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~POV NICOLE~
Non vi ho detto proprio tutto sul mio passato.

Dopo la morte di Jules entrai in depressione e quasi nessuno se ne accorse, neanche i miei genitori che pensavano solamente a spalarmi merda addosso, peggiorando drasticamente la mia situazione.
Iniziai a prendere le pillole antidepressive all'età di 14 anni.
Non ne vado per niente fiera, ma sono l'unica cosa che mi tirava su di morale... in un certo senso.
Quando i miei lo vennero a sapere, mi risero in faccia.

"Sei proprio sciocca a pensare di essere depressa, sei sempre sorridente" diceva mio padre.

"Si sta inventando tutto per avere attenzioni da parte nostra" rispondeva mia madre.

L'unica a saperlo era la nonna, a cui dicevo sempre tutto. Lei mi aiutava, andava a comprare le pillole al posto mio e si preoccupava che io le prendessi negli orari prescritti dal medico.
Non ero per niente felice, ogni giorno la depressione peggiorava fino a quando in un momento pensai di non farcela proprio, ma la nonna continuava a darmi la forza di andare avanti. Poi arrivò il mio primo lavoro in Formula 2 e poi quello attuale in Formula 1, qui si che avevo voglia di vivere, di perseguire quel mio sogno che avevo fin da piccolina.
Era raro che io dicessi della mia depressione a qualcuno, anzi non lo sapeva proprio nessuno, tranne Max...
Entrò di corsa nella stanza e si sedette sulla poltrona.

"Nicole tu se- sei depressa" alzò la voce.

"Si e allora ti causa qualche problema" mi voltai a guardarlo.

"Si perché stasera ti sei bevuta 3 bicchieri di alcol assolutamente proibiti dal medicinale" mi urlò lui continuando a muovere il piede dal nervosismo.

"Volevo godermi la vita per una volta che mi viene concesso" mi alzai a sedere sul lettino stando attenta alle flebo.

"Nicole ti prego di risdraiarti" abbassò la voce.

"Assolutamente no" dissi io mantenendo il tono fermo.
Max stava per dire qualcosa, ma io lo precedetti.

"PENSI DI ESSERE L'UNICO AD AVERE UN PADRE DI MERDA?! TU HAI ALMENO UNA MADRE CHE TI AMA E TI ASPETTA A CASA CONGRATULANDOSI CON TE PER I TUOI SUCCESSI! IO NEANCHE QUELLA!" Mi sfogai, dicendo troppo, troppo rispetto a ciò che mi ero imposta.
"LA MIA VITA È UN'ASSOLUTA MERDA, TRANNE TE, MAX SEI L'UNICA COSA CHE MI FA ANDARE AVANTI, TU SEI LA MIA CARRIERA, IL MIO SOGNO CHE DIVENTA REALTÀ, TU NON PUOI CAPIRE QUANTO TU MI ABBIA CAMBIATO LA VITA" lo guardai negli occhi.

"Io non-" disse quasi ammutolendosi.

"Non lo sapevi, lo so perché io non dico niente a nessuno, è un mio difetto" dissi guardando intorno nella stanza.
Nessuno dei due proferì parola.
"Max torniamo a casa ti prego" mi girai a guardarlo nuovamente.

"Farò il possibile, ma almeno stanotte devi rimanere qui" mi disse lui stringendomi la mano.

"Va bene" e dopo due secondi mi addormentai troppo stanca per rimanere sveglia di più.
La mattina mi svegliai e cercai di portarmi la mano al volto, ma qualcosa lo impediva. Aprii gli occhi per farmi chiarezza e vidi la mano di Max ancora sulla mia. Aveva dormito li con me tutta la notte e ciò mi provocò un sorriso a trentadue denti.

"Buongiorno" entrò il medico. "Vorrei farle delle analisi per capire se possiamo lasciarla andare oggi stesso" annuì solamente e il medico iniziò a prelevare del sangue e farmi altre analisi.
Dopo un'oretta circa, mentre attendevo gli esiti, Max si mosse stiracchiandosi.

"Buongiorno fiorellino" gli sorrisi porgendogli metà brioche che mi aveva gentilmente portato un'infermiera.

"Ricordami di non dormire più in questa posizione" ridacchiò lui afferrando il cibo che gli stavo offrendo.
Il dottore entrò nuovamente nella stanza sorridendo, portava buone notizie.

~CHOOSE ME~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora