Calliope pov's:
Sono avvolta da un buio soffocante.
E come se mi stesse schiacciando, ogni secondo che passa l'oscurità si prende tutto lo spazio che mi circonda, sottraendolo a me.
Man mano che mi strappa via lo spazio, l 'ossigeno viene a mancare fino a perdere il respiro.
È irregolare, rotto e affannato. Stabilizzarlo è a dir poco impossibile poiché un peso dentro al petto si fa sempre più pressante.
Sento i vestiti avvolgermi pesantemente il corpo, come se siano bagnati, mi fa rabbrividire.
<Va tutto bene, ci sono io>. E come se sentissi un eco che proviene da punti remoti sconosciuti e irraggiungibili; tutto ciò che mi circonda è offuscato, ma l'unica cosa che mi connette con la realtà sono due mani che afferrano le mie cosce fredde delicatamente.
Provo a pronunciare qualche parola, ma non riesco ad emettere voce. È come se una corda invisibile mi stesse stringendo la gola.<Ehi no, non così. Ascolta la mia voce e respira insieme a me, piano>. Continua a dirmi la voce.
<Inspira... ed espira> mi dice facendo il movimento insieme a me.
Lo ripeto per un paio di volte, fino a quando non sento il mio petto tranquillizzarsi.
<Così, bravissima.> mi rassicura facendo pressione sulla mia coscia destra che sta tremando.
<Rilassati>, tenta di calmarmi accarezzandomi la pelle fredda con le sue dita: sento del metallo che segue i movimenti delle dita provocandomi la pelle d'oca.Inspiro profondamente e apro gli occhi: le mani che mi tenevano le cosce sono maschili, con qualche vena sporgente sul dorso della mano, quel metallo misterioso in realtà sono due anelli infilati all'indice e al medio. Sposto lo sguardo sulle sue braccia, percorrendo l'addome e risalendo al viso. Sobbalzo quando riconosco Jared inginocchiato davanti a me.
<Cos... cos'è successo?> gli domando confusa.
<Hai avuto un incubo e questo ti ha causato un attacco di panico notturno. Ti ho sentita urlare, così sono entrato nella tua camera e quando ti ho vista in quello stato ho provato a svegliarti ma non riuscivo. Allora ho preso il bicchiere sul tuo comodino e te l'ho versato addosso.> Con un gesto del mento indica i miei indumenti fradici e io realizzo che la sensazione di essere avvolta dalla pesantezza del bagnato quando ero in quello stato è invece la realtà. Un dettaglio che prima non ho avuto l'occasione di cogliere è quello di sentire la sua voce: durante il nostro incontro inaspettato la sua voce era graffiante e tenebrosa, così profonda da spaventare chiunque lo circondi. Invece adesso il suo timbro è soave, mischiata ad una punta di mistero e persuasione, che ripercorre tutta la pelle da far venire i brividi.<Oh... be', grazie> non so che cosa dire, non è lo stesso scorbutico di qualche ora prima.
<Sei in debito con me adesso> non mi da il tempo di metabolizzare una risposta che scompare dalla mia stanza lasciandomi sola, fradicia e confusa, facendomi pentire all'istante di aver pensato che fosse cambiato, invece è il solito scorbutico.
Attendo che Jared chiuda la porta della camera per controllare l'orario: sono appena le due di notte. Avendo perso il sonno, mi alzo dal letto fradicio e decido di prendere alcuni vestiti riposti sulla sedia della scrivania per svestirmi del mio pigiama zuppo, mi dirigo nel bagno della mia camera per farmi una doccia calda in modo da rilassare i muscoli. In un batter d'occhio mi ritrovo sotto il getto d'acqua della doccia, l'acqua calda colpisce la mia schiena curvata. Sono seduta con le braccia che circondano le gambe piegate contro il petto, il mento è appoggiato sulle ginocchia e il mio sguardo è rivolto verso il vuoto mentre la mia mente si tuffa nel passato.
Nonostante io abbia ricucito le mie vecchie ferite, i ricordi sono sempre lì, davanti al mio presente per intralciare il mio futuro. Ogni momento felice che vivo nel presente è distrutto dal mio passato perché è sempre sull'attenti per rovinare ogni momento diverso dal dolore che provo in qualsiasi istante dalla mia infanzia e più cerco di allontanarmi da essa, più velocemente mi trova e mi tortura.
È una guerra infinita tra me e il mio passato. Non riesco ad andare avanti, neppure se ci provo con tutte le forze che addirittura non possiedo.
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ChickLitCalliope e James ci sono sempre stati l'uno per l'altra, il loro amore fraterno e indecifrabile. Sono legati da una famiglia a pezzi: dopo l'abbandono del padre, la madre perse se stessa e trascinò i fratelli dentro questo turbine di dolore. Grazie...