𝐗𝐈𝐈𝐈

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sherilyn quella mattina si svegliò e appena si accorse della mancanza di calore che il giorno prima e durante la notte la stava circondando, capì che tom non era lì con lei.
appena scostò un po' le coperte, sentì qualcosa colpire il pavimento, allora si sporse un po' notando il plettro della sera prima, a terra.
cennò un sorriso genuino, venendole in mente le risate fatte per colpa della incapacità della ragazza.
posò il plettro sul comodino, avrebbe voluto tanto prenderselo con lei ma non voleva prendere qualcosa senza chiedere il permesso a tom.
si alzò dal letto e guardando l'orologio appeso sopra la porta capì che ormai mattina non lo era più, era ora di pranzo.
allora sherilyn, di buon umore, si diresse verso l'armadio del ragazzo e prese una maglietta bianca a maniche corte per poi togliersi i pantaloni che aveva addosso infilandosi solo la maglietta di tom, data la calda temperatura che c'era quel giorno e la lunghezza dell'indumento.
«potrei uscire un po'» si disse sherilyn affacciandosi dalla finestra e notando il sole che splendeva in cielo.
rimase un po' ferma a guardare la vista dalla finestra di tom, cercando di capire cosa potesse vedere dalla sua camera alla camera della ragazza.

scese in cucina, guardò dentro il frigo e decise di fare qualcosa di carino: cucinare il pranzo a tom.
non sapeva bene il perché le fosse venuto quel pensiero per la testa, ma si sentiva come se lo dovesse ringraziare per qualcosa, come se dovesse ringraziarlo per farla sentire a casa anche quando non era veramente a casa, per il fatto che stava trascorrendo del tempo con lei senza farla arrabbiare.
prese una pentola e dopo averci versato la giusta quantità d'acqua la mise a bollire, decidendo di fare la pasta.
mentre cucinava si chiedeva dove fosse andato quella mattina.
«avrà provato a svegliarmi?» si chiese sherilyn «sarà uscito con qualche suo amico?» si domandò ancora.
si sistemò un po' la maglietta di tom che aveva addosso, le stava chiaramente troppo larga dato che il ragazzo portava vestiti di quasi quasi cinque taglie in più di lui.
ma era anche questo quello che le piaceva di tom.
iniziò a canticchiare una melodia mescolando la pasta ma sobbalzò dallo spaventato appena sentì una voce «che bella voce che hai» disse tom alle sue spalle, sherilyn sorrise ma non glielo fece vedere.
tom alla vista della ragazza senza pantaloni sotto e con la sua maglietta che le stava decisamente troppo grande si chiese quanto poteva essere piccola e quanto avrebbe voluto tenerla tra le sue braccia per sempre.
«buongiorno anche a te, potevi lasciarmi un bigliettino, la colazione in camera o qualcosa per dirmi che non c'eri» disse sarcasticamente sherilyn.
tom avanzò verso di lei e avvolse le sue braccia attorno ai suoi fianchi, appoggiando la testa sulla sua spalla, guardando quello che stava cucinando.
«davvero pensi che io possa essere così romantico?» sussurrò al suo orecchio.
un brivido le percorse la schiena.
sherilyn, con il mestolo, prese una pasta «tieni» lo imboccò «com'è?» chiese dolcemente.
tom ci pensò su «è perfetta» disse «come te» le diede un bacio sulla guancia per poi staccarsi, lasciandola scolare la pasta.

perché tom si comportava così con sherilyn? lei non riusciva a capirlo, fino a qualche giorno fa si odiavano a morte e non voleva assolutamente vederlo, ora se non lo vedeva si sentiva persa, sola e fredda.
sentiva così tanto il bisogno di lui, di tenerselo stretto e baciarlo, ma aveva paura, aveva paura che la rifiutasse.

sherilyn gli porse il piatto di pasta e poi si sedettero uno di fronte all'altro.
dopo qualche secondo iniziarono a parlare .
«non ti manca blake?» chiese tom, sherilyn scosse la testa in negazione «non molto, in realtà».
«se me ne fossi andato io avresti sentito la mia mancanza vero?» sorrideva tom, sherilyn rise «ti piacerebbe» rispose ironica.
«a te invece?» chiese sherilyn ritornando seria «si mi saresti mancata un sacco se te ne fossi andata» rispose tom facendo scappare un'altra risata da parte di sherilyn.
la risata che tanto piaceva a tom.
amava vederla felice.
amava vederla sorridere.
e di questo ne era consapevole, ma non era consapevole ancora dei sentimenti forti che provasse per lei.
«no scemo, intendo se ti manca bil» si corresse sherilyn, tom sorrise «si, molto» rispose.
«ci tieni molto a lui» disse sherilyn «un sacco».
«eppure lo fai sempre arrabbiare» aggiunse sherilyn divertita «non è vero dai!» esclamò tom, i due risero all'unisono.
«mi piace parlare con te» ammise di punto in bianco tom.
il cuore di sherilyn si fermò, giurò che si era appena fermato.
e quando riprese a battere riprese a battere in modo accelerato, troppo veloce.
«anche a me» disse un po' imbarazzata «mi piace anche a me parlare con te» disse un'altra volta.

tom sorrideva come uno scemo, come un bambino con il suo primo bacio, come qualcuno con il suo primo amore.
ma aspettate, e se fosse proprio questo il motivo per cui sorrideva?

𝐅𝐄𝐓𝐈𝐒𝐇 ; tom kaulitz Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora