“La rabbia è l’unica cosa che resta ad un’anima distrutta.
La rabbia è l’unica cosa che può sfuggire al dolore.
La rabbia è l’unica cosa – oltre al dolore – che può trasformare una persona.”
Raf era furiosa. Aveva il cuore spezzato, infranto, come trafitto da una lama. Per un attimo le venne voglia di morire, ma fu solo un attimo... perché poi desiderò solo una cosa, qualcosa che un angelo non dovrebbe mai desiderare… vendetta.
La mente di Raf si rifiutava di soffermarsi sulla m… su ciò che era successo a Sulfus, il suo cuore si rifiutava di soffrire, e desiderava la sofferenza altrui per provare a placare la propria.
Ma questo non succede mai. Far soffrire gli altri fa solo stare peggio noi. Ma la rabbia era l’unico sentimento che, in quel momento, poteva abitare l’addolorato cuore di Raf.
Ed infatti, quando lei si allontanò dal corpo di Sulfus, il cuore le batteva forte dalla paura. Non era un incubo, era tutto vero. Si sentì tremare. Se solo si fosse potuta osservare avrebbe visto che i suoi occhi non erano più azzurri, ma rossi. Non rossi come quelli di Cabiria: ancora più rossi, rossi come il fuoco, e vuoti. Le sue ali divennero nere, così come i suoi vestiti e perfino la sua aureola. Strinse i pugni e chiuse gli occhi.
Come poteva essere vero un incubo del genere? Come poteva un sempiterno morire?
Non era possibile. Non poteva succedere, era una cosa che non si era mai sentita... e invece eccola là la prova, stesa a terra con la schiena contro la roccia, gli occhi chiusi, ferma ed immobile.
La angel si coprì gli occhi con le mani. Le venne voglia di urlare, di sfogare il suo dolore.
Lui era morto per lei. E non perché doveva succedere, non perché il suo cuore non era puro, ma semplicemente perché loro, le sirene, lo avevano ucciso! E per giunta perché il suo cuore era troppo puro! Cosa poteva mai significare?
Perché proprio lui? Era morto per lei, e lei neppure sapeva il perché...
...e a quel punto la disperazione raggiunse il suo apice, e Raf si voltò verso le creature, fissandole con quegli occhi di fuoco che non erano i suoi, e sibilò, fra i denti: - Io vi ammazzerò!
E mentre diceva quelle parole aveva veramente sete del loro sangue.
Le sirene erano là, attorno a lei, e la fissavano derisorie con i loro occhi lucenti.
La ragazza sollevò le mani a coppa sopra la testa, ed iniziò a concentrarvi una grande sfera di energia nera.
Si ricordò di quando lei e Sulfus si erano rincorsi per tutta la scuola e alla fine erano arrivati nei sotterranei, ridendo. Ricordò di quando lui l’aveva inchiodata al muro con le braccia, per poi allontanarsi un po’ impacciato, e lei era arrossita, senza domandarsi se fosse sbagliato o meno...
Iniziò a colpire forte con l’energia oscura, mirando alle sirene.
Ricordò di quando lui aveva lottato per lei, contro la medusa e contro il minotauro...
Riuscì a colpire una creatura, e ghignò di crudeltà.
Ricordò di quando gli aveva parlato telepaticamente, con il Think Fly, e aveva sentito tutte le cose dolci che lui pensava di lei, tutti i suoi teneri pensieri...
Osservò la sirena che aveva colpito ed un brivido di soddisfazione si fece strada dentro di lei, mentre ascoltava il suo grido agonizzante.
Ricordò di quando lui aveva provato a baciarla... I suoi occhi si velarono di dolore solo al ricordo di quello che aveva provato in quel momento...
Lanciò altre sfere di energia oscura, senza sosta.
Ricordò di quando Sulfus l’aveva guarita con il suo nuovo potere, che aveva scoperto per il vivo desiderio di salvarla, e poi l’aveva fissata negli occhi con uno sguardo dolcissimo, commosso, e perdutamente innamorato, mentre le accarezzava dolcemente i capelli... infine i suoi occhi si erano chiusi per baciarla perché lei finalmente glielo aveva permesso...
... e invece ora si erano chiusi per sempre.
Le sue labbra tremarono. Era colpa sua.
Si ricordò di quando lui l’aveva abbracciata, stringendola a sé come se non volesse più lasciarla andare via. E nemmeno lei avrebbe voluto lasciarlo mai... soprattutto non così.
La angel si sentì distrutta. Ascoltò le grida delle sirene. Era quello che meritavano. Il dolore!
L’energia oscura era molto potente, soprattutto se animata da ricordi dolorosi. Cosa le era successo? C’era qualcuno che avrebbe saputo spiegarlo, qualcuno che era stato liberato proprio grazie all’energia oscura, l’unica in grado di rompere la teca di cristallo nella quale era rinchiusa.
La prima cosa che Angelie vide, sollevandosi lentamente, fu la figlia che combatteva coraggiosamente contro le creature, esibendo i poteri dell’oscurità… perché Raf era diventata un angelo nero.
Se sei una madre, e ti risvegli dopo centinaia di anni di prigionia, la prima cosa che vorresti vedere non è esattamente tua figlia pervasa dall’oscurità e assetata di vendetta che lotta contro le sirene, con il rischio di finire uccisa. E quella madre, seppur avendo potuto conoscere sua figlia, sapeva che c’era solamente una cosa che avrebbe potuto placare la sua ira.
Perciò lentamente, passando inosservata nel trambusto generale, si avvicinò al ragazzo che giaceva a terra. Gli accarezzò una guancia, come se fosse stato anche lui suo figlio.
Se solo...
Deglutì e gli prese il polso.
La sua pelle non era fredda come si aspettava. Fece pressione con due dita sulle vene e le sentì pulsare, regolarmente. Vive.
Angelie sorrise e gridò l’unica frase che avrebbe potuto consolare la figlia.
- Raf, fermati! Il ragazzo è ancora vivo!
Raf si bloccò. Lasciò ricadere le braccia lungo i fianchi, e fissò il vuoto con sguardo allibito.
Si rese conto in un attimo di non aver risolto niente facendo del male alle sirene. E in quello stesso attimo realizzò quanto fosse splendido il suono di quelle parole.
Rimase ancora ferma. Forse lo aveva immaginato. Forse si sarebbe girata e avrebbe visto Sulfus ancora morto.
- Raf, te lo ripeto, è vivo!- gridò ancora la voce.
E questa volta Raf si girò, senza neanche pensarci.
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Minaccia e Salvezza
FanfictionUna fanfiction basata sulla storia di "Angel's Friends", ambientata esattamente alla fine della prima stagione. TRAMA Raf fa ritorno alla Golden School per affrontare un nuovo anno di studio. Ormai ha deciso di dimenticare il suo grande amore, il...