༄𝐂𝐡𝐚𝐩𝐭𝐞𝐫 𝐍𝐢𝐧𝐞

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[❊]: 𝐓𝐡𝐢𝐫𝐝 𝐏𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧 𝐏𝐨𝐯'𝐬: [❊]

Settimane.
Settimane e di Jisung nessuna traccia.
In quel lasso di tempo Chan non aveva chiuso occhio, aveva passato notti insonni a pensare a quel che era successo, i sensi di colpa gli annebbiavano la mente. Inutile dire che non aveva toccato cibo, il solo pensiero di mettere qualcosa sotto i denti lo faceva vomitare.

Jisung era lì fuori, chissà dove, solo e indifeso.

La cosa che lo faceva incazzare è che era lui l'Alpha.
Un alpha protegge il suo branco.

E lui non c'era riuscito.

Si lasciò cadere contro il muro mentre osservava distrattamente il paesaggio fuori dalla finestra di camera sua, dalla quale non usciva da tre giorni.
Ben presto la notizia della sparizione di un altro omega giunse all'orecchie di tutti, proprio per questo Chan ricevette chiamate da moltissime persone, tra cui anche quella del padre di Jisung.

Ovviamente la sua era l'unica telefonata che aveva ignorato. Sapeva benissimo che l'unica preoccupazione di quell'uomo era rivolta unicamente su sé stesso e le sue decisioni. Di certo non era stata una sua idea quella di lasciare la vita di suo figlio in mano a quella di Chan e questo glielo faceva presente ogni volta che ne parlava con lui.

Jisung odiava suo padre e Chan ovviamente sapeva anche questo.

Sobbalzò dallo spavento quando sentii la porta della stanza aprirsi, ciò lo fece risvegliare dai suoi pensieri.

«Hyung, la colazione.»

L'Alpha non si voltò neanche a guardare il viso preoccupato di Jeongin.

«Colazione.» mormorò.

Potevano dirgli quello che volevano, potevano insultarlo, ferirlo, addirittura accusarlo. Ma quando quella mattina di tre giorni fa, era entrato in casa senza sentire l'odore di Jisung da nessuna parte, si era sentito oppresso.
L'unica cosa che sentiva era dolore, un dolore lancinante al petto... un dolore che non va via, non subito. Un dolore che non augurerebbe nemmeno al suo peggior nemico.

Il dolore della perdita.

Perciò no, quella non era colazione. Il cibo per lui non aveva più alcun valore.
Che senso avrebbe mangiare?
Andare avanti senza di lui?

No, assolutamente no.

«Non ho fame.»

Rispose silenziosamente, quasi sussurrando. Non aveva neanche voglia di parlare. Jeongin sospirò e poggiò il vassoio sul comodino di legno accanto al letto, poi andò a sedersi accanto al più grande.

«Chan, hai bisogno di mangiare. So che ti manca Jisung, manca tanto anche a me ma se stai chiuso qui non risolvi niente, dobbiamo andare fuori a cercarlo! possiamo chiamare la polizia o mettere dei volantini fuori oppure-»

«Frena il tuo entusiasmo Jeongin. Capisci che non servirà a niente? In questi mesi, hai mai e dico mai letto sul giornale che uno di quei ragazzi scomparsi sia stato ritrovato?! No! L'abbiamo perso cazzo! L'abbiamo perso per colpa mia! Sono il suo alpha, il suo capo, era mio compito offrirgli protezione e non l'ho fatto!»

Jeongin sussultò leggermente quando Chan cambiò tono di voce, rilasciando una gran quantità di feromoni in tutta la stanza.

Il maggiore sospirò e continuò a guardare fuori.

«Se non riesco a proteggere lui come farò a proteggere un branco intero.» disse con sguardo addolorato «Non posso proteggere nessuno.»

«Questo non è esatto.»

𝐂𝐫𝐚𝐳𝐲 𝐢𝐧 𝐥𝐨𝐯𝐞 ~𝐌𝐢𝐧𝐬𝐮𝐧𝐠Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora