MIGLIORI AMICI

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Le volte in cui Manuel ha casa libera – del tutto libera – sono uniche e non rare.

Di solito, sua madre lavora da casa e, nell'ultimo periodo che i suoi nonni hanno fatto loro visita a Roma, non ha mai più trovato un attimo di pace.

Oltretutto, lui è in quell'età dove lo riempiono di domande dello stesso genere ossia quindi quest'anno la maturità? Stai studiando? E dopo che farai?

E dopo che farà?

Manuel non lo sa per nulla e, fino al ripetersi costante di quel quesito, non ci si è mai focalizzato più di tanto.

È a metà anno scolastico e non ha le idee ben chiare per qualsiasi direzione.

Per un po' ha pensato di iscriversi all'università, studiare filosofia, ma è pure pressoché sicuro che non avrà sbocchi lavorativi certi in quell'ambito e questo lo fa tentennare.

Ma, del resto, qualunque facoltà potrebbe mai scegliere al mondo d'oggi rimane una incognita, il futuro.

Si è pure buttato su altre attività, di recente - ad esempio, ha iniziato a suonare la chitarra da autodidatta ed è piuttosto bravo; non così tanto da sfondare nella musica, però quantomeno potrebbe arrotondare esibendosi in qualche locale la sera, se proprio gli va male.

È pur sempre una prospettiva, seppur minima.

Certo, è un adolescente e chi mai a diciotto anni ha un progetto preciso – delle volte non ce l'hanno nemmeno i trentenni, non è da biasimare.

Eppure, Manuel ha fisso questo tarlo, di poter dare una risposta ai nonni o a chiunque glielo chieda.

A quel punto, un po' invidia Simone, il suo migliore amico, che ha già ben in mente il piano di studi per il futuro, il lavoro che farà e persino la città dove andrà presto a vivere - Milano, che schifo, ma come fai a lasciare Roma per Milano?

Pare sempre piuttosto sicuro su ogni cosa che fa, ogni decisione che prende e si chiede come faccia.

Una volta, ad esempio, Simone gli ha addirittura che lo ha scelto, che lo ha visto con quell'aria un briciolo altezzosa, schiva, ma persa, che lo ha ritenuto chiuso in un mondo che non esiste e che lo ha voluto subito al suo fianco.

Manuel non ha mai creduto si potesse scegliere anche una persona, ma con Simone è tutto una sorpresa e una scoperta – perché, prima di conoscerlo, lo ha sempre ritenuto chiuso in sé stesso, timido, e invece, conoscendolo, ha capito che ha un carattere prorompente ed è proprio l'esatto contrario di come credeva.

Lo credeva un perfettone, invece è uno che ha solo le idee chiare, che, però, a volte perde le staffe e, soprattutto, diviene imprevedibile.

Se ne è accorto dalle risposte piccate che, delle volte, dà ai professori durante una interrogazione o ai compagni di classe.

Come direbbe Luna, una loro compagna, è proprio un Ariete - non che il segno zodiacale possa essere una giustificazione.

E a Manuel, molto spesso, piacerebbe tanto essere esattamente come Simone.





«Sì, sì, arrivo!».

Manuel ha in mano un sacchetto di patatine ancora integro quando corre a piedi scalzi all'ingresso per andare ad aprire la porta alla quale stanno bussando vigorosamente.

Suppone sia sua madre che ha dimenticato qualcosa – succede quasi sempre, del resto, il che lo fa sbuffare e lo scoccia in particolar modo.

«Che hai scordato stavolta?» esclama, con un finto sorriso che svanisce nel momento in cui quella porta la spalanca e davanti si ritrova Simone, con una sigaretta spenta in bilico fra le labbra, un berretto di lana bordeaux in testa che gli spinge un riccio di capelli corvini sulla fronte.

TATTOODove le storie prendono vita. Scoprilo ora