L'echeggiare dei passi, che si protraeva mattonella per mattonella, sembrò incommensurabile e illimitato, nonostante il perimetro, che stabiliva il confine tra l'auto appena parcheggiata e l'abitazione dei nuovi arrivati, fosse breve e diretto. Complice, forse, la pioggia, che aveva abbandonato parte delle sue tracce con non curanza, sul manto stradale, laddove si erano formati dei piccoli grumi d'acqua.
La finestra, solitamente unica e sola scrutatrice del paesaggio circostante, esterno, con lo sguardo puntato sulle strade, fu eccezionalmente accompagnata da un'altra figura, chinata, con la stessa prospettiva della prima citata, che fissava proprio chi emetteva quei suoni, come se il guardare potesse aumentarne la velocità dei movimenti e del catapultarsi di ogni goccia, intrappolata sotto la suola delle scarpe, precedentemente sollevata e forse questa strana pretesa ebbe la meglio, perché ad un certo punto tutto cessò e per un centesimo di lasso temporale fu surclassato dall'assoluta quiete, ad eccezione di alcune sirene della polizia, in lontananza. Captato il silenzio, lo scrutatore umano capì, che il rumoroso marciare si sarebbe trasferito all'interno delle mura domestiche, dove lui stesso si trovava; invero, i suoi sensi non gli suggerirono una bugia e alle spalle il caos bussò.
-Tesoro mio! Come hai passato la giornata, mh? Non immaginerai mai chi abbiamo incontrato durante la visita del signor Kang. In più tua nonna ci ha chiamato nel bel mezzo dell'incontro e....-
Le parole della madre, del ragazzo appostato anteriormente alla finestra, si rivoltarono nelle orecchie dei presenti, con un tumultuoso trambusto, che si spinse fino all'ultimo muscolo del padiglione auricolare. La soglia di quest'ultimo non venne superata e il significato di quelle frasi non arrivò al cervello del figlio, che conseguentemente non recepì realmente quel farneticare ovattato. Stava galleggiando leggero, fra i suoi pensieri, trasportato nella realtà, che desiderava, ma che, purtroppo, veniva offuscata da quella in carne ed ossa.
-Poi siamo andati a prendere delle ciambelle alla fragola. Sai quanto io le adori, le ho divorate subito...-
Nonostante Wooyoung fosse comunque presente, anche se solo per metà, il discorso della signora Jung perseguiva nel suo intento, tormentando la concentrazione, ormai stremata, del liceale, che dovette rimandare il suo dolce fantasticare su qualcuno, che non aveva mai conosciuto davvero o almeno non nella vita attuale.
-So, che ne vai ghiotta. Potevi portarmene una. - disse lo studente, fingendo di partecipare attivamente alla conversazione e comportandosi nel modo in cui era abituata normalmente la madre.
Infatti, Wooyoung aveva lo stesso carattere della donna; si poteva dire, che fosse in possesso del suo lato femminile e non solo. Oltre all'aspetto, ambedue condividevano la stessa parlantina e la medesima capacità di riempire il vuoto, con la loro voce; un po' come aveva fatto, la signora Jung, prima.
-Ma certo che l'ho fatto! Non c'è un secondo, in cui non pensi a mio figlio. - disse la donna, con un sorriso a trentadue denti, tirando fuori un sacchettino rosa, dalla sua borsa e porgendolo al diretto interessato, il quale lo afferrò delicatamente, mentre il padre scioglieva il nodo della cravatta.
-La miglior mamma del mondo non si smentisce mai. Lo mangerò come se fosse un dessert, dopo cena. - rispose, furbamente, non usando il termine "cena" a caso, ma ricollegandosi al pasto non ancora consumato, che doveva esser riscaldato.
Ciò avrebbe guidato la conclusione della serata, in direzione della camera da letto e fu proprio così, che il cammino, verso il mondo dei sogni, venne intrapreso. Dopo aver tenuto compagnia ai suoi genitori, con il cibo, che Wooyoung stesso aveva preparato, quest'ultimo salutò le figure paterne e andò a coricarsi, pimpante come non lo era stato mai. Cercò di soffermarsi sul ritmo dei respiri, affinché potesse rilassarsi e sprofondare nel suo ipotetico universo parallelo il più velocemente possibile. Al principio, il sistema non sembrò funzionare, a causa dei battiti cardiaci, che acceleravano, ogni qualvolta lo studente pensasse al principe, ma mantenendo i nervi saldi, ci riuscì, senza farsi prendere dall'emozione, perlomeno non fin da subito, altrimenti non sarebbe stato in grado di raggiungere nemmeno la prima fase dei sogni, quella dal peso leggero e a Wooyoung serviva addirittura la cosiddetta REM, se voleva avere qualche possibilità di vedere il giovane, perciò la pazienza era stata d'obbligo. La connessione, con la propria mente, sembrò venir meno, a mano a mano, fino a perderne quasi il controllo e a non percepirne più i pensieri quotidiani, che l'affliggevano.
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So young, but not so royal
Fiksi PenggemarTra le pagine di un libro, durante una semplice lettura, si possono vivere un milione di vite, si può combattere lo scorrere del tempo e si può anche amare ciò che non esiste, ma ad un caro prezzo. ["Chiunque viva secondo i propri mezzi, soffre di m...