Quel che ricordava Amy

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Il peincipe Boris cadde giù dalla sedia, che si rovesciò assieme a lui. Quell'uomo buffo e simpatico che pareva un orso rovinò al suolo con un gemito rasposo, scalciando a vuoto con una gamba sola e boccheggiando come un pesce trascinato all'asciutto. Corsi da lui più in fretta che potei e carezzai la sua gran criniera di capelli. Lo vidi trattenere il respiro per un attimo, come se cercasse di soffocare un colpo di singhiozzo, poi mi sussurrò in tono urgente: 《Non lasciate che la bambina mi veda così.》Subito dopo un Attacco di tosse lo scosse da capo a piedi, col suono di un motore rotto che perdeva gli ultimi colpi. Mi alzai in piedi tentando di controllare il panico e mi guardai attorno in cerca di Maria. Invece accanto a me vidi troneggiare un gigante con la faccia purpurea come una barbabietola e i capelli rossi. Sembrava furioso.
《Che avete fatto?》ruggì con un accento russo pesantissimo.
《Era solo un gioco》protestai, e la mia voce mi sembrò quella di una bambina di sei anni colta a fare qualcosa di sbagliato. L'uomo raccolse il principe come se non avesse peso, lo riportò nella sua stanza e si sbattè la porta alle spalle. La sedia era rimasta rovesciata lì in corridoio, con una ruota che girava ancora: timidamente la raddrizzai e la usai per sostenermi. Sentivo le forze che mi venivano meno, e mi appoggiai anche al muro. Con un gemito patetico la sedia di Maria apparve da dietro l'angolo. La bimba aveva gli occhi più spalancati che mai.
《Dov'è il principe Boris?》chiese.《Cosa è successo?》
《È, uh, andato》Spostai gli occhi da lei alla porta e li riportai di nuovo su di lei, che mi rispose con uno sguardo preoccupato.《È andato a stendersi un pò》
Le sue labbra cominciarono a tremare.《Sono nei guai?》pigolò.
Scossi la testa.《No, certo che no. Il principe è solo un pò stanco. E tu invece? Non va anche a te un sonnellino pomeridiano?》
Maria mi guardò fissa.《Sei una pessima bugiarda》
Feci per rispondere quando la porta del principe cominciò ad aprirsi.
《Nasconditi!》le sibilai, e lei obbedì subito. Poi una mano grande quanto un prosciutto mi atterrò sulla spalla. Era il bizzarro gigante di prima, e aveva un'aria niente affatto contenta.
《Penso che dobbiate entrare》mi ringhiò.

Doctor who l'inverno dei mortiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora