Capitolo 10

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Calliope pov's:

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Dopo aver passato quattro ore in compagnia di Trevor rientro a casa. L'armonia che si è instaurata dentro di me mi regala una pace inestimabile: lui è l'unico capace di mostrarmi il lato positivo in un mare di negatività assoluta, ma nonostante il suo animo puro, non riesco a levarmi dalla testa ciò che mi ha rivelato Harley e il mio migliore amico. Ancora fatico a credere che la ragazza corvina dolce e pacata sia una frantumatrice di cuori innocui.

"Come può aver fatto una cosa del genere? Perché non ne sapevo niente? E se Nancy nasconde il suo agghiacciante lato incapace di mostrarlo agli altri ragazzi o peggio, a se stessa ?"

Con la testa piena di domande senza alcuna risposta, mi fiondo sul letto stanca ma un brontolio fastidio fa capolino dentro il mio stomaco, nonostante io abbia mangiato le peggior schifezze fino a nemmeno un'ora fa!
"Vado a consolarmi con un frutto."
Scendo al piano di sotto e noto che la luce della cucina è accesa.

Sono stata io? Sono certa di aver spento tutte le luci prima di uscire di casa, come di consueto. e non penso che un ragazzo tutto muscoli e niente cervello dopo una partita la prima cosa che faccia è tornare a casa o almeno, spero. Varco la soglia della cucina che si affaccia sulla strada quando sento le mie speranze svanire: è appoggiato al lavello di spalle con i capelli scombinati e il petto nudo, segno che si sia fatto una doccia. Be', almeno si lava e non puzza, anzi, il grandi vampate di odore di vaniglia si sprigiona dalla cucina estendendosi per il resto della casa. Sta mangiando una mela così assorto nei suoi pensieri da non accorgersi della mia figura che si nasconde nel buio della casa affinché non mi scopra. Rimango impalata e in silenzio a fissare ogni suo muscolo che si contrae a qualsiasi movimento, il suo petto che si alza e si abbassa regolarmente e i suoi occhi che fissano la mela mangiucchiata che ora si passa fra le mani pensieroso. Fissa la mela mangiucchiata ancora per un po', dopodiché eseguo un lancio perfetto verso il cestino, centrandolo in maniera impeccabile. Si volta verso il cestino della frutta intenzionato a prendere un'altra mela quando emetto un verso così rumoroso da spaventarlo

«Ti hanno insegnato cosa sono i vestiti e a cosa servono?» dico coprendomi gli occhi.

Lui si volta verso la mia direzione mentre taglia uno spicchio di mela e il suo sguardo punta il mio mentre i miei cadono sulle sue mani tempestate di anelli e le vene sporgenti, cosa che prima non avevo notato. Con una mano tiene salda la presa sulla mela, mentre con l'altra impugna il coltello e lo posiziona sulla parte liscia della mela: attende qualche secondo prima di affettarla, percepisco il suo sguardo farsi più tagliente e dopo essersi ricavato lo spicchio di mela, si inturgidisce le labbra.

«Fammi capire Occhi di Ghiaccio, questa visione ti infastidisce?»

«Certo che si, cosa non te lo fa pensare?» Domando infastidita.

«Il modo in cui mi fissavi appostata dietro la porta». Un' ondata di calore incendia il mio viso e, presa dall'imbarazzo prendo l'asciugamano che ha abbandonato sulla sedia e gliela lancio addosso per farlo zittire.

«Almeno copriti le parti dove assesterei volentieri un calcio, ma suppongo che dalle grandezze potrei fare fatica a rintracciarlo», lo istigo.

« Sono abbastanza sicuro che le mie grandezze abbiano soddisfatto più di quante te le immagini».

«Non volevo infierire. Insomma, dopo la sconfitta di oggi ti ho visto parecchio il tuo orgoglio decisamente molto ferito, sai?» Se prima guadava malizioso, adesso mmi fissa in cagnesco.

«Non preoccuparti, la prossima volta il tuo fidanzatino capirà il terribile equivoco nella quale si è visto il vincitore tra i due»

«Non è il mio fidanzatino.» specifico.

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