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Questa mattina mi sono svegliata di ottimo umore, Ivan è andato a lavoro, la solita chiamata mattiniera con mia madre lo fatta, non devo andare a lavoro, mi sono presa una settimana, lavoro da casa quando hanno bisogno ma per la maggior parte ci pensa Axel, è in assoluto la mia salvezza.
Ho deciso di andare al cimitero, ho preso un bouquet di rose bianche, le metto sulla tomba del nonno, è ormai primavera, se le metto adesso rischiano di seccare, però ci provo lo stesso.

~~~
Dopo un'oretta a guidare finalmente sono qua, non vengo da molto tempo ormai, il sentiero nel bosco è più verde e definito, ora c'è una strada vera e propria, parcheggio e scendo, è tutto aperto, le lapidi sono tutte bianche, rimango a bocca aperta, tutto il recinto di legno è ricoperto da rose di ogni colore, sono arrivate fin sopra i paletti, anche il tempio è ricoperto di rose, hanno iniziato a raggiungere anche le lapidi, sono stupende, per quanto il terreno è ancora nero per l'esplosione devo dire che queste rose hanno la testa dura, la mamma ha fatto mettere un sistema di irrigazione attorno il recinto, ogni volta che viene le annaffia, e io faccio lo stesso, non voglio di certo che si seccano, apro il piccolo cancello ed entro, sono stati messi per coppie e per famiglie, c'è solo un sentiero unico, dove alla fine ci sono il nonno e la nonna, da là possono vedere tutti, mentre mi avvicino vedo una figura nera che sta inginocchiata.

- posso sapere chi sei?

Gli urlo leggermente perchè è lontano, di certo questo posto non è piccolo. La figura si volta, mi vede e scappa via, aveva una maschera sul volto, non so proprio chi può essere, non ho le forze per rincorrerlo lungo tutto il bosco quindi faccio finta di niente, mi avvicino ai nonni e vedo il mazzo di rose bianche, sono quelle del giardino di nonna, potrei riconoscerle tra mille, sono le uniche che hanno un filo argentato all'interno; dopo aver lasciato il mazzo  sulla tomba corro dove è andata la figura, entro nel bosco e inizio a urlare, conosco il bosco come le mie tasche, nessuno può sfuggirmi qua. Quando sento dei rumori subito mi metto sull'attenti, corro per molto tempo ma nulla, della figura nessuna traccia, sembra sparito nel nulla, arrivo fino alla villetta, con mia sorpresa trovo tutto aperto, i fiori sono arrivati fin sopra il tetto, entro e inizio a chiudere tutto, è abbastanza in ordine, trovo dei biglietti strani sopra un mobiletto.

VIVI LA TUA VITA, TE LO MERITI.
Si felice te lo sei meritato.

E altro cos'è così. Ci sta qualcuno per forza, l'altra volta non ci stavano questi biglietti e non penso che i poliziotti si mettono a scrivere queste dediche, li prendo e li metto in tasca, sento dei passi di soppiatti all'esterno, esco di corsa ed eccolo qua, la figura di prima.

- questa volta non mi scappi.

Mentre corro verso di lui rimane immobile, appena sono a pochi metri da lui salta, inizio a saltare da un ramo all'altro, se vuole giocare io accetto, mi arrampico anche io e lo inseguo, sono leggermente più veloce di lui, arriviamo alla grande quercia, salta sopra con me alle calcagna, si può sapere che vuole?

- tanto non mi prendi.

Osa pure sfidarmi.

- questo lo vedremo.

Prima che può saltare sulla grande quercia lo anticipo mi afferro alla sua gamba, cadiamo come salami, che dolore, non sono più fatta per queste cose.

- hai vinto tu haha.
- si può sapere chi sei?
- ma come, ti sei scordata di me.
- non ti vedo.
- la mia voce.

Ci sediamo sul prato, lui si toglie la maschera...Mario?
Sono sbiancata.

- co.o.me sei vi.vivo?
- volevo farti una sorpresa, mi sono vestito così per non farmi riconoscere.
- ma io ti ho visto morire, il tuo corpo è caduto nella cascata! Com'è possibile? Renato ti ha ucciso.
