Caccia
Giorgio accese la luce del garage, illuminando il piccolo spazio con un lampo debole e sfarfallante. L'armadio dove teneva l'attrezzatura da caccia era proprio davanti a lui, appena dopo l'auto parcheggiata. Aveva sistemato da poco il materiale, acquistato poche ore prima che Viola tornasse a casa, e si era assicurato di avere il vecchio fucile funzionante in caso quello nuovo si fosse accidentalmente inceppato; aveva controllato che la canna non fosse otturata dai residui di sparo.
Gli avevano comunicato l'orario in cui avrebbero cacciato il lupo, doveva presentarsi al mattino presto davanti al grande edificio che ospitava l'impresa, e poi da lì sarebbero partiti con un furgone tutti insieme per non usare troppi mezzi, dando così sospetti a chiunque avessero incontrato.
Sentiva una nota di tensione, forse era la consapevolezza di star per compiere un gesto ignobile, la coscienza del fatto che di giusto, in quel compito, c'era ben poco. Giorgio aveva sempre praticato caccia protetta, non aveva mai privato un animale della propria vita ingiustamente, solo per gli scopi loschi di guadagno di una donna che non aveva riguardi tranne che per i propri interessi. Aveva pure scavato nella sua vita senza permesso, mirando all'unico punto debole che non avrebbe mai dovuto toccare, l'idea che potesse fare qualcosa a Viola lo attanagliava e lo spingeva ad andare fino in fondo.
Sospirò, mettendo la chiave dentro la serratura dell'auto per aprirla, quindi aprì il bagagliaio infilando dentro la borsa con le esce e le munizioni. Aveva sperato fino all'ultimo di poter trovare una soluzione alternativa, ma dovette rassegnarsi a lasciare i sonniferi e i sedativi leggeri nell'armadio.
Chiuse il bagagliaio cercando di fare meno rumore possibile, era ancora molto presto e non voleva svegliare sua figlia. Non sapeva bene con che faccia sarebbe tornato a casa, come le avrebbe confessato il lavoro - se mai lo avesse voluto fare - né sapeva come l'avrebbe presa Viola. Per lei la caccia era sbagliata in tutte le circostanze, non importava se fosse fatta dentro zone protette dove non era possibile fare più del necessario ordinato.
Adesso tutto quello che doveva fare era sistemare il gilè e mettere in moto. Si avvicinò alla clare e fece scattare piano la serratura.
Quei minuti intanto sembravano diventare infiniti, ogni movimento contribuiva solo ad allungare l'attesa e Giorgio sentiva il sudore freddo minacciare di bagnargli la fronte e i vestiti. Si sedette sul sedile del guidatore, si prese qualche secondo per tentare di scaricare la tensione respirando profondamente; doveva solo pensare che non era nulla di diverso dalle solite battute di caccia, in fondo quante volte aveva dovuto prendere qualche animale per conto degli altri? Ormai aveva smesso di contarle. Era sempre stato disponibile su quel genere di favori purché non fosse andato contro alla legge.
Uscì dal garage in retromarcia, aspettando ad accendere i fari perché in quella posizione puntavano alle finestre delle camere. Mosse le ruote delicatamente, a passo d'uomo, era ancora molto presto e voleva fare meno rumore possibile. Fece manovra e si fermò davanti al cancellone, che dovette aprire a mano slegando la catenella. Non era ancora riuscito a farlo riparare, i soldi che aveva risparmiato erano stati investiti per altre spese e purtroppo aveva dovuto rimandare.
Non appena l'auto oltrepassò il cancello, Giorgio dovette ripetere la stessa azione con la catena, una a ritroso per chiuderlo.
La strada in quell'orario era insolitamente buia e deserte, o forse era il punto di vista del cacciatore a farla sembrare più tetra di solito, più isolata e del tutto priva di un possibile aiuto esterno che potesse farlo desistere dal suo intento. In fondo sembrava un presagio, ormai aveva accettato e doveva smetterla di farsi tutti quei dilemmi per niente, non se ne sarebbe andato a mani vuote né con la coscienza pulita. E pensare che il fine di tutta quella messa in scena doveva solo essere dare un futuro più roseo a sua figlia... lo avrebbe odiato a morte non appena avrebbe saputo da dove venissero i soldi. Ecco perché aveva deciso che non le avrebbe detto niente, avrebbe insabbiato tutto e si sarebbe fatto finire in mente un'altra idea per mascherare il trasferimento di denaro. Ma sarebbe riuscito?
Girò all'ultimo incrocio. Il grande edificio era l'unica cosa illuminata e subito riconoscibile già dopo pochi metri di strada. Giorgio poté notare subito un furgone bianco, senza scritte di nessun genere e solo i regni di fango sopra alle ruote. C'era un gruppo di uomini vicino al mezzo di trasporto, avevano un abbigliamento che dava più l'idea di dover organizzare una battaglia a Paintball piuttosto che una battuta di caccia. Accostò appena dietro, prendendosi qualche secondo per valutare la preparazione che Amanda aveva architettato.
STAI LEGGENDO
Wolf's Eyes
Teen FictionSTORIA ORIGINALE - IN PAUSA Simon e Viola apparentemente sono due ragazzi normali che si incontrano e iniziano a frequentarsi. Lui timido e amichevole, lei solare ed estroversa. la loro amicizia sboccia per caso, in una cioccolateria e con una battu...