CAPITOLO 13

86 4 0
                                    

Saliamo sull'aereo. Io ho un'ansia terribile; non per il volo, ma per quello che mi aspetta nella magnifica "città degli angeli".
Io e Melissa ci accomodiamo ai posti assegnati sulla carta d'imbarco.
Mentre il resto dei viaggiatori prendono posto, mando un ultimo messaggio a Simone prima che l'aereo decolli.
"Già mi manchi. Ti amo... fai il bravo e pensami ogni istante della tua giornata.. il mio cuore è lì con te. I.L.Y♡"
Le hostess passano per i corridoi dell'aereo e chiudono i box dove sono i bagagli a mano. Controllano che tutti abbiano la cintura e poi vanno al microfono vicino la cabina del pilota e fanno un annuncio. Spiegano tutte le modalità di salvamento in caso di problemi durante il volo. Annunciano che il primo scalo sarà a Parigi e che ci vorrà almeno un'ora.
Non riesco a dormire nenache cinque minuti durante il viaggio da Roma a Parigi.
Appena atterriamo io e Melissa ci alziamo di scatto, prendiamo le nostre valigie e aspettiamo che il corridoio dell'aereo si sfolli prima di dirigerci verso l'uscita. Dopo una serie di gomitate a destra e sinistra finalmente siamo fuori.
Il prossimo volo è tra due ore e io e Melissa ci avviamo già verso il gate, in modo da non perdere di vista l'apertura dell'imbarco.
《Mel sono agitstissima》, confesso alla mia amica
《Rachele mi hai rotto. Sono due settimane che ripeti sempre le stesse cose, è l'America, non il Paradiso 》, scoppia e poi inzia a ridere
La assecondo con una seconda risata, ma senza risponderle nulla.
Le due ore di attesa passano velocemente, tra la lettura di un libro e l'osservare continuamente gente strana che mi passa davanti.
Finalmente una voce francese annuncia che é aperto l'imbarco per Los Angeles.
Scatto come una molla e mi dirigo verso le hostess.
Passiamo subito e trascorriamo il corridoio mobile che collega l'aeroporto all'aereo.
Le hostess ci accolgono e, dopo aver controllato il nostro biglietto, ci invitano a sederci al posto 16B.
Metto la valigia sullo scompartimento sulla mia testa e mi siedo.
Il mio cuore è già a mille, non vedo l'ora di arrivare.
Quando sono finalmente tutti seduti, le cinture allacciate e le hostess hanno eseguito tutte le procedure per la nostra sicurezza, l'aereo decolla.

Sono sei ore che sono su questo aereo, non ho nulla da fare e sto fremendo dalla gioia di arrivare a Los Angeles.
Metto a guardare un film d'amore, noiosissimo. Purtroppo questo display inutile non offre molti film e per di più devo anche guardarlo in inglese.

Gli occhi mi bruciano, il film anziché farmi piangere mi ha fatto venir voglia di aprire il finestrino dell'aereo e buttarmi giù.
Mi metto a dormire e finalmente non ascolto altro che la mia playlist di musica.

Al mio risveglio vedo già i grattacieli che spuntano tra le nuvole.

Apro gli occhi stordita e vedo che Melissa mi guarda con occhi da pazza. Evidentemente è euforica per il nostro arrivo negli Stati Uniti, ma dato che mi sono appena svegliata, non le do importanza. Guardo anche io fuori e vedo la superficie ricoperta dall'Ocenao Pacifico, incomincio a gridare ed abbracciare la mia amica. Urliamo entrambe attirando l'attenzione dei passeggeri, che ci guardano ovviamente in modo strano.
Scendiamo dall'aereo e corriamo verso l'interno dell'aeroporto per recuperare le nostre valigie.
Entrando nell'aeroporto vedo le indicazioni scritte prettamente in inglese, sento gente che parla in inglese e io mi eccito ancora di più. Recuperiamo le valigie e raggiungiamo l'auto della zia di Melissa, che ci ospiterà a casa sua per tutto il tempo del nostro viaggio.
《 ciao》 sorrido e abbraccio la zia di Mel.
《 com'è andato il viaggio?》domanda lei molto gentile.
《è stato noioso, ho guardato un film e dormito per circa due ore》, mormoro
《Io invece ero talmente eccitata che non ho chiuso occhio》, ridiamo alla confessione di Melissa.
Durante il tragitto mi soffermo a guardare la meravigliosa vista che appare oltre il finestrino dell'auto.
Vedo gente che passeggia sotto il sole meraviglioso di Los Angeles appaiono quattro o cinque fiorai che vendono rose e margherite e ne immagino l'odore.
Arriviamo finalmente a casa. Di fronte a noi si apre un enorme cancello marrone che nasconde la vista della casa. Quando finalmente sbuca il giardino, sulla destra compare un'enorme piscina e la casa è fatta completamente in pietra. È bellissima.
Jamie, la zia di Mel, spegne l'auto e ci aiuta con le valigie.
《Entrate, la porta è aperta. Ora vi accompagno nelle vostre camere》

il tempo di un'estateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora