve essersela davvero vista brutta se ancora dorme... È sicuramente debolezza.
Faccio in tempo a reinstallare lo Spyware e a ricollegarlo all'altro mio telefono... Devo sempre sapere dove sta. Butto via la scatola gli dirò che ho un telefono in più che mi avanza così forse lo accetterà... Non ho preso un modello costoso né una marca troppo conosciuta... Dovrei riuscire a convincerlo.
Verso la tarda mattinata mi avvicino al letto. È sveglio... presente.
-eih... Come stai?
Appena mi vede chiude gli occhi e gira il viso dall'altra parte.
Faccio finta di niente so che sta piangendo.
-il medico ha detto che devi prendere queste...
Metto tre pillole sul tavolino, una è un'antidolorifico, l'altra un anticoagulante... E l'ultima è una protezione per lo stomaco...
Mi ha raccomandato di farti mangiare molto leggero il tuo stomaco ha subito troppo.
Poi dobbiamo disinfettare le ferite e mettere le pomate sugli ematomi... Così guarirànno prima.
Dimmi tu quando ti senti pronto...perche non puoi farlo da solo.
-perché...
Dice con un filo di voce.
-perché cosa?
-perché sei venuto a cercarmi... Perché mi stai aiutando? Non sono niente per te.
-hai un debito con me... Devo essere certo che tu possa ripagarlo...
Dico convinto sperando che questa giustificazione sia sufficiente
-ora ti devo molto di più...
Conclude.
-vorrà dire che staremo molto tempo insieme.
Gli rispondo sorridendo mentre lui gira gli occhi indietro in segno di disapprovazione.
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IL LADRO DELLA LUNA
FanfictionUna sera un ingegnere informatico rientra in anticipo a casa, è molto stanco perché sta progettando un nuovo gioco per l'azienda per cui lavora. Quando entra in ascensore e percorre il corridoio verso il suo appartamento sente uno strano profumo... ...