I can't remember to forget you

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Le immagini, di spezzoni, della vita quotidiana, appartenente a Seul, scorrevano senza fine, all'interno di un paio di bulbi oculari, come se queste fossero un'infinita pellicola da montaggio. Le iridi scure provenienti dai sopracitati erano, invero, talmente prive di gioia o di una qualsiasi emozione intinta nel calore, che apparivano spente e perfette, per riflettere ciò che le circondava, senza però raccoglierne davvero la bellezza o l'essenza. Assorbivano il tutto con tristezza e passività, come in un vero e proprio specchio. Le pagliuzze inanimate, esamini, rendevano la loro prospettiva vitrea, come quelle delle bambole da collezione, popolari negli anni Settanta: finta e quasi immobile. Nemmeno i colori vividi, delle decorazioni natalizie, che apparivano come delle pennellate impressioniste, in mezzo alle monotone mura della città, creavano un determinato effetto nell'osservatore, che invece, solitamente, le ammirava con interesse e lo rendevano di buon umore, perdendoci i minuti ad immaginarci delle forme. Ciò che prese il loro posto furono, al contrario, contorni poco nitidi, dalla scarsa e limitata fantasia, basati su di una lunga serie di ombreggiature. Questi avevano lo stesso effetto di un classico risultato di ricerca, riguardante il tema della tristezza, googlato su internet, laddove, generalmente, facevano capolino delle illustrazioni, in cui si intravedeva un omino al centro, completamente travolto dalle sue emozioni, le quali venivano rappresentate da delle nuvolette nere, ricche di schizzi senza senso. Era così, che si sentiva Wooyoung, completamente sopraffatto dalla realtà, che momentaneamente, non sentiva appartenente a sé; non gli era mai capitata una sensazione simile ed essendo del tutto impreparato a questo nuovo tipo di sentimento, il corvino lo cercò su internet. A detta della rete, la definizione, che si avvicinava di più all'emozione provata, si chiamava "Anemoia", ossia la percezione di pura nostalgia, verso qualcosa, che non è mai stato veramente vissuto. Questa sconosciuta risultava, inoltre, essere tra le più rare esperienze di smarrimento, della mente umana. Possibile che quel sogno, gli avesse scombinato la testa in quel modo? Eppure, ne vedeva a bizzeffe di film o serie ambientate in epoche diverse o semplicemente nel passato. L'ultima, che aveva guardato senza freno, era stata la canadese "Versailles", con ben tre stagioni alle spalle e con scenografie super dettagliate, da mozzare il fiato, infatti Wooyoung se n'era irrimediabilmente innamorato. Si era persino recato ad un meeting, dove vi era il suo attore preferito, come ospite speciale. In poche parole, aveva toccato e sfiorato con mano, fino a giocarci e a divertirsi, la lunga rete di concatenazioni fatte dal susseguirsi dei secoli, però non avrebbe mai pensato di cacciarsi in una situazione del genere, avvertendo quello, che non aveva mai captato con i suoi ex ragazzi, nonostante avesse giurato amore eterno, per alcuni di loro.

-FERMATA! -

L'esclamazione del conducente non destò l'animo di colui, che aveva visualizzato quel lungo film, non facendo mancare all'appello nemmeno i titoli di coda; anzi lo rese più apatico e insensibile verso quella fretta e velocità del mondo moderno, che lo circondava. Si sollevò, con lo zaino in spalla e si unì a quel lento divagare, prospettico ed illusorio, partecipandovi come comparsa. Si diceva, che ogni individuo fosse il protagonista della propria storia, ma il giovane, dai capelli tempestati da boccoli, non si vedeva affatto tale, in quel preciso istante. Cos'era questa pesantezza, che percepiva addosso? Quanto avrebbe dato, per ritornare in quel sogno; lì era tutto leggero e scorrevole, linguaggio, su cui aveva avuto qualche intoppo, a parte.

-Wooyoung, un bradipo sarebbe più svelto di te, muoviti o ti si richiudono le porte del bus addosso. - disse Changbin, impaziente, agganciandolo per le spalle, per potergli mettere fretta e farlo uscire dal veicolo.

Dietro di loro si era formata una piccola fila di studenti più giovani, che non aspettava altro che qualche passo in più dal diciassettenne. Sicuramente non avevano pronunciato nessuna lamentela, solo perché colui, che bloccava l'uscita, era un senior e probabilmente perché l'aspetto dell'amico accanto incuteva un certo timore, a causa del suo solito sguardo distaccato.

So young, but not so royalDove le storie prendono vita. Scoprilo ora