Episodio 2

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"Quindi hai un piano?" Chiese Kuina.

"Più o meno." Izumi fece un sorrisetto. "Vediamoci domani, dopo colazione, sempre qui."

"Perché non vuoi dirci la tua idea adesso?" Le domandò Arisu.

"Perché non ho ancora pensato a tutti i dettagli." Izumi, si girò e si incamminò verso l'entrata dell'ospedale.

"Che tipa strana..." Heiya la seguì con lo sguardo.

"Dite che ci possiamo fidare di lei?" Usagi aveva un tono di voce incerto.

"Non lo so...però ha mantenuto la parola quando ha detto che ci avrebbe aiutato a riavere i nostri ricordi." Arisu si prese il mento tra le mani.

"Qui non si tratta di fidarsi." Disse Niragi, alzandosi. "Dobbiamo solo capire come trovare questo Joker e se Izumi lo sa, io la seguirò."

Quella frase sconvolse tutti.

"E da quando tu sei d'accordo a seguire qualcuno di tua spontanea volontà?" Kuina lo guardò, alzando le sopracciglia.

"Ti ricordo che io sono sempre stato al fianco di Aguni." Niragi sbuffò. "E ora che non è nei paraggi, penso proprio che questa Izumi sia in grado di farci superare questo Joker del cavolo, che al momento è l'unica cosa che mi interessa."

Detto ciò, girò i tacchi e se ne andò.

"Aguni è in coma." Disse Heiya. "Sono passata davanti alla sua stanza stamattina."

"Almeno è ancora vivo." Dissi io sarcastico.

"Si, suppongo tu abbia ragione." Heiya si allontanò dal tavolo con la sua sedia a rotelle. "Ci vediamo domani allora." E anche lei rientrò nell'ospedale.

Ora eravamo rimasti solo io, Kuina, Arisu e Usagi.

Chissà se Izumi era tornata nella sua stanza o se invece stava tramando qualcosa...volevo davvero scoprirlo, così mi alzai.

"Dove vai?" Kuina mi guardò.

"A fare quello che mi riesce meglio."

Kuina scosse la testa. "Sei sicuro che per il resto va tutto bene?" Sembrava preoccupata.

"Si, a parte il fatto che qui c'è decisamente qualcosa di strano." Le risposi, prima di girarmi.

"Cosa intendi?" Mi chiese Arisu.

"Bè, per esempio non vi sembra strano che le nostre ferite siano guarite così alla svelta?" 

Poi, mi incamminai verso l'ingresso, senza aspettare di sentire le loro risposte.

Volevo davvero vedere cosa stava facendo Izumi, ma prima dovevo trovarla.

Istintivamente, mi alzai il cappuccio della mia amata felpa, poi iniziai a girare per i corridoi dell'ospedale.

Dopo un po' riuscii a trovarla; era ferma davanti ad uno degli ascensori.

"Quindi non sei tornata in camera tua." Le dissi avvicinandomi.

"Oh, sei tu." Si girò a guardarmi. "Non mi ero accorta che fossi qui."

"Non hai risposto alla mia domanda."

"Forse non voglio farlo." Mi fece un sorrisetto, poi schiacciò nuovamente il bottone di chiamata dell'ascensore. "Uffa! Ma perché ci sta mettendo così tanto?!"

Il suo modo di fare iniziava a piacermi. Era misteriosa e lasciava trapelare solo quello che voleva, quindi non ero mai sicuro delle sue intenzioni fino all'ultimo momento.

Chissà dov'era la sua stanza...

Decisi di chiederglielo, sperando di distrarla e poterle così estorcere qualche altra informazione.

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