- in realtà ho schivato il proiettile e mi sono buttato in acqua, ho nuotato fino a valle e sono andato dai nonni, loro hanno fatto il modo che Renato non mi trovasse, mi hanno spedito in Europa, finché non mi hanno adottato, sono rimasto a Napoli fino a tre anni fa, poi sono tornato.

Prende fiato.

- quando sono tornato non ho trovato quasi nulla, il notaio mi ha chiamato e riferito che i nonni mi avevano messo nel loro testamento, che avevo delle carte da firmare e accettare, mi hanno lasciato la loro villa, dove sono cresciuto e un conto in banca, non era la stessa quota che hanno lasciato a te ma posso morire nel lusso lo stesso, qualche proprietà con affitto e solo con quelli stavo bene.
- io ero in campo, potevi venire.
- perchè non lo sapevo, solo qualche settimana prima del tuo compleanno ho saputo che eri in campo militare, poi è successo l'accaduto e non sono riuscito a venire.
- ma perchè ti nascondi?
- alcuni uomini di tuo padre mi cercano, vogliono sempre la mia morte.
- ma sono stupidi proprio.
- beh il loro capo era Renato.
- che per fortuna è morto.
- già.
- vieni, ti riporto a casa, lo so quanto odi questa famiglia, è giunta l'ora che torni tutto alla normalità.
- il nonno ha fatto bene a porre tutta la sua fiducia in te.
- lo so, sapeva bene che nulla mi avrebbe fermato.
- appunto haha.
- torniamo a casa.

Scendiamo il sentiero fino al cimitero, saliti in macchina torniamo a casa, dove trovo la mamma al cancello.

- mamma? Non sapevo che passavi.
- sorpresa, mi trovavo per la zona è sono venuta.
- bene, giusto in tempo.

Apro ed entriamo, Mario si agita sul sedile.

- sappi che ti lascia uno dei suoi soliti abbracci.
- non so se essere felice o terrorizzato.
- la seconda.
- molto incoraggiante.
- lo so.

Scesi dalla macchina entriamo, mia madre già sta comoda sopra il divano, quando ci vede impallidisce, si alza e subito, come avevo previsto, stritola Mario.

- ma come?

Prima guarda me e poi lui.

- te lo racconta lui.

Lo indico e ci sediamo, Mario ci racconta per filo e per segno la storia, ci raggiunge anche Ivan e appena lo vede quasi si commuove, era il suo migliore amico, sono cresciuti insieme, Ivan sempre il più grande di tutti.

- quindi adesso vivete insieme voi due!
- già.
- potevo aprire le scommesse da piccolo, avrei puntato tutto sul SI.

Con una bella risata e qualche altra chiacchiera finisco per preparare il pranzo a tutti, Mario ci invita a casa sua per una cena, non rifiutiamo di sicuro, con noi si aggiunge Tonio, era venuto a portare delle carte a Ivan ed è finito con i lacrimoni appena ha visto Mario, ha fatto volare le carte per tutta casa.
Mia madre ci guarda con dolcezza.

- sembra che il tempo si è fermato a quando eravate piccoli, ora ho capito perchè mia figlia è un maschiaccio, stava con voi tre fin da piccola.

Scoppiano in una risata assurda.

- ti rendi conto che hai due Lancaster, un Bentley e un Rossi a questo tavolo e non si stanno sparando e urlando contro?!
- tengo una nuova era davanti a me, i miei occhi non possono che essere più felici, tu e Ivan sempre appiccicati mentre Tonio e Mario a prendervi in giro, per me non è cambiato niente.

Io e Ivan diventiamo rossi come pomodori, è vero, l'intesa tra noi due c'è sempre stata, e quei due ci hanno sempre preso in giro, soprattutto alle superiori, con Tonio e Ivan che mi facevano da guardie era sempre uno spasso, mi spiace che Mario non è stato con noi.

- va be, il passato è passato, ora la famiglia è al completo.
- è no, io voglio dei nipoti da tutti e quattro, scordatelo che ci fermiamo qua.

Le risate si espandono per tutta casa, mia madre con le sue perle ci ammazza un giorno.

L'amore non si prendeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora