༄𝐂𝐡𝐚𝐩𝐭𝐞𝐫 𝐄𝐥𝐞𝐯𝐞𝐧

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[☯︎]: 𝐉𝐢𝐬𝐮𝐧𝐠 𝐏𝐨𝐯'𝐬:

Quella mattina mi svegliai piuttosto tardi.
La sera precedente avevo dormito poco e nulla a causa dei miei strani sbalzi d'umore, li avevo da quella notte e non accennavano a volersene andare.
Mi alzai dal mio letto e andai in bagno a fare pipì mentre mi nassaggiavo le tempie.

Da quando ero stato trasformato la mia vita era cambiata totalmente, così come il mio corpo. Come prima cosa avevo scoperto di non essere più un lupo, o almeno, la mia forma non lo era più. Grazie all'aiuto di Minho riuscii a ritrasformarmi e lì, davanti allo specchio, vidi un giaguaro enorme.
Non ero un alpha, certo.
Non mi ci avvicinavo neanche lontanamente però allo stesso tempo ero forte quasi quanto uno di loro.

Ero diventato un po' più muscoloso, i capelli erano allungati fin quasi alla nuca, creandomi una specie di mullet.
Tutti quei cambiamenti mi piacevano però, allo stesso tempo, mi mancava il vecchio me.
Erano passate due settimane circa e in quel lasso di tempo io e Minho l'avevamo passato insieme.

Lui non era per niente come i suoi fratellastri.
Era dolce, gentile.. mi chiedeva il permesso per qualsiasi cosa.
Delle volte cucinavamo insieme, delle volte invece guardavamo un film oppure stavamo fuori a giocare con i gatti.
Pian piano sentivo che il legame con lui si sarebbe amplificato sempre di più.

Per quanto riguarda quei due soggetti era finita male. Molto male.
Daehyun non c'è l'aveva fatta.
Era morto per arresto respiratorio solo dopo neanche cinque giorni di coma.

Era stata una delle guardie ad avvertirci, altrimenti non l'avremmo mai saputo.
Jaehyun si era suicidato il giorno stesso della morte di Daehyun.
A quanto sapevamo, non era riuscito ad accettare la morte del fratello gemello e di conseguenza, non sarebbe più riuscito a vivere senza di lui.
C'era stato un funerale ma noi non avevamo partecipato.. non perché mi dispiacesse troppo o altro, anzi. Ero stato io a mandare in ospedale Daehyun e detto sinceramente, l'avrei fatto ancora.

Ancora, ancora e ancora.
Un loop infinito.
Per una stupida causa quei due idioti avevano tolto la vita a degli omega innocenti, omega che non meritavano di fare quella fine.
Non sarei mai riuscito a perdonarli.

Dopo qualche giorno Minho fece radunare le guardie in giardino e mostrò loro la copia originale del testamento di suo padre dove diceva che qualora fosse successo qualcosa di spiacevole ai gemelli, tutte le proprietà sarebbero andate a Minho.
Proprio così.
Minho ereditò tutto; casa, terreni, le aziende di famiglia. Tutto.

Non so perché ma nonostante questo Minho mi disse che non potevamo ancora uscire da casa.
Sentii come la sensazione che mi stesse mentendo ma non ci diedi molto peso.

Dopo essere stato in bagno, scesi di sotto e lo cercai.

«Minho?»

Nessuna risposta.

«Alpha?»

«Piccolo? Sono giù.»

Seguii il suono della sua voce e arrivai in cucina, dov'era lui.
Non appena entrai i miei occhi incontrarono subito i suoi e sorrisi.

«Va tutto bene?» mi chiese.

«Si, solo non ti trovavo. Che stai cucinando?» chiesi io a mia volta.

«Stavo cercando di fare dei pancakes.»

«Cercavi? Perché? Non sai fare i pancakes?» risi.

«L'impasto è perfetto.. il problema è cucinarli.»

«Lascia, ci penso io. Aish quanti anni hai? cinque? I pancakes sono il dolce più facile da cucinare a parer mio!»

Mi misi davanti a lui e accesi il fornello. Presi un po' di impasto con un mestolo e lo misi in padella.

𝐂𝐫𝐚𝐳𝐲 𝐢𝐧 𝐥𝐨𝐯𝐞 ~𝐌𝐢𝐧𝐬𝐮𝐧𝐠Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora