Quel che ricordava Amy

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Mi svegliai. E subito desiderai di non averlo fatto. Mi girava la testa e ci misi un po a capire dove mi trovavo. Ero in una stanza bianchissima e c'era una bambina seduta sul mio letto, vestita come un personaggio di "Cranford". Le mancava solo la cuffietta in testa.
《Ah!》 esclamò battendo le mani.
Houston, abbiamo un problema: qui c'è una che batte le mani. Rischia di sfinirci.
《Siete sveglia, Mademoiselle! Sono così felice.》
Aveva l'accento francese. Interessante.
《Si》 gracchiai in risposta. Avevo la gola secca.
La bimba mi passò un bicchiere d'acqua.
《Chi sei?》 mi chiese, gli occhi larghi come pattini per la curiosità.
La domanda mi lasciò interdetta per un secondo. Non ne ero tanto sicura. Ricordavo solo...ecco, a dirla tutta non ricordavo granché. Accidenti.
《Io mi chiamo Maria》 annunciò lei in tono d'importanza masticandosi una ciocca di capelli, che erano lunghissimi e biondi come l'oro. Non sarebbero stati male in una pubblicità in TV.
Poi mi fissò 《Ho 11 anni.》 E rimase in attesa di risposta.
《Ecco.》 Bevvi un sorso, temporeggiai e sentii il panico salirmi dallo stomaco. Qual era il mio nome?
《Non te lo ricordi?》 Maria fece un sorrisetto furtivo. 《Hanno detto che forse non te lo saresti ricordato.》 E ridacchiò, come se fosse una cosa divertente.
《 Chi è che lo ha detto?》
《Persone.》 Maria scrollò le spalle. 《 Le ho sentite parlare in corridoio. Tu sei appena arrivata: non arriva più molta gente nuova, perciò se ne parla. Ma io sono così felice che tu ci sia. E spero che ti piacerà stare qui. Ti piacciono i giochi?》
La domanda mi inquietò. E a dirla tutta in quel momento inquietarsi non aiutava per niente. Tentai di sorridere, ma il risultato non fu molto convincente.
《Si》 risposi infine. 《 Mi piacciono i giochi. La gente ha detto che cosa mi è successo?》
Maria piegò la testa da un lato. 《La tua carrozza è andata a schiantarsi, a quanto sembra. Ti hanno portata qui stamattina.》
Questo se non altro aveva senso. Più o meno. Ricordavo vagamente qualcosa... il mondo che girava su se stesso e uno schianto... e c'era dell' altro. C'era di sicuro qualcosa d'altro. Sabbia bagnata. Allungai il collo per guardare dalla finestra, ma vidi solo un pò di cielo grigio e qualche albero spoglio agitato dal vento. Eppure riuscivo a sentire...
《Siamo vicino al mare?》
Maria annuì con aria solenne. 《Oh si. St Christophe è un resort. Molto elegante, molto costoso. La gente viene qui da tutta la Francia e da tutta L'Italia.》
A fatica mi misi seduta nel letto. 《Quindi è un albergo?》
Maria ridacchiò, poi si nascose la bocca con la mano. 《 In un certo senso. Un albergo per i morti.》
Quelle parole mi confusero. Non erano affatto rassicuranti. Strinsi gli occhi, ma cominciò a farmi male la testa e smisi.
《 Che intendi?》
《 Qui vengono persone che stanno per morire.》 Fece la faccia scura. 《 Cioè vengono sperando di stare meglio. Invece sono morte. Alcune, quelle fortunate, poi tornano a casa. Mia madre, ad esempio. Lei è tornata a Parigi. Te l'ho detto che viviamo in una casa bellissima con dei pony?》
Dei pony? scossi la testa e mi sforzai di rimanere concentrata.
Il cranio mi pulsava forte, non riuscivo a ricordarmi il mio nome, ero depressa e sola e...
《In che anno siamo?》 E nel chiederlo mi resi conto che, per quanto fosse una domanda strana, ero abituata a farla. Era un problema di cui dovevo confrontarmi spesso? Qualcosa mi si agitò nella momoria. Il ricordo di qualcosa di blu che giaceva su un fianco nella sabbia. Acqua fredda, una luce blu... e sabbia bagnata.
《1783.》 Maria annuì, palesemente orgogliosa della sua risposta.
《Proprio così, è esatto. Brava, Maria.》 Muovendomi con difficoltà scostai la coperta e mi resi conto che avevo addosso un'antiquata, graziosissima camicia da notte di pizzo. Misi i piedi per terra. La stanza era davvero fredda.
Guardai Maria, seria. 《Ascolta, ora proverò a camminare. E dopo, a capire dove mi trovo.》
《E dopo giocheremo insieme a qualcosa?》 fece lei, emozionata.
《Magari a mascodino, promisi. 《Vado io per prima.》
Mossi un passo, tutto cominciò a girare e mi mancò il terreno sotto i piedi.
E in quella si aprì la porta ed entrarono due uomini.
《Tutti fermi!》 fece una voce.
《Eccola li!》 esclamò un'altra.
Due paia di mani mi afferrarono e in un attimo mi ritrovai sul letto, col soffitto che mi girava sopra come una trottola. Mancavano giusto qualche stella e un uccellino cinguettante.
Quando il mondo si fermò un pò diedi un occhiata ai due. Mi sembrava di aprìfferraronottimottimo bene uno spettacolo di fuochi d'artificiali dento la testa. Uno portava una giacca malmessa, l'altro aveva un redingote e un' espressione preoccupata sul viso. Mi teneva la mano, e mi stava sentendo il polso.
《Maria!》 urlai, d'improvviso soddisfatta di me stessa e del mondo in generale. 《Io mi chiamo Amy Pond, e questi sono i miei ragazzi!》

Doctor who l'inverno dei mortiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora