Background Saga: Madre

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~???~
Qualcuno bussò alla mia porta.
Corsi alla porta, doveva essere lui, era finalmente arrivato.
-Sei tu... mia mamma?

~Diversi anni prima~
Quella mattina passeggiavo in un museo di arte classica quando vidi un bambino, avrà avuto tre o quattro anni, era zuppo a causa della pioggia e sembrava smarrito.
-Ciao piccolino, ti piace la statua? Conosci la storia di Ercole?
Il bimbo si nascose, era molto piccolo ed aveva la pelle grigiastra.
-Ehi, non ti farò del male, vuoi venire qui? Posso darti un asciugamano, sei tutto bagnato .
Lui si avvicinò, io presi un asciugamano dal bagno e lo asciugai mentre gli raccontavo il mito di Ercole che lui ascoltava affascinato.
-Wow ti piacciono tanto storie- sorrise.
-Questa è mitologia greca, ti giuro che è vera. Sai, io sono la principessa di un'isola chiamata Themyscira, dove alle Amazzoni viene insegnato tutto sulle divinità e su come crescere fori e compassionevoli. Forse hai già sentito parlare di me, io sono... Wonder Woman.

-Quella di fumetti? Io visti in vetrina-Sì- risi -Hanno fatto dei fumetti su di me, ma è più probabile che tu mi abbia visto in televisione

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-Quella di fumetti? Io visti in vetrina
-Sì- risi -Hanno fatto dei fumetti su di me, ma è più probabile che tu mi abbia visto in televisione.
-Io no TV, no casa, nascondo e mangio quello che trovo.
-Oh piccolino, perchè ti nascondi? Per caso non sei di questo mondo?
-Metà- disse ed una forte aura demoniaca lo avvolse.
Istintivamente feci un passo indietro e sguainai la spada per difendermi, ma il bambino pianse.
-Scusami, è stato l'istinto. Dimmi di più di te.
-Papà demone Etrigan, mamma non so.
-Tuo padre è Etrigan? È un pezzo grosso. Scusami se ti ho spaventato, ora comprendo la tua aura.

-Tranquilla, abituato.
-E come mai sei qui? Parlami di te, hai amici o una famiglia?
-No famiglia. I bimbi scappano e lanciano sassi, una volta però ero amico con un gufo.
-E che fine ha fatto il gufo?
-Volato via.
Trattenni una risatina.

-Beh meriti degli amici, io sarei onorata di essere la tua prima amica.
-Non puoi.
-Perché? Il primo amico è Signor Gufo, tu seconda.
-Va bene- sorrisi -Mio piccolo amico, qual è il tuo nome?
-Nome? Cos'è?
-È un modo con cui la gente si riferisce a te. Non parli mai con nessuno?
-No
-Allora ti chiamerò...- mi guardai in giro e lessi il nome di uno studioso italiano che aveva restaurato una statua -Mattia, significa "un regalo dagli dei". Tuo padre è un demone e tu sei un regalo degli dei. Gli dei ti hanno dato una seconda possibilità ed io vorrei darti una mano ed aiutarti. Posso considerarti un amico?
-Sì.
Avvicinai la mano a lui per accarezzargli la testa, ma lui si allontanò, probabilmente pensava che lo avrei picchiato.
-Ehi, non ti farò nulla.
-Sei supereroina?
-Sì, proteggo la terra assieme alla Justice League, combatto per la verità e giustizia. Proteggo il mio regno da malvagi e demoni come... tuo padre.
-Non vuoi combattere me, vero? Io non voglio combattere.
-Certo che no, io giudico le persone dal cuore, non dal loro aspetto o dal loro lignaggio.
-Lignaggio- rise, probabilmente non conosceva la parola e la trovava buffa -Essere supereroi è bello? A persone piacciono eroi?
-Certo, l'importante è usare i poteri per il bene e non per il male.
-Cosa sono bene e male?
-Te lo spiegherò col tempo e ti fermerò quando sbaglierai.
-Quando fai bene persone sorridono?
-Sì, piccolino.
-Mio papà è cattivo?
-Ha fatto anche cose buone, mettiamola così.
-Come faccio a diventare eroe?
-Seguimi ad allenati per diventare forte.
-Cosa significa "allenati"?
-Quante domande- sorrisi -Posso mostrartelo qualche volta. La prima cosa che devi fare è imparare a controllare le emozioni, pensa a qualcosa che ti fa arrabbiare.
-I bambini tiravano i sassi... facevano male.
-È normale che ti faccia arrabbiare, sono stati cattivi e non si fa, la prossima volta, se succede, devi controllare le tue emozioni ed andare via o chiamarmi, va bene?
-Bene.
-Prova ad usare le tue emozioni, cosa faresti con i tuoi poteri se fossi da solo e non riuscissi a scappare?
Il piccolo demone creò un oggetto di ombre, ma non era un'arma per ferire, era uno scudo.
-Bravo! Sono fiera di te! Riesci a concentrare l'aura in una parte del tuo corpo?
Il bimbo concentrò l'aura sui suoi pugnetti rendendoli più grandi.
-Sei bravissimo- ma notai che stava sbadigliando, così mi sedetti per terra affianco a lui -Dai, basta per oggi, puoi riposare.
Lui mi prese alla lettera e si addormentò con la testa sulle mie ginocchia.
-Grazie mamma- disse addormentandosi mentre lo accarezzavo.
E fu così che incontrai mio figlio.

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