Who are you?

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Un oggetto rosa, dalla forma circolare iniziò ad aprire i suoi grandi e dolci occhioni blu al mondo, riproducendo un esaustivo suono allarmante, per tutto lo spazio esterno, che lo circondava. Era dotato di tali fattezze, poiché era una piccola riproduzione del famosissimo Kirby, in veste di una comunissima sveglia, che sebbene fosse di ridotte dimensioni, era molto potente e riusciva a destare puntualmente il sonno, del suo proprietario, che stavolta però, non ne voleva proprio sapere di seguire l'esempio del suo speciale amico, che al contrario era stato fin da subito mattiniero, senza eccezioni. Il ragazzo dalle ciocche scure, sparse sul cuscino, invero, ancora immerso dal candore delle sue lenzuola e dal tempore dei soffici pensieri, non volle nemmeno provarci a mettere un piede all'esterno della sua testa e poggiarlo sul parquet della sua stanza, per poi sentirne la durezza della superficie, che lo riportava alla fredda realtà. Era così bello dormire e dimenticarsi di tutto, perché avrebbe dovuto? Ma il piccolo Kirby non era della stessa opinione, difatti non smise di disturbare il suo assopimento, portandolo a spegnere quel perpetuo frastuono direttamente dalla testolina dell'orologio canterino, con un colpo secco, causato dall'eccessiva forza, che l'adolescente ci mise, guidato dalla sua pigrizia e dal suo malumore. Aveva la sensazione di aver sprecato un'intera nottata, come se avesse potuto far di meglio, che dormire e ritrovarsi in un'antica dimora, che non fosse la reggia dove si trovava il principe, anche se si trattava della sua probabile precedente casa. Aveva atteso tanto, per rivedere il suo viso, contando i minuti e non aveva ricevuto nemmeno la briciola di un dolce mangiucchiato da San o qualsiasi minima cosa riguardasse lui.

Mura, tende, tavoli, libri, oggetti e ancora pareti. Nient'altro. Sebbene sapesse che il "niente" non fosse un termine appropriato a quello, che aveva osservato, siccome aveva avuto la chance di vedere parte del suo passato, addirittura con un cognome in allegato; occasione che non a tutti veniva concessa, il suo lato egoista, quello da teenager in preda agli ormoni, desiderava poter avere un incontro, anche breve, con il soggetto dei suoi sogni. Era persino esilarante, descriverlo così, visto che in primis, tutto era un'illusione e in secondo luogo, poiché si diceva, che il vantaggio di farsi castelli in aria fosse proprio quello di avere a disposizione uno spazio in cui tutto si poteva realizzare, inclusa una chimera simile alla sua, però guarda il caso, Wooyoung era l'eccezione; perché non poteva ricevere quello che voleva? Almeno nella fantasia non aveva il permesso di possedere un'illimitata libertà?

Uno spicchio fondente si mostrò timido e ancora semi protetto, dal tessuto caloroso e morbido, che faceva da scudo contro la luce del sole. Irrequieto, scrutava, senza sostare sui dettagli, l'ambiente, che lo cingeva, in modo tale da fare un tour veloce e controllare, se valesse la pena di denudarsi o meno. Tutti conoscono il detto " la bellezza si trova nelle piccole cose, basta saperla captare", ebbene i raggi del sole, non avevano fatto ancora capolino, dalle fessure delle finestre, perciò non si distingueva molto, quello che era presente o meno, in camera. In poche parole, non c'era un motivo valido, per alzarsi, né, il minorenne, aveva voglia di rievocarne uno. In poche ore, il suo interesse per quello, che riguardava la vita vera era svanito. Chiudere gli occhi stava diventando il suo hobby preferito, prendendo persino il posto del cibo e lui amava la vivanda; spesso affermava di voler diventare cuoco o per lo meno pubblicare un libro di ricette innovative, che lo avrebbero reso famoso. Se in tempistiche così brevi, era successo questo, certamente la situazione sarebbe peggiorata.

-Wooyoung. Non avrai intenzione di poltrire tutto il giorno? - disse una voce un tantino alterata, bussando più volte alla porta della sua stanza. Apparteneva alla madre dell'oramai non più dormiente.

-Dobbiamo comprare i regali, per i tuoi cugini e tu potrai fare shopping, se verrai con me. A patto, che tu scenda a fare colazione e ti vesta. - aggiunse, sapendo bene quali tasti toccare, affinché l'istinto della curiosità fosse chiamato in causa. Ciò successe veramente e indusse il teenager a decidere di smettere di bighellonare.

So young, but not so royalDove le storie prendono vita. Scoprilo ora