Sogni e paure

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16 Marzo (Pisa):

   Terminata la visita in Piazza dei Miracoli, la classe si divise fra chi voleva fermarsi ancora un po' in città e chi invece preferiva tornare a casa.

«Noi andiamo di là!» esclamò Alessandro indicando una strada dal lato opposto a dove aveva lasciato la macchina. «Ci vediamo domani!», salutati gli amici, mano nella mano, la coppia s’incamminò per le vie di Pisa.

«Dove mi porti?» chiese curiosa lei.

«Ti stupirò… fidati!» rispose strizzandole un occhio. «Quella è La Normale!». Giunti in Piazza dei Cavalieri, il ragazzo le indicò il maestoso edificio.

Ci facciamo una foto? avrebbe voluto chiedergli, ma lui accelerò il passo.

«Ecco! Siamo arrivati!» esclamò solo pochi minuti dopo, fermandosi davanti a un imponente ed elegante palazzo.

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI... la scritta sopra alla facciata catturò immediatamente l'attenzione di Ilaria, che rimase senza parole.

«Lo senti?» domandò Alessandro.

«Cosa devo sentire?» rispose lei, distogliendo lo sguardo dalla costruzione.

«Il profumo del tuo futuro!» affermò respirando una boccata d’aria. «Questo è il Palazzo della Sapienza, nonché sede della Facoltà di giurisprudenza». Spiegò, mentre le iridi della futura matricola si facevano lucide.

«La culla del Diritto!» sussurrò emozionata.

«A breve trascorrerai la maggior parte del tuo tempo qui dentro». Iniziò a dire Alessandro abbracciandola da dietro la schiena. «Mi mancherà la nostra attuale quotidianità», le bisbigliò in un orecchio. «Ma…. il giorno in cui ti laureerai io ci sarò. Vestito di tutto punto, fiero e orgoglioso, applaudirò al tuo successo!». Senza dargli il tempo di aggiungere altro, Ilaria si voltò e, col volto rigato dalle lacrime, lo baciò.

Prima di conoscerti, per me, le tue parole erano solo un bel sogno. Da quando sei entrato a far parte della mia vita, invece, la fantasia sta diventando realtà. Immaginandosi felice accanto a lui, inspiegabilmente si spaventò.

«Perché piangi?» domandò, asciugandole le guance con i pollici.

«Ho paura!» mormorò, perdendosi in quelle iridi verdi.

«Esagerata! Per te, la maturità è solo una formalità… Lo sappiamo tutti che sei un potenziale sessanta», cercò di rassicurarla.

«Non è quello...», gli confidò, tirando su col naso neanche fosse una bambina.

«Allora cos'è?» le chiese aggrottando la fronte.

«È tutto troppo bello perché duri. Mi spaventa l’idea di perderti!» rivelò con un filo di voce e, sollevandosi sulle punte dei piedi, lo baciò di nuovo.

«Ascoltami!» ancora ansimante, Alessandro le sussurrò a fior di labbra. «Voglio viverti!».
Davanti a quelle parole il cuore di Ilaria sembrò fermarsi. «Ale… credo di essermi innamorata», rivelò arrossendo.

«Io, invece, ne sono certo».
 

Troppo presto...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora