Avversioni

"Non capisco perché te la sia presa così tanto. Alla fine è strano, devi ammetterlo".

"Il fatto che sia strano non implica che puoi guardarlo come se fosse un alieno. A tutti capita di farsi male per distrazione".

Emma la guardò con uno sguardo ovvio e a tratti sarcastico: "E tu ci hai creduto davvero?" chiese camminando di lato.

Viola roteò gli occhi al cielo, non era ancora riuscita a farle cambiare idea sull'immagine di Simon, che solo a lei, a quanto pare, sembrava essere del tutto normale. Conveniva con la sua amica che poteva sembrare bizzarro, ma non ci limiti di un fenomeno paranormale. Leggere era un'azione naturalissima di ogni essere un uomo colto, e non essendo dotato di cellulare in qualche modo doveva pur tenersi occupato.

"Sei proprio cotta di lui, per difenderlo davanti ad un fatto simile".

"Emma, seriamente: perché dovrebbe essere così insolito che un ragazzo possa aver sbattuto contro un palo? Ti ricordo che abbiamo visto gente fare cose peggiori, come lo erano le condizioni tra l'altro" obiettò l'italiana guardandola con un'occhiata ovvia. Emma sapeva bene a cosa stesse alludendo, ricordando bene che l'estate scorsa il ragazzo di Tiffany aveva avuto l'idea di trasportare sette persone in un'auto che ne poteva contenere cinque, andandoci a schiantare contro un muro. Non era morto nessuno, per fortuna, ma un'esperienza del genere era meglio non ripeterla. Insomma, almeno Simon aveva solo preso un palo a piedi, non un guardrail o un muro con una macchina sportiva che correva anche troppo per gli anni di patente che poteva vantare.

"Va bene, va bene. In fondo non riuscirò a farti cambiare idea nemmeno mostrandosi tutti gli elementi a mio favore".

"Assolutamente no, noi italiani sappiamo essere molto decisi e testardi" ridacchiò Viola posando la sua borsa su una sedia, mentre occupavano un tavolino del bar.

Era il loro posto primario per confessarsi, raccontarsi ciò che era successo nei giorni in cui non si erano viste qualora avessero avuto delle novità attendibili e degne di attenzione. I temi dei loro discorsi erano variegati e molteplici, buona parte la prendeva la scuola per poi slittare d'un punto all'altro delle loro vite. La questione genitori il più delle volte veniva sorvolato, dimenticata o ignorata apposta, sotto rispetto di Viola.

Quel giorno poi avevano deciso di portare gli appunti per Biologia Naturale, Emma studiava gli stessi argomenti anche se rispetto ad un college erano meno avanzati, ma potevano lo stesso essere un punto di partenza un po' più alla portata della giovane italiana che in poco tempo avrebbe dovuto dare gli esami d'ingresso per cambiare facoltà.

Viola si mise a sfogliare i quaderni consistenti e strabordanti di appunti e note di Emma, una caratteristica che sua sorella Grace aveva sempre odiato e demonizzare tutt'ora, disprezzando da sempre il materiale scolastico sporco e imbrattato in tutti i possibili modi.

Emma però non voleva mollare il colpo. Di solito rispettava i limiti e le regole personali della sua amica, ma non poteva ignorare a vita un pezzo importante dei suoi genitori, specie se potevano rivelarsi utili per il suo futuro. Poteva capire la sua avversione su quell'argomento a causa di delusioni passate, ma Viola non aveva più otto anni e non poteva andare avanti con un atteggiamento tanto infantile.

"Viola, tornando al discorso di prima..."

"Simon è un bravo ragazzo".

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