Il resto del pomeriggio l'ho trascorso con gli amici di Harley e il tempo è trascorso così velocemente da non accorgermi che la maggior parte degli studenti è già uscita dalla scuola. Ho capito che ascoltare i racconti di William è l'intrattenimento più emozionante del gruppo. Mi ha svelato che ha ben poco in comune con il resto della comitiva, portandomi quindi a soffermarmi sulle differenze fra lui e gli altri ragazzi: a decifrare dal suo corpo minuto, deduco che non si allena molto a differenza di Arben e dei suoi muscoli tonici che gli incorniciavano il corpo e i suoi interessi non sono solo l'opposto di quelli di Arben o di Matthias, ma dell'intero mondo. Trascorre le sue giornate a fare origami con le facce stampate delle sue star preferite e le appende al soffitto che oscillano quando si scontrano con il vento e mi ha fatto vedere gli outfit di cui va fiero riposti in uno spazio dedicato a loro nella cabina armadio: pantaloni dai colori sgargianti, camicie floreali e colorate, ma la cosa che mi ha lasciata a bocca aperta è la pila di maglie bianche che ritraggono il suo volto con un paio di occhiali rosa e le orecchiette da coniglio che si illuminano come copricapo. Dice che le usa per le feste e si offre sempre di regalarle a chi desidera ma con scarsi risultati.
Il resto del gruppo, nonostante conoscessero William da molto più tempo di me, si diverte ad ascoltarlo e a intervenire ad ogni sua stravaganza.
Giunta alla fine della giornata tornare a casa non è mai stato così difficile e nemmeno la musica è capace di invogliarmi a camminare, il che è incredibilmente raro: la musica è l'unica cosa a darmi quel senso di sollievo che si prova quando si riscontra una difficoltà, è capace di capirti nel profondo e di far risalire quel sentimento che cerchi di respingere e lo fa scoppiare in una sequenze di note che danzano nell'anima rendendo quel peso fastidioso dentro di noi più leggero.
Non voglio tornare a casa per due ragioni: in primo luogo, ho litigato con James e il clima in casa sarebbe molto teso, costringendomi rinchiudermi in camera mia fino a domani mattina e in secondo luogo, con ogni probabilità, Jared si troverà a casa ed è l'ultima persona che voglio vedere oggi.
Per fortuna sono a un solo isolato dalla casa di Ranya, la mia migliore amica, quindi sfilo il telefono dalla tasca del mio pantalone e digito il suo numero e dopo due squilli risponde:
<Ciao Calliope, Come stai?> sobbalzo nel sentire la voce tanto squillante.
<Se ti dico per telefono ciò che è successo, dubito che non ti verrà un capogiro con i fiocchi> le dico.
<Aspettami al solito posto, cinque minuti e sono da te.> riesco a percepire il suo fiato corto per via dell'adrenalina che le scorre dentro. Se c'è una cosa che ama più di tutte è sapere tutti gli avvenimenti di chi conosce.
Il "solito posto" è il Skypark, parco in cui ci siamo conosciute. Fummo sulla stessa panchina, sommerse dalla natura e intente a leggere i nostri libri. A un certo punto, cadde distrattamente il mio telefono e lei si abbassò per prenderlo ma si fermò a metà strada poiché soffermò il suo sguardo sul libro che stavo leggendo ed esclamò: <Non ci credo, qualcuno che conosce Henry J.!>
Il mio sguardo scivolò sul libro che stava sventolando davanti a me.
<Ma è meraviglioso! Ti sta piacendo?> le chiesi elettrizzata.
<Se mi piace “Cavalli e Tempeste”? È la seconda volta che lo leggo!> esclamò emozionata.
Passammo l'intera giornata a parlare del libro per poi discutere sui libri che abbiamo letto entrambi.
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ChickLitCalliope e James ci sono sempre stati l'uno per l'altra, il loro amore fraterno e indecifrabile. Sono legati da una famiglia a pezzi: dopo l'abbandono del padre, la madre perse se stessa e trascinò i fratelli dentro questo turbine di dolore. Grazie...