Capitolo 9

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Calliope pov's:

I corridoi che conducono agli spogliatoi del campo sono tappezzati di foto e trofei che sono state scattate e vinte nel corso degli anni dai Cleaves. Rimango colpita da tutti gli scatti e mi domando perché Jared non sia presente in nessuna di essa.
Mentre ammiro affascinata gli scatti che ritraggono i volti fieri e vittoriosi e il mio riflesso scomposto che si riflette sui trofei, dal fondo del corridoio un tonfo proveniente dallo spogliatoio. Ficcanasare è la mia dote più peccaminosa, sono già a metà strada  e, silenziosamente, mi avvicino più lentamente alla porta semiaperta e mi nascondo dietro essa.

"Vi stavate facendo le canne prima della partita? Siete diventati rincoglioniti, cazzo." Accusa furibondo un ragazzo.

"Almeno io non mi tiro indietro quando la palla viene verso la mia direzione! Forse quello fatto sei tu, Jacob, non avevi la testa in campo." Si giustifica un altro.

"Non osare giudicarmi, le uniche cose rotonde a cui hai prestato attenzione sono state le tette delle cheerleaders!". Grida un terzo ragazzo all'interno di quello spogliatoio infuocato di rabbia.

Non avevo mai sentito queste voci, conosco la squadra di Trevor perché spesso e volentieri è capitato di uscire insieme a loro. Impiego un paio di secondi per capire che quella non è la squadra di Trevor.

Indietreggio di qualche passo per darmela a gambe per non farmi scoprire, ma urto contro una parete. Con i palmi delle mani percorro il tratto su cui sono appoggiata: percepisco delle curve leggere che si contraggono sotto le mie dita. Constato con più con concentrazione quello che ho dietro di me ma non riesco a capire di cosa si tratta.

< Vedo che oltre ad essere una domestica sei anche un'esploratrice. Se scendi ancora un po' troverai un tesoro.>

Mi volto di scatto e il mio respiro si spezza. Quello a cui non riuscivo a dare una forma si è materializzato davanti a me in tutta la sua maestosità. Quello che toccavo confusa adesso si mostra in tutta la sua bellezza: sto toccando il corpo di Jared. Più precisamente, i suoi addominali.

Provo a formulare almeno una frase di senso compiuto, ma le parole mi muoiono sulla punta della lingua.

Del resto, come dovrei difendermi?

< I... io... non... veramente-.> balbetto come una bambina sorpresa nel fare una marachella.

<Che cosa ci fai qui? Non ti voglio tra i piedi.> Sputa infastidito.

<Si da il caso che ci sei finito tu tra i miei piedi e, per la cronaca, sono qui per il migliore migliore amico Trevor, il capitano della squadra che vi ha stracciati>. Pronuncio il suo nome con una punta di orgoglio nel tentativo di irritarlo, riuscendo anche molto bene:  i suoi muscoli si fanno sempre più tesi e le iridi dei suoi occhi smeraldo sono incendiati dall'invidia.

<Be', colgo l'occasione per darti l'onore di comunicargli un messaggio da parte mia al tuo caro Trevor: se non si mette le mani apposto, la prossima volta quel pallone  se lo ritrova su per...>
<Jared porta il tuo culo in spogliatoio, il coach vuole parlarci ed è molto arrabbiato.> Un ragazzo dai capelli brizzolati esce dalla porta dello spogliatoio, lo richiama a gran voce e Jared si dirige dentro senza salutarmi digrignando i denti. Raccolgo tutta la pazienza che ho per evitare di andare in escandescenza, cosí decido di aspettare Trevor sulla panchina per evitare altri guai.

Poco dopo dieci minuti, Trevor esce dallo spogliatoio e mi chiama con un tono troppo acuto vista l'emozione di incontrarci di nuovo che il mio nome è tornato indietro come un eco in quel corridoio della palestra della scuola. Mi alzo con un leggero salto e gli salto addosso con un tenero ma forte abbraccio.
<Mi sei mancato.> gli confesso dolcemente.
<Mi sei mancata tantissimo anche tu, Calliope> mi solleva da terra e mi fa volteggiare su me stessa, dopodiché mi rimette sui miei piedi dandosi una sistemata ai suoi vestiti con qualche battito di mano funesto. < Devi aggiornarmi su tutto: la tua vita scolastica, il rapporto con James, la tua vita senza di me... Insomma, tutto!> La sua adrenalina mi fa scoppiare a ridere.

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