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Quando raggiungiamo la baita non troviamo nessuno, il cielo è ormai sereno, neanche una nuvola, il lago è limpido, c'è un leggero venticello, di solito qui sopra è sempre così, non ho mai visto arrivare il mal tempo, siamo troppo in alto.

- Kira...inizia ad entrare, io faccio una chiamata.

Annuisco e mi dirigo verso l'entrata, non vengo qua sopra da molto tempo, non ho mai avuto il tempo e le forze per arrivare qua, per salire bisogna passare tutto il bosco e la vallata grande, per non rischiare di far tardi a tutti gli impegni che tengo non sono mai salita.

***
È passato fin troppo tempo, ore su ore...
Della mia famiglia nessuna traccia, Ivan e io abbiamo pranzato con delle verdure saltate in padella con un filo di sale, per fortuna da piccola facevo bene a lanciare semi di verdura in giardino, anche se ci sono piante selvagge almeno per cucinare sono buone; dovrei salire più spesso e prendermi cura del giardino, in fondo mi è sempre piaciuto farlo.
Dopo pranzo ci lasciamo un po' prendere dal situazione e andiamo a fare una passeggiata di ricognizione, armati fino ai denti, non tanto per gli uomini ma per gli animali selvaggi che ci sono qui sopra.

Papà mi racconta sempre che quando lui era piccolo stava ad una battuta di caccia nel bosco superiore, dove stiamo noi adesso, e disse che all'improvviso iniziarono ad urlare tutti per un qualcosa che li attaccava, era una tigre...
L'hanno provata ad ammazzare in tutti i modi ma era troppo agile e incazzata, non la si vedeva arrivare, si mimetizzava tra i rami degli alberi o con l'erba alta, era scaltra e agile.
Papà ripete ogni volta che in quella giornata ha perso il suo migliore amico, uno zio e poi altre 3 persone che erano amici di suo nonno, cioè il mio bisnonno.
In seguito hanno scoperto che c'era più di una tigre, erano in 5, la protezione civile non è mia riuscita a prenderle perchè ogni volta che entravano non uscivano, altrettanto per altre persone.

Ivan sa bene a cosa stiamo andando incontro, anche lui sa bene la storia, però mi sembra anche giusto controllare un po' i dintornino, sono passati decenni dall'accaduto delle tigri, può essere anche che sono morte, non si sa, ultimamente però hanno detto di aver visto un'orsa ed è quello che mi spaventa al momento, è un Grizzly di alta statura, pelo lucente, zanne e artigli affilati, almeno è quello che ha raccontato un povero cacciatore che si è addentrato nel bosco ed è riuscito a sopravvivere per miracolo, era alquanto malconcio quando è stato ritrovato.

- Ivan ci stiamo cacciando in un'enorme guaio.
- meglio l'orso e le tigri che tuo padre incazzato.
- su questo ti do ragione.
- di certo non mi scordo tutti i suoi attacchi d'ira.
- per fortuna in questo periodo è stato occupato per la mia festa e non lo vedo con un'attacco da molto ormai, ha deciso ufficialmente di ascoltare un medico, ha iniziato a bere meno caffè, dormire di più, mangiare salutare e altro, sono rimasta stupita anche io con quanta determinazione stia seguendo le regole.
- shock...
- già.

Mentre stiamo salendo il ruscello sentiamo dei ruggiti, sbianchiamo come due fantasmi, ci voltiamo di sfuggita e troviamo quel che meno volevo vedere, una tigre che ringhiava contro un'orso, ecco il peggior incubo di quest'avventura.
Mi volto verso Ivan, lui guarda me, iniziamo a prendere una rincorsa esagerata come matti, come cazzo si fa a battere due animali selvaggi in una corsa? Io non lo so sicuro ma so che ci inseguono adesso e la cosa non mi piace.

- Ivan ci dobbiamo dividere.
- cosa? Perchè ?
- vai a destra, c'è il sentiero stretto, la non ti possono raggiungere di sicuro, c'è il vecchio monumento, sali sopra a tutto, neanche una tigre può salire, è dove si sono rifugiati mio padre e gli altri quel giorno.
- e tu ?
- io vado per il bosco, raggiungo di nuovo la baita per la strada vecchia, quella con i sassi e le rocce enormi.
- non fai in tempo!
- invece si, ho messo a posto un po' e adesso c'è un sentiero di rocce ben definito, basta solo seguirlo e saper saltare.
- mi fido di te, ci vediamo alla baita.

Quando arriviamo al sentiero principale ci dividiamo, perdo un battito per vedere Ivan che mi guarda con occhi lucidi e si divide da me, non nego che anche a me si sono fatti gli occhi lucidi, ho una paura matta che lo prendono.
Dopo una corsa colossale arrivo al sentiero roccioso, mi fermo un minuto contato per riprendere fiato, a me è toccato l'orso, il nuovo ostacolo del bosco.

L'amore non si prendeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